C’è chi porta fiori
alle Riforme tutte le domeniche mattina. Alcune se ne sono andate da giovani,
molte hanno vissuto con
noi per anni e anni l’attesa, prima che un percorso crudele non le portasse via
lentamente ma inesorabilmente. Altre sono state mutilate orrendamente ma hanno
seguitato a vivere. Sono le più tristi. In pochi le riconoscono, senza mezzi di
sussistenza, scivolano zoppicando lungo i muri delle nostre città cercando di
non farsi notare. Dormono all’addiaccio. Sulle lapidi la loro esistenza è
incisa nel marmo, con tutte le possibili svolte e giravolte, i percorsi aperti
o ciechi, l’esito sempre inferiore alle promesse. Guardando ogni piccolo
labirinto ricompaiono come in sogno le illusioni tradite, le attese commosse,
le speranze infracidite di noi piccole fiammiferaie.
Massimo Bucchi – Sottovuoto – Il Venerdì di Repubblica – 20
Gennaio 2017 -
Nessun commento:
Posta un commento