Bagnoschiuma alla fragola, talco assorbente, crema
lenitiva per il cambio pannolino, profumi. Sono solo alcuni dei prodotti che
fanno parte del beauty-case dei bambini, da quando nascono all’adolescenza. La
paidocosmesi (dal greco pais, paidòs “bambino”) è un mercato in crescita:
fattura circa 80 milioni di euro l’anno in Italia con prodotti destinati alle
farmacie, alle parafarmacie, alle profumerie, ai grandi magazzini. Perché i
genitori pensano così di accudire meglio i loro pargoli. Ma forse sbagliano. E’
quanto sostiene almeno Pucci Romano, dermatologa presidente dell’Associazione
di Eco-dermatologia Skineco e autrice
del libro“Un’amica per la pelle”(..). “I
bambini non hanno assolutamente bisogno di tutte queste cure cosmetiche. Anzi,
sarebbe bene limitare l’utilizzo di molti prodotti perché oltre a non apportare
benefici alla pelle, alcuni dei principi attivi spesso contenuti in questi
prodotti sono dannosi per la pelle infantile che è più fragile, soprattutto dal
punto di vista immunologico”. Prima regola, quindi, capire bene il contenuto
dei prodotti dedicati ai bambini, senza farsi influenzare dalla pubblicità. In
pratica, bisogna imparare a leggere il linguaggio Inci (International
Nomenclature of Cosmetic Ingrentients) ovvero l’elenco degli ingredienti
riportato in etichetta, per individuare le sostanze da evitare: Oltre a quelle messe sotto accusa
dalla ricerca scientifica come petrolati, siliconi, triclosan, glicol, Peg, ci
sono anche gli ftalati che alterano lo sviluppo del sistema riproduttivo
maschile, e la formaldeide, sostanza cancerogena usata per la conservazione e
la disinfezione”. Un altro prodotto da dimenticare è il talco: “Non ha senso
cospargere i bambini di una polvere che deriva da una pietra” dice la dermatologa.
“L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro lo ha classificato come
possibile cancerogeno, con un rischio legato all’inalazione. L’azione
assorbente del talco può essere svolta dall’amido di mais o di riso”. Ma quali
sono i principi attivi “buoni” per i prodotti destinati ai bambini, invece?
“Per prima cosa un cosmetico adatto alla pelle dei più piccoli deve essere
anche eco-dermocompatibile, cioè deve essere efficace e non dannoso per la
pelle ma deve rispettare anche l’ambiente. Tra i principi attivi da cercare in
etichetta c’è l’acido 18 beta-glicirretico: si ricava dalle radici della
liquirizia ed è noto per le proprietà antinfiammatorie”, spiega Pucci Romano.
Promosso anche il Bisabololo estratto dalla camomilla che è un efficace lenitivo
contro irritazioni e arrossamenti, oltre ad avere una leggera azione
disinfettante. E poi ancora la calendula, ricca di flavonoidi, l’Aloe, ricca di
vitamina C e minerali che favoriscono la riparazione cutanea, e il
Beta-glucano, uno zucchero che deriva dall’avena ed è capace di legare grandi
quantità di acqua e cederle alla pelle, idratandola. Altri rischi sono insiti
in un fenomeno sempre più alla moda, il baby make-up: il Web impazza di
tutorial in cui ragazzine preadolescenti spiegano alle coetanee come si
applicano il fondotinta o il gloss. L’età in cui le bambine iniziano a
truccarsi è scesa dai 13 ai 10-11 anni. E anche qui serve attenzione: le forze
dell’ordine hanno più volte sequestrato prodotti cosmetici per bambine
pericolosi per la salute perché contenevano livelli molto alt di metalli
tossici come arsenico, piombo e cadmio.
Irma D’Aria – Paidocosmesi –L’Espresso – 21 luglio 2016 -
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