Al
netto di stupidaggini e violenze intollerabili, come le aggressioni del meeting
di Palermo, si capisce che molti militanti ed elettori del Movimento 5 Stelle
non amino i giornalisti. Per la verità è difficile in assoluto, anche per un
giornalista, capire il vuoto di vera informazione che circonda la creatura
Grillo. Insomma siamo di fronte a un soggetto magnifico per un giornalista. Un
movimento fondato da un comico che diventa in pochi mesi il primo o secondo
partito di una grande nazione e governa la capitale grazie a un plebiscito. Poi
certo ognuno la può pensare come vuole, detestare Grillo e i grillini, ma c’è
poco di più interessante da indagare e raccontare oggi nel panorama politico
internazionale, non parliamo di quello nazionale. Personalmente ho detestato la
Lega prima e poi ancor di più Berlusconi e non ne ho fatto mistero nei
commenti, come tanti altri. Ma questo non mi ha impedito di precipitarmi alle
prime riunioni di Pontida e raccontare quello che vedevo, parlare con la gente
e provare curiosità e anche una certa fascinazione per la parabola di Umberto
Bossi, tipo da bar con una laurea inventata e nessun mestiere alle spalle, ma
capace d’inventarsi di sana pianta una nuova mitologia politica, con tanto di
dei e riti, e persino una nazione immaginaria, la Padania. Così, quando sono
nati i circoli di Forza Italia, che allora negava d’essere un partito, sono
corso a Milano in viale Isonzo, dove si facevano i provini televisivi per i
candidati, che avevo battezzato “berluscones”, sulla suggestione della Brianza
sudamericana di Gadda, profeta di un’antropologia comparsa al centro della
scena molti anni più tardi. Il Movimento è ancora più interessante per un
cronista. Senza le aziende miliardarie di Berlusconi, senza un radicamento nel
territorio come la Lega Nord, senza finanziamenti di Stato o di gruppi di
potere, senza un quadro di riferimento ideologico a destra o a sinistra, la
creatura di Casaleggio e Grillo è un animale unico e fantastico sulla scena
internazionale e nella storia politica d’Italia. D’accordo, ha clamorosamente
sbagliato la scelta del sindaco di Roma, una giovane signora inadeguata e
prigioniera di un pessimo giro romano. Cose che capitano quando la selezione
della classe dirigente è affidata al voto di un condominio su internet. Ma
davvero non c’è altro da raccontare? Un movimento che al ballottaggio
otterrebbe la fiducia di metà degli italiani non merita un’inchiesta seria, un
racconto più onesto dell’affannosa ricerca di pettegolezzi e di prove vere o
inventate di teorie preconcette?
Curzio
Maltese- Contromano – Il Venerdì di Repubblica – 7 Ottobre 2016 -
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