Nello scandalo delle banche italiane,
che secondo il Financial Times rischia di avere sull’Unione europea effetti
ancora più devastanti della Brexit, si possono riconoscere alcuni tratti tipici
di quella commedia dell’arte cui si è ridotto il dibattito nazionale. C’è la
maschera di un governo italiano che come d’abitudine ha approvato al volo le
proposte di Bruxelles senza studiarle e senza capirle, in questo caso le nuove
norme del Bail in. Salvo poi
scoprire, come i governi precedenti, che si trattava della solita fregatura
della Germania, ormai specializzata nel proibire agli altr quanto ha appena
fatto, stavolta il salvataggio pubblico delle banche. Si poteva scoprire prima,
certo, ma è molto meglio approvare e poi contestare, per ridursi infine a
chiedere una deroga col cappello in mano. C’è poi la solita banda di dirigenti
incapaci piazzati dall’amico politico a dirigere qualcosa di cui non sanno
nulla. Avevo conosciuto tanti anni fa Giuseppe Mussari, l’ex boss di Monte dei
Paschi, ora indagato dalla magistratura per il surreale acquisto di Antonveneta
dal Banco Santander per 16 miliardi. Un bell’uomo, tipico avvocato della
Catanzaro bene, che quasi si vantava di non aver mai studiato economia e
finanza. Tanto, a che cosa gli sarebbe servito? Bastava curare le pubbliche
relazioni con i vertici dei Ds e di Comunione e Liberazione per governare la
più antica banca del mondo. E le banche italiane sono piene di piccoli Mussari,
allevati dai capobastone locali o nazionali, che alla fine rovinano migliaia di
famiglie, ma conservando il proprio tesoretto all’estero. Sullo sfondo di tutta la scena, appollaiati
sui rami, i soliti avvoltoi della finanza internazionale pronti a far soldi
sulle tragedie, mentre le autorità di controllo dormono. Questa è la storia,
grottesca se vista dall’alto. Ma se si sposta in basso lo sguardo, si apre
l’orizzonte del vero dramma. Perché una parte della montagna di crediti
deteriorati – 36° miliardi – che stanno affondando le banche italiane sarà pure
frutto di clientelismo, di prestiti concessi alla leggera agli amici degli
amici, ma il grosso è fatto di tante storie disperate di famiglie e aziende
strangolate dalla crisi e ormai incapaci di pagare la rata del mutuo. A loro si
dovrebbe pensare anzitutto, a salvare le famiglie e le aziende, prima delle
banche- Altrimenti non se ne uscirà mai.
Curzio Maltese – Contromano – Il Venerdì di Repubblica – 22
luglio 2016 -
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