“Ci sono due
cose nella vita per le quali non siamo mai preparai: i gemelli”. Lo diceva il
celebre scrittore satirico americano Henry Wheeler Shaw. Ma si era
nell’Occidente. Adesso invece ci siamo sempre più abituati. Visto che negli
ultimi i anni i part gemellari hanno registrato un autentico boom. Lo rivela
un’indagine dell’americano National Center for Health Statistics, secondo cui
le nascite duplex sono aumentate del cento per cento per le madri di età compresa
tra i 35 e i 39 anni . E addirittura del 200 per cento nel caso di donne over
40. Già nel 2014 un bambino su trenta era gemello, mentre negli anni Ottanta la
percentuale era molto più bassa, uno su cinquantatrè. Nella sola Italia la
crescita delle super- gravidanze sfiora il 400 per cento. In realtà i gemelli hanno sempre avuto un significato particolare nell’immaginario sociale. E sono sempre stati un segno ad alta
definizione. Perché sono la personificazione della duplicità. Ego e alter ego.
Due al posto di uno. Un’offerta speciale della natura che concede una doppia
chance. L’esatto contrario dell’individuo, che è uno per definizione. Nella Roma
antica i gemelli venivano mantenuti a spese dello Stato in quanto erano
considerati un regalo degli dei. Più che bambini erano dei portafortuna pubblici. Addirittura, le nascite plurime
venivano solennizzate con l’emissione speciale di monete. E spesso miti e
leggende, a cominciare da Romolo e Remo, attribuiscono proprio a una coppia di
gemelli il ruolo di fondatori di città, di iniziatori di una nuova era. Se è
vero che esiste sempre una relazione tra i mutamenti e i comportamenti, il boom
attuale delle culle plurime potrebbe essere l’inizio di un nuovo capitolo del
dialogo tra società e natura.
Marino Niola – Miti d’Oggi – Il
Venerdì di Repubblica – 28 Ottobre 2016 -
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