Voglia Di Ribaltare il sistema. E’ il collante dei
millennials americani, la generazione
che va dai 18 ai 34 anni. Il loto voto sarà determinante per scegliere il
prossimo presidente degli Stati Uniti. Il repubblicano Donald Trump pifferaio
del politicamente scorretto. Oppure la democratica Hillary Clinton così
istituzionale e così pappa e ciccia con l’alta finanza di Wall Street. Almeno
sulla carta, i millennials sono numericamente in vantaggio; hanno superato per
numero di aventi dritto al voto anche i baby boomers, i nati negli anni del
benessere e del comunismo di massa. Come i loro coetanei europei, questi
giovani – nati tra la fine del “secolo breve” e il sorgere del “secolo
digitale” ce l’hanno con il “corporate power”, considerato causa
dell’impoverimento dei loro genitori e del peggioramento delle condizioni di
vita nel prossimo futuro. (..). Il voto popolare, incubo delle élite. (..).
Intanto un nuovo referendum incombe sull’Europa. Si svolgerà il prossimo 2
ottobre nell’Ungheria del nazionalista Viktor Orbàn, quello dei muri
anti-immigrazione. E il quesito referendario, nella sua semplicità, punta a
elevare una barriera insormontabile: “Volete che l’Unione europea, anche senza
consultare il Parlamento ungherese, prescriva l’immigrazione in Ungheria di
persone che non sono cittadini ungheresi?”. E’ troppo facile prevedere quale
sarà il risultato, in nome del popolo sovrano e dell’autonomia della nazione.
L’Ungheria, secondo gli accordi raggiunti faticosamente l’anno scorso, avrebbe
dovuto farsi carico di circa 2.300 profughi. Ma il governo di Budapest userà
l’arma delle urne per annientare quel po’ di spirito comunitario che ancora
resiste sul Vecchio Continente. Come Se Non Fosse Bastata la ferita sanguinante di Brexit. Che
ci svela il lato oscuro di una grande democrazia qual è quella britannica. E
dunque costringe tutto il mondo occidentale a interrogarsi su se stesso, sulla
natura delle sue istituzioni, della loro rappresentanza e del rapporto che
queste hanno con le innumerevoli “periferie” che circondano i centri
decisionali. (..). L’estetica oltre la Manica non è più quella che credevamo di
conoscere: ed è un’estetica sostanzialmente pre-fascista. Muscolare, manichea,
sfrontata. Non ama le sfumature e non le pratica”. Da leggere tutto d’un fiato.
Si E’ Detto Che I Giovani britannici abbiano votato per restare in Europa, a
differenza dei loro genitori, la generazione dei Beatles e dei Rolling Stones
un forte tasso di astensionismo tra i millennials. La frattura dunque tra chi è
dentro il sistema e chi ne è fuori prescinde dal dato anagrafico . Semmai l’età
può essere considerato un fattore di accelerazione delle tensioni sociali. La
classe media dei paesi occidentali – operai, impiegati, piccoli imprenditori e
professionisti dissanguati dalla lunga crisi – ha subito un impoverimento
generalizzato. Colletti bianchi e tute blu, con un reddito medio intorno ai 30
mila euro, quelli che occupano nella scala della ricchezza mondiale una
posizione buona ma non privilegiata, sono rimasti fermi, nel pantano della
globalizzazione. Mentre i ricchi diventavano sempre pù ricchi e le masse di
diseredati dell’Asia e dell’Africa conoscevano finalmente condizioni di vita un
po’ decenti. E’ l’imprevedibile contrappasso di un pensiero europeo che ha
esportato libertà, mercato, welfare e consumismo. Oggi ne viene travolto
incapace di delineare un nuovo ordine mondiale. Toccherà ai millennials
ribaltare il sistema?
Luigi Vicinanza – Editoriale www.lespresso.it
- @vivinanzal – L’Espresso 14 luglio 2016 -
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