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martedì 19 luglio 2016

Lo Sapevate Che: Il triste declino di Tony Blais: dalla terza via al viale del tramonto...



“Una lezione su come non andare in guerra”.Questa sola frase di JohnChilcot, presidente della commissione d’inchiesta britannica sulla guerra in Iraq, cala l’epitaffio finale su uno dei più falsi miti della nostra epoca, la famosa Terza Via, e sul suo protagonista assoluto Tony Blair. Un mito morto e sepolto ormai in patria, prima con la vittoria di Jeremy Corbyn alle primarie laburiste, poi con la Brexit e infine col rapporto Chilcot, e che tuttavia sopravvive per le strane strade della storia in Italia. Era tutto falso. False le prove delle armi di distruzione di massa in mano a Saddam. Falsa la promessa di esportare la democrazia in Medio Oriente sulla punta delle baionette, che ha prodotto l’esatto opposto, l’avanzata dell’Is. Falsa la promessa di esportare la democrazia in Medio Oriente sulla punta delle baionette, che ha prodotto l’esatto, l’avanzata dell’Is. Falsa la travagliata e dolorosa scelta del governo inglese di entrare  in guerra, tante volte sbandierata da Blair nei suoi discorsi, visto che il premier inglese aveva giurato di obbedire all’alleato americano in ogni caso diversi mesi prima. Falsa la pretesa di rilanciare con la Terza Via il ruolo della Gran Bretagna nel nuovo scacchiere mondiale dopo la globalizzazione. In realtà la nazione che fu padrona del mondo si è comportata come un servo sciocco di Washington. Sarebbe bastato un minimo d’indipendenza peru orientare almeno in senso più utile una guerra comunque sbagliata. Gli inglesi avrebbero potuto svolgere un ruolo di consigliere  privilegiato. Per esempio avvisare gli ignoranti strateghi di Bush che l’Iraq era fin dall’origine un finto Stato, disegnato a tavolino dalle esigenze coloniali di unire in una sola entità un mare di petrolio sparso fra tre popoli nemici, curdi, sunniti e sciiti.  Era al contrario tutto vero quanto dicevano i pacifisti, irrisi dai tanti guerrafondai in pantofole schierati sui media. Si potevano e di dovevano cercare soluzioni alternative e assai più efficaci per combattere il terrorismo, senza ricorrere all’intervento armato. E rimangono veri i 179 soldati britannici uccisi, le 134 mila vittime civili irachene, i 4 milioni di profughi. Ma ci sono voluti tredici anni perché anche le istituzioni riconoscessero le ragioni di chi allora si era seduto dalla parte del torto. E’ una lezione da tenere a mente. Forse un giorno una commissione parlamentare tedesca accerterà le responsabilità delle politiche di Angela Merkel nel disastro europeo. Basta vere la pazienza di aspettare una dozzina d’anni. Peccato davvero che per l’epoca forse l’Europa non esisterà più.
Curzio Maltese – Contromano – Il Venerdì di Repubblica -15 luglio 2016 -

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