Un Secolo Fa di questi giorni, nell’autunno del
1916, mentre l’Europa divorava in guerra la propria gioventù, in una città del
Sud degli Stati Uniti uno strano porcellino agitò la coda e cambiò la nostra
via di consumatori. A Memphis,nel Tennessee, aprì le porte il primo
supermarket, il prototipo di quei supermercati con trincee di scaffali,
prodotti con il prezzo marcato, self-service, ingressi separati per entrata e
uscita, casse, che avrebbero invaso il mondo. Si chiamava Piggly Wiggly e fu
creato dall’intuito di un negoziante di alimentari, Clarance Saunders, convinto
che i clienti avrebbero acquistato molta più mercanzia se avessero potuto
sceglierla da soli e prenderla dagli scaffali, invece di dover aspettare
l’assistenza di un commesso. Non esistevano studi o ricerche, ancora, che
potessero confortare la sua teoria. Niente altro che l’osservazione delle
donne, le principali frequentatrici del suo negozio, e delle esitazioni, delle
timidezze che molte di loro mostravano nel rapporto con i commesso. (..).
Nessuno sa perché Saunders scelse quel nome, che si potrebbe tradurre
come”Porcellino Scodinzolante”, e lui non volle mai spiegare che cosa lo avesse
ispirato, ma nessuno può negare, che quel modello, esecrato e combattuto invano
dal bottegaio tradizionale, abbia avuto un certo successo. Pochi anni dopo
l’apertura del supermarket di Mephis soltanto negli Stati Uniti erano aperti
2mila e 700 “Piggly Wiggly”. Il modello sarebbe definitivamente esploso con
l’invenzione del carrello, nel 1932. (..). La psicologia, lo studio del
comportamento, le misurazioni delle risposte cerebrali allo stimolo dei colori,
dei suoni, della luce, avrebbero costruito i moderni supermarket, seguendo lo
stesso principi che i casinò usano:
costringere i clienti, senza che se ne rendano conto, a indugiare molto più
tempo del necessario tra gli scaffali, nella certezza che più lungo sarà il
tempo trascorso dentro. più soldi perderanno e più prodotti compreranno. (..).
Frutta e verdura, sono brillantemente illuminate, come nelle lagioiellerie, e spruzzate per fingerne la
freschezza, ance se quello spry d’acqua accelera il loro andare a male. I
prodotti più costosi sono sistemati sugli scaffali più facilmente raggiungibili
e i cereali indirizzati ai bambini sono sistemati in modo che il personaggio,
il cartoon, il celebre campione sulla scatola li guardi direttamente negli
occhi. Le aziende sgomitano, e pagano, per avere i loro prodotti piazzati
strategicamente all’imbocco di una
trincea dove si vende di più, z’altra ragione che la collocazione. E non è
vero, contrariamente a ciò che le mogli rimproverano ai mariti, che siano gli
uomini a cadere nella trappola dell’acquisto inutile. Sia maschi che femmine
comperano il 40 per cento in più di quello che erano entrati per acquistare: le
donne perché si autoconvincono che si tratti di spese utili, gli uomini perché
soddisfano un impulso. Dunque, la prossima volta che entrerete in un
supermarket e vi chiederete, tornando a casa e studiando lo scontrino, come sia
stato possibile che per comprare sei uova vi siate ritrovati con un carrello o
un cesto pieno, ringraziate il signor Clarence Saunders del Tennessee e la sua
invenzione. Se può consolare, ammesso che i guai altrui possano lenire i
nostri, appena sette anni dopo avere aperto il primo “Porcellino Scodinzolante”
il signor Saunders era andato in bancarotta. Aveva comperato troppe azioni nel
supermarket della finanza.
Vittorio Zucconi – Opinioni - Donna di Repubblica – 15
Ottobre 2016 -
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