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sabato 22 ottobre 2016

Lo Sapevate Che: Per le mostre una stagione di felice varietà....



Ottobre, è tempo di mostrare. Parafrasando il poeta confermiamo un attivismo espositivo che corre da Nord a Sud della nostra Penisola. Lamentiamo poca archeologia nel menù delle esposizioni, sebbene si noti il tentativo ministeriale di rafforzare le infrastrutture e il collegamento tra i diversi siti nazionali. Fa eccezione Palazzo Altemps a Roma con un focus su Antinoo. Si segnala la vacanza delle Scuderie del Quirinale di Roma, per l’assenza di nomine ai vertici. Ma si guarda con attenzione al Palazzo delle Esposizioni che ospita una rinnovata Quadriennale. Dinamica è la situazione milanese che realizza un programma espositivo full time dall’arte antica a quella contemporanea. Ecco  esplodere a Palazzo Reale i bagliori barocchi di Rubens che illuminano tuttora la storia dell’arte, l’opera di Hokusai e quella di Arnaldo Pomodoro nella sapienza di una scultura che ha trovato nel tempo forme definitive. Torino risponde nella Venaria Reale con Brueghel e segnala la giusta attenzione per l’arte fiamminga e per uno spaccato iconografico che rappresenta l’operosità contadina, il piacere della festa e le gioie del corpo. E procede in modo scorrevole la macchina espositiva nei grandi centri della penisola e delle isole, da Rovereto a Nuoro, fino ad Ancona con la mostra Ecce Homo. Da Marino Marini a Mimmo Palladino, ovvero la scultura di figura nell’arte italiana dal secolo dopoguerra  a oggi. Si segnala come il Futurismo aleggi sempre, confermando il suo spirito profetico dei maestri Balla, Boccioni, Arp e Dalì. Con la sua pittura e il suo spirito libero, Artemisia Gentileschi trionfa a Palazzo Braschi di Roma. Ed Atkins al Castello di Rivoli ci conferma che il terribile è già accaduto, come dimostra una poetica che scava nel profondo. Così all’Hangar Bicocca di Milano l’artista giapponese Suga del gruppo Mono invita il pubblico attraverso le sue installazioni “a scuola delle cose”. Warhol, nel Palazzo Ducale di Genova, ci rammenta ormai la sua classicità, Letizia Battaglia al MAXXI di Roma la sua attualità, Fabio Mauri al Madre di Napoli il suo spirito visionario, Chia a Foligno la grandezza della Transavanguardia. Insomma, un felice disordine espositivo circola nel sistema dell’arte italiano, aperto all’antico, al contemporaneo, alle molteplici generazioni e ai diversi movimenti che si sono succeduti nel tempo.
Achille Bonito Oliva – Arte – Il Venerdì di Repubblica  - 14 Ottobre 2016 -

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