Nelle giungle dell’India e delle
Filippine volteggiano animali che, come piccoli Batman, afferrano i lembi del
loro mantello e si gettano da grandi altezze, spostandosi di qua e là tirando e
allentando la presa. Sono le lucertole del genere Draco, rettili lunghi una
ventina di centimetri, dieci dei quali di coda. Ne esistono molte specie e sono
tutte dotate di un patagio, ovvero un lembo di pelle irrigidito da costole che
si apre fra le zampe posteriori e le anteriori. Così l’animale può lanciarsi
dall’albero su cui ha appena cacciato piccoli insetti, e planare, anche per
sessanta metri, fino all’albero successivo, senza toccare terra. I naturalisti
avevano notato da tempo che queste lucertole, a differenza di altri animali con
il patagio, come gli scoiattoli volanti, non planano solo in linea retta, ma
possono virare in aria. Come riuscissero a farlo era però un mistero, visto che
i muscoli pettorali delle Draco non possono muovere indipendentemente le due
metà del patagio. Per risolvere il mistero l’erpetologo Masimilian Dehling,
della Università di Cohlenza, ha visionato 55 video di voli di lucertole.
Quindi, sul sito per biologi bioRxiv.org, ha annunciato di aver capito la
strana tecnica di pilotaggio: come si diceva, durante il volo le Draco
afferrano il patagio con le zampe anteriori e muovono l’una o l’altra metà per
indirizzare la traiettoria. “Se confermata, si tratta di una scoperta molto
importante, che svela una nuova modalità del volo animale” dice l’erpetologo
Antonio Romano, ricercatore Cnr e membro della Societas Herpetologica italica.
“In effetti e Draco, uniche fra tutte le lucertole, erano note per la loro
capacità di ruotare il polso all’indietro, una caratteristica che ora si spiega
con la necessità di afferrare il patagio. Questa conformazione del polso è
stata individuata anche in alcuni fossili di celosauri, i dinosauri da cui sono
poi derivati gli uccelli. Potrebbe trattarsi di una coincidenza, ma forse
invece, vuol dire che qualche dinosauro planava dagli alberi usando tecniche
come quelle delle Draco”. Nelle foreste
dell’Asia tropicale, a planare tra gli alberi non sono solo le Draco: lo fanno
anche le rane della famiglia Rhacophoridae, che usano le grandi zampe palmate
come deltaplani, mammiferi come gli scoiattoli volanti e i Colugo, sorta di
lemuri con patagio, e persino gli unici serpenti volati al monto, i
Chrysopelea, che “strisciano” nell’aria dopo aver appiattito il loro corpo.
Sembra insomma che quell’habitat sia una vera scuola di volo naturale. “Poter
planare è l’abilità che piccoli animali arboricoli hanno evoluto per risparmiare
energia e scansare i pericoli presenti sul terreno” dice Romano. “Così passano
direttamente da un albero all’altro, toccando il suolo solo quando è
strettamente necessario, per esempio per deporre le uova, le foreste asiatiche,
ricche di piante di altezze diverse e ben spaziate, sono il luogo ottimale per
questa strategia”. Eppure il patagio delle lucertole probabilmente non è
apparso per volare, “Inizialmente doveva essere un mezzo di segnalazione fra individui:
quello dei maschi infatti è più colorato, e viene usato per intimidire i rivali
nella stagione degli accoppiamenti. Solo in un secondo tempo ha cominciato a
essere utilizzato anche come ala”. Prodezze delle Draco a parte, colpisce però
che i rettili, e gli anfibi, siano le uniche classi di vertebrati terrestri a
non avere evoluto specie che volino battendo le ali. “Il volo attivo è una
attività che consuma tantissima energia e i rettili attuali hanno un
metabolismo troppo lento” spiega ancora Romano. “Però i dinosauri erano
probabilmente dotati di una produzione interna di calore e infatti, tra 220 e
66 milioni di anni fa, sono in effetti esistiti splendidi “rettili volanti”
che, probabilmente, volavano anche battendo le ali: gli pterosauri”.
Alex Saragosa – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 20
gennaio 2017 -
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