La sabbia scaldata dal Sole può essere
utile per alleviare i dolori di muscoli o articolazioni. Ma con l’energia del
Sole assorbita dalla sabbia si può fare
molto di più, persino produrre elettricità di notte. Lo dimostra l’impianto
solare termodinamico (Stem) crato dalle industrie Magaldi, con la
collaborazione di Università Federico II di Napoli e Istituto di Ottica del
Cnr, e inaugurato il 30 giugno scorso a Milazzo, in Sicilia. Com’è noto, la
luce solare può essere trasformata in elettricità o direttamente, con il
fotovoltaico, o per via termodinamica, cioè usandone il calore per generare
vapore con cui azionare turbine. In entrambi i casi il problema è come
continuare a produrre energia quando il Sole non c’è, e in questo il solare
termodinamico è avvantaggiato: accumulare calore in una massa è molto più
facile che immagazzinare elettricità in costose e delicate batterie. Finora
negli impianti termodinamici il calore solare, concentrato tramite specchi,
veniva accumulato in oli minerali, che però non possono superare i 300°C e sono
inquinanti e infiammabili, o in Sali fusi, che possono raggiungere i 500°C e
sono innocui, ma che sotto i 200°C tornano solidi e perciò, in caso di lunghi
periodi senza Sole, vanno scaldati bruciando metano. Lo Stem supera queste
limitazioni usando semplice sabbia di fiume per accumulare calore. La sabbia
viene tenuta in sospensione da getti d’aria dentro una camera in cui la luce
solare arriva dall’alto, riflessa da un grande specchio quadrato sovrastante, a
sua volta illuminato da 786 specchi a terra, motorizzati per seguire il sole.
La nube di 220 tonnellate di sabbia arroventata a 650° C, vorticando nella
camera, cede il suo calore a tubi pieni di acqua, producendo così vapore da
inviare alle turbine. Di notte l’apertura della camera viene chiusa e la sabbia
si deposita sui tubi, continuando a scaldarli fino al mattino. “meccanicamente
il sistema è molto più economico, semplice e sicuro degli altri tipi di solare
termodinamico, e la sabbia accumula abbastanza calore da far funzionare
l’impianto senza Sole per sei ore alla massima potenza” ci dice Gennaro Somma,
ingegnere, responsabile tecnico dello Stem. Ma può questo sistema competere con
il fotovoltaico con batterie elettriche, che diventa sempre più economico?
“Certo, basti considerare che le batterie vanno sostituite dopo 10-15 anni e i
pannelli dopo 20-30 : il nostro impianto invece può funzionare per secoli, solo
rabboccando la sabbia”. L’impianto di Milazzo ha una potenza di 2 megawatt,
abbastanza per alimentare un migliaio di abitazioni, ma è progettato in modo da
combinarsi ad altri identici, fino a raggiungere le potenze desiderate,
un’altra caratteristica che ha
contribuito ad attirare l’attenzione di potenziali compratori, provenienti da
Stati dove si trovano insieme un forte irraggiamento solare, scarsa piovosità e
vaste pianure desertiche. “In Australia abbiamo comunità e miniere isolate nel
deserto alle quali è molto costoso portare energia” ci ha detto Mike Rann, ex
ambasciatore australiano in Italia. Questo sistema solare così semplice,
flessibile e conveniente per noi è l’ideale”.
Alex Saragosa – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 22
luglio 2016 -
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