Qualche Giorno Fa ho visto su Facebook che a Mumbai si
stava organizzando la “Tomatina”, una festa nata dalle parti di Valencia ma
resa famosa da noi grazie a un film indù di successo, nel quale tre ragazzi
percorrono in lungo e in largo la Spagna dedicandosi ad attività possibili
quando non si è costretti a guardare il portafoglio: gettarsi con il
paracadute, fare immersioni, correre inseguiti dai tori, esibirsi con procaci
ballerini di flamenco. E anche lanciarsi allegramente pomodori. La Tomatina
assomiglia molto al nostro Holi, la festa dei colori, con la differenza che
noi, nella stessa atmosfera di spensieratezza e divertimento, ci tiriamo
polveri colorate e acqua. L’Holi, che si festeggia subito dopo il raccolto
invernale, è una celebrazione del cibo e del bel tempo e un invito a mettere da
parte le inibizioni. Alcuni, soprattutto nelle città, lanciano palloncini pieni
d’acqua (il che può causare qualche infortunio, altri lanciano colori a olio,
altri ancora letame. Nessuno, però, lancia beni commestibili: considerata la
quantità di persone che soffrono di fame e malnutrizione in India, l’idea di
sprecare cibo per puro divertimento apparirebbe sacrilega. La reazione di
un’amica, secondo la quale organizzare qui la Tomatina sarebbe un gesto
oltraggioso, non mi ha sorpresa. E ho saputo che su change.org è stata lanciata
una petizione per annullare la festa. C’è chi ha suggerito, anziché proibirla,
di sostituire gli ortaggi, per esempio con paintball. Ma come si può
organizzare una Tomatina senza pomodori? Così, facendo sarebbe una copia
dell’Holi. Altri hanno proposto di impiegare solo pomodori inutilizzabili, così
da evitare gli sprechi. Ma la parola “inutilizzabili” mi fa sorridere: qualcuno
a cui regalare frutta e verdura si trova sempre. Per aggiungere il danno alla
beffa, da qualche settimana il costo dei pomodori è andato alle stelle, e
persino il ceto medio se n’è accorto. Tutto questo mi ha incuriosito, e facendo
qualche ricerca sulle origini della Tomatina, ho scoperto un’interessante
teoria secondo la quale nasce da una forma di protesta, il lancio di pomodori
all’indirizzo dei consiglieri municipali. Vero o no, di questi tempi anche in
Spagna la popolarità della Tomatina pare in declino, perché all’aumento della
disoccupazione ha fatto seguito un incremento della malnutrizione, e stando
alla classifica Unicef sul benessere dei bambini nei Paesi ricchi, la Spagna
perde posizioni. Secondo l’Unicef, la malnutrizione in India è tredici volte
più grave che in Brasile e oggi nelle regioni rurali del Paese ( che producono
la maggior parte dei nostri pomodori) si mangia peggio di trent’anni fa.(..).
Malgrado ciò, nelle città alcuni giovani sono affascinati dal lancio dei
pomodori. Forse per la voglia di emulare lo stile di vita di quei tre giovani
belli e ben vestiti visti sul grande schermo, che viaggiano e attraggono donne
seducenti. O forse perché la Tomatina è esotica, mentre l’Holi è una festa
scontata. Tutto questo mi ricorda un’altra festa “danza della pioggia”
organizzata tempo fa da un’azienda per la quale lavoravo. Da piccola accoglievo
sempre con danze di gioia la pioggia che arrivava alla fine di un’estate
particolarmente calda e asciutta. Quella a cui fui invitata a Mumbai era però
una danza della pioggia diversa: mentre gli altoparlanti sparavano musica ad
alto volume, decine di irrigatori ricreavano gli scrosci d’un acquazzone. Mi
pareva un’idea stupida basata sullo spreco, ma non dissi nulla perché al mio
lavoro ci tenevo. Finì comunque che l’evento fallì proprio a causa della
pioggia. Arrivò sul serio, mettendo ko l’impianto stereo e costringendo tutti a
cercare riparo. Fu buffo che proprio chi voleva danzare per invocare la pioggia
si dileguasse per non bagnarsi! Quanto a me, feci la mia piccola danza da sola,
trattenendo a stento una risata. (traduzione di Maria Porta)
Annie Zaidi – Opinioni – Donna di Repubblica – 8 Ottobre 2016
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