E’arrivata viaggiando
con gli pneumatici, ma non su strada. Molto probabilmente la zanzara tigre
(Aedes malbopictus) sbarcò in Italia cullata nelle acque stagnanti dei
copertoni importanti dagli Stati Uniti. Un viaggio d’andata senza ritorno:
erano gli anni Novanta e da allora la tigre asiatica – perché di lì la zanzara
sembra essere originaria – avrebbe
trovato terreno più che fertile in Italia diventando tra gli animali più
infestanti e difficili da combattere.
Specie d’estate, specie quest’estate, quando l’allarme di Zika – il virus per
lo più sintomatico ma correlato al rischio della sindrome di Guillain-Barré e
di microcefalia nei neonati da mamme infette – è diventato concreto. (..) “Il rischio che il virus Zika arrivi in
Italia, e nel resto d’Europa è reale”, conferma Alessandra della Torre,
parassitologa presso il Dipartimento di Sanità pubblica e Malattie infettive
dell’Università Sapienza: “Se infatti finora il pericolo per il nostro
continente era basso, l’arrivo di questa stagione estiva cambia le carte in tavola”: Perché le zanzare
sono attive d’estate sì, ma “il rischio di diffusione di un patogeno trasmesso
dalle zanzare non è legato solo al periodo di attività degli insetti ma anche a
quanto viaggiano le persone infette e alle possibilità di movimento del virus
stesso. Con le olimpiadi brasiliane alle porte è più che probabile attendersi
un aumento del numero di viaggiatori che
ritornano dalle zone infette”. La paura infatti è che dopo essersi infettata in
aree dove il virus è endemico, come il Brasile appunto, la persona portatrice
(e con lei il virus) prenda un aereo, e possa arrivare in Europa. Qui le nostre
zanzare tigri potrebbero fare il resto: pungendo la persona infetta
diventerebbero bacino del virus e potrebbero innescare un’epidemia locale. (..)
Così, se per il Trentino il rischio è trascurabile, discorso diverso per città
come Roma, dove, complice l’alta densità di zanzare ma anche la vicinanza di
aeroporti internazionali e l’elevato numero di turisti, fino ad ottobre, il
rischio di epidemie locali è elevato, come risultato da studi coordinati da
Beniamino Caputo e da Angelo Solimini della Sapienza. E non solo per le
Olimpiadi: “Il 2016 è anche l’anno del giubileo ed è lecito attendersi un
flusso maggiore di pellegrini provenienti dall’America Latina a Roma rispetto
ad altri anni”, spiega della Torre. (..). Ma non solo: le zanzare per muoversi
hanno bisogno di passaggi, e così anche l’aumento del traffico di merci e di
persone degli ultimi anni favorisce la diffusione di specie esotiche:
“L’introduzione di nuove specie invasive è un rischio sempre possibile: si è
verificato in passato per Ae.Koreicus e Ae.japonicus, anch’esse esotiche e
potenziali vettori, che si stanno diffondendo in alcune provincie della Lombardia,
Veneto e Friuli Venezia Giulia”.(..). Era il 2007 e nelle aree di Ravenna
cominciarono a essere segnalati casi di una febbre dal nome dal sapore
africano, difficile da pronunciarsi: la Chikungunya, “ciò che piega” o “
contorce” per via di quei forti dolori articolari che limitano i movimenti dei
pazienti e che possono durare per mesi in seguito all’infezione. (..) Ma in
Italia, soprattutto al nord, negli ultimi anni si è imparato a tenere d’occhio
un altro fratello di Zika: il West Nile virus, che insieme a Zika e Dengue
rientra nei cosiddetti arbovirus, virus trasmessi all’uomo attraverso
artropodi, come le zanzare. (..). Nella nostra specie solo di rado causa
complicazioni: il più delle volte l’infezione rimane latente, senza sintomi, ma
può essere letale nelle persone anziane, spiega la ricercatrice. Stavolta però
le Aedes non c’entrano: il principale vettore del West Nile virus è un altro
insetto, anch’esso urbano, il Culex pipens, la cosiddetta zanzara comune, che a
differenza della tigre punge di notte. (..).
Non solo tigri Zanzare tigri e comuni non sono certo le uniche specie
presenti sul territorio nazionale. In Italia se ne contano una sessantina in
tutto, per lo più rare perché confinate in ambient particolari, come aree
palustri o laghetti alpini Di queste appena una ventina sono comuni e diffuse e
ancor meno pungono l’uomo e sono di interesse sanitario. (..). Per scongiurare
il rischio di punture i consigli sono sempre gli stessi, ricorda Di Luca:
“Zanzariere, repellenti per uso topico, indumenti di color chiaro e che coprano
il corpo il più possibile, insieme all’uso di diffusori di insetticida a
corrente elettrica o la vaporizzazione spray a base piretro e permetrina,
rimangono i consigli più appropriati per ridurre il rischio di punture e scongiurare
così i pericoli di infezioni”. Ma alcune infezioni, come Zika, possono
trasmettersi anche per via sessuale. Per questo l’Oms consiglia a coppie o
donne provenienti dai paesi interessati dall’epidemia e in cerca di bimbo di
aspettare 8 settimane prima di provare a concepire e sei mesi se il maschio
della coppia mostra sintomi riconducibile al virus.
Anna Lisa Bonfranceschi – Viaggi ed epidemie – L’Espresso 21
Luglio 2016 -
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