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martedì 5 luglio 2016

Lo Sapevate Che: Una grande migrazione fa arrossire le spiagge...



In principio a migrare fu la lumaca di mare: il biologo Jeffrey Goddard, dell’Università della California, scoprì nel 2014 che la Okenia rosacea, un bellissimo mollusco dell’ordine nudibranchio tipico del Sud della California, si era spostata a nord fino in Oregon, dove non era mai stata segnalata. Ma quello fu, appunto, solo l’inizio. Poche settimane fa le spiagge della California del Sud  sono state spettacolarmente invase da migliaia di granchi rossi Pleuroncodes planipes (in realtà più vicini ai paguri che ai granchi veri e propri), una specie che è raro incontrare a nord del Messico. Questi crostacei rosso brillante di solito vivono nelle acque del Pacifico tropicale. Quando si riproducono formano enormi “sciami” galleggianti sottocosta, che spesso finiscono sulle soiagge messicane. Dal 1970 a oggi solo cinque volte le acque sono diventate così calde da permetter loro di arrivare fino in California. Dopo il 1982, il fenomeno, si è però ripetuto nel 2015 e nel 2016. E non basta. Con i granchi rossi sono apparsi anche altri “invasori”, come marlin, mante, squali balena, tonni pinna gialla: tutti tipici dei Tropici. “Chiamarli invasori è ingiusto” dice Ferdinando Boero, biologo marino dell’Università del Salento  e ricercatore dell’Istituto di scienze marine del Cnr. “Un po’ come gli umani che sfuggono a guerre e clima impazzito, sono piuttosto “profughi” che scappano da acque troppo calde”. In effetti a spingerli verso nord è El Nino, il fenomeno meteorologico che ogni 5-6 anni riscalda il Pacifico orientale. Quello 2015-16, agendo su acque già surriscaldate dal cambiamento climatico globale, è fra i più intensi mai visti e provoca effetti vistosi sulla fauna marina. Ma anche senza El Nino “la grande fuga” dal caldo è in atto ovunque. “Una delle aree più colpite è il nostro Mediterraneo. Negli anni 70 feci un censimento di cnidari, invertebrati marini parenti delle meduse, a Portofino, trovandone cento specie diverse. Ho ora iripetuto la ricerca pochi anni fa: la diversità era diminuita, con le specie amanti di acque fredde scomparse e sostituite da altre che 40 anni fa si trovavano solo da Napoli in giù”.  Insomma i mari cambiano: “Come sono sempre cambiati: milioni di anni fa anche da noi c’erano le barriere coralline per esempio. Il problema è che ora il cambiamento sta avvenendo in decenni e non in millenni, e le specie fanno molta fatica ad adattarsi. Ma loro un equilibrio lo troveranno. Vedremo se in quell’equilibrio saremo compresi anche noi”.
Alex Saragosa - Scienze – Animali – Il Venerdì di Repubblica – 1 luglio 2016

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