Erano anni che mi chiedevo perché noi essere umani facciamo ancora guere,
massacri, attentati. genocidi, ma ecco che un giorno mi capita di leggere il
suo bellissimo articolo Ad amare si impara da piccoli. Mi ha aperto un orizzonte
immenso, perché ho intuito subito che la responsabilità della nostra triste
situazione è tutta e solo nostra. Infatti mettiamo al mondo troppi bambini con
enorme leggerezza, senza dare loro quello ce è più importante di tutto e cioè l’amore. Che più del denaro, più del
successo, più del potere, è il fondamento della felicità e della vita stessa.
Pia Obersmù . Treviso
Ogni Tanto Mi chiedo se nella nostra civiltà, tutt’altro che liquida,
perché cementata dalle regole ferree dell’economia, sia ancora possibile
mettere al mondo bambini e prestar loro quell’attenzione di cui necessitano per
costruire un’identità positiva che garantisce una sicurezza di base per tutta
la vita. Eppure mai come oggi i bambini sono oggetto di attenzioni sanitarie
e psicologiche, e quindi guardati dal punto di vista che focalizza la
loro precarietà ed esposizione a tutti i possibili mali del corpo e della
mente. Io penso che questa situazione sia dovuta al fatto che i genitori stanno
con i loro figli pochissimo tempo, e poche volte rispondono alle loro richieste
di attenzione. Da parte mia li giustifico perché, per mantenere una famiglia,
oggi i genitori devono lavorare entrambi e quando tornano a casa sono stanchi e
talvolta anche frustrati, quindi non hanno né tempo né voglia di farsi inondare
dall’entusiasmo infantile. Per questa ragione si occupano dei loro bambini solo
quando stanno male. E così il bambino impara che se le parole sono inefficaci,
è sempre possibile ricorrere al linguaggio del corpo per ottenere, con i sintomi
della malattia fisica o psicologica, quello che in piena salute non si riesce a
ottenere. (..). Per sgravarsi dal senso di colpa dovuto al poco tempo che hanno
di dedicarsi ai loro bambini, i genitori li inondano di un’infinità di giochi
di cui i piccoli si entusiasmano solo quando aprono la confezione. E così si
instilla in loro quella noia da saturazione, i cui effetti devastanti si
vedranno nell’adolescenza, invece di quella noia per mancanza di giochi, che è
l’atmosfera migliore per scatenare la creatività che porta a costruirli da sé.
Si evita così di abituarsi al “tutto dovuto”, e si impara che se si vuole
ottenere qualcosa bisogna darsi da fare. Da ultimo siccome vige il principio efficienza secondo il quale
occorre imparare tutto da piccoli: l’inglese, lo sci, il calcio, la danza, il
pianoforte, oltre naturalmente alla scuola, questi bambini sono sottoposti a un
eccesso di stimoli che quando non si è in grado di contenerli, generano
angoscia. Per evitarla si abbassa il livello di coinvolgimento psichico, per
cui la psiche diventa apatica, ossia non registra la risonanza emotiva delle
azioni che compiono e degli eventi che accadono, con la conseguenza che, da
adolescenti, non si capirà tanto bene la differenza tra il bene e il male, tra
insultare un insegnante o prenderlo a calci, tra corteggiare una ragazza o
stuprarla. In una società come la nostra che rende così difficile mettere al
mondo dei figli ed educarli, l’amore che lei invoca per una buona educazione,
non è da scrivere con lettere maiuscole, perché quello cero e enfatico passa
attraverso queste piccole cos, di tutti i giorni, perché tutti i giorni i bimbi
crescono, e tutti i giorni vogliono essere osservati e riconosciuti. I bambini
infatti hanno bisogno non di un tempo “qualità” come si usa dire oggi, ma di
una gran “ quantità” di tempo per sapere se al mondo sono benvenuti oppure no.
umbertogalimberti@repubblica.it
- Donna di Repubblica – 22 Ottobre 2016
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