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mercoledì 26 ottobre 2016

Lo Sapevate Che: Se la gentile signorina che vi telefona è un software cattivo...



E’ sera, arriva la telefonata da un numero sconosciuto. Parla una gentile signorina che, spacciandosi per il nostro operatore telefonico, ci offre un iPhone a prezzo scontato. “Abbiamo selezionato il suo numero tra i nostri migliori clienti”. Dobbiamo darle la carta di credito. La signorina parla un buon italiano, risponde pronta a tutte le nostre domande. Bisogna davvero essere sospettosi e attenti per capire che stiamo parlando con un robot. E’ la nuova frontiera della cyber-criminalità: si avvale di sistemi di intelligenza artificiale per truffarci. Sul dark web – un territorio nascosto di internet accessibile solo con speciali programmi – gli esperti hanno avvistato i primi software maligni (malware) che simulano il comportamento umano, grazie a sistemi avanzati di intelligenza artificiale (come riportato al recente FT Cybersecurity Summit di Londra). Software che, fingendosi persone, possono fare telefonate, mandare mail o creare chat su Facebook, per carpire informazioni con ciu poi derubarci o ricattarci. Finora avevamo visto sistemi rudimentali – per esempio che simulano di essere donne avvenenti su Facebook, per poi truffarci. Dopo qualche scambio di battute era però facile capire che non si trattava di persone vere. Risposte stereotipate, automatiche, che non tenevano conto di quello che dicevamo noi. I sistemi di intelligenza artificiale stanno però facendo progressi, con ke reti neutrali (che simulano il funzionamento dei neuroni umani): per riconoscere immagini, fare traduzioni automatiche, vincere a scacchi. O spacciarsi per una persona. Per difendersi, è utile imparare a riconoscere il falso umano: gli esperti consigliano di fargli richieste poco pertinenti (“cantami buon compleanno!”), per capire, dalle reazioni, se dall’altra parte c’è una macchina. Ma non basta. “Ci sono già software che si intrufolano nei computer delle aziende riuscendo a simulare il comportamento di un normale dipendente. E così passare inosservati mentre rubano informazioni” dice Luca Bechelli, membro del Clusit. l’associazione italiana della sicurezza informatica. “Altri si installano sul cellulare e non solo ti rubano i dati della carta di credito ma, come riportato di recente dall’azienda specializzata in sicurezza informatica Symantec, riescono anche a fermare le tue chiamate alla Banca con cui volevi bloccarla”. Insomma, il malware si è incamminato lungo la scala evolutiva. Da “bruto con un grimaldello” a Diabolik. “Il prossimo passo saranno i virus dell’internet delle cose. Ti bloccheranno la porta di casa o il motore della macchina e faranno apparire un messaggio sul display: pagaci per sbloccarlo” dice Stefano Zanero, docente del Politecnico di Milano, specializzato in cyber security. E’ lo scenario che esperti di tutto il mondo stanno studiando: sempre più soggetti quotidiani sono dotati di chip, sistemi operativi e connessioni: quindi sono a rischio virus e attacchi informatici. A settembre i ricercatori di Intel Security hanno scoperto una falla che avrebbe permesso di installare malware nei sistemi di alcune automobili. “I malware possono bloccare anche le macchine delle fabbriche dotate di sistemi intelligenti per aumentare la produttività” dice Zanero. Maggiore intelligenza non è sempre un bene, soprattutto se c’è qualcuno che può utilizzarla contro di noi.
Alessandro Longo – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 21 Ottobre 2016 -

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