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mercoledì 20 luglio 2016

Lo Sapevate Che: Disturbi Psichiatrici: Ogni Paese ha i suoi (e non capisce gli altri)...



Nel 1984, decine di uomini in un villaggio dell’isola di Hainan, nella Cina meridionale, si convinsero che il loro pene stesse scomparendo per influsso do uno spirito maligno. Nel giro di un anno l’ondata di panico aveva colpito oltre temila persone (bambini compresi) in sedici città, diventando la più vasta epidemia di Koro (o Sindrome di retrazione genitale)  che la storia ricordi. Il Koro rappresenta uno dei grandi dilemmi della psichiatria: si tratta di una sindrome diffusa solo nel Sud-Est asiatico e in due Stati dell’Africa occidentale. Nigeria e Benin, per cui è molto difficile inquadrarla in un modello patologico universale. Questo problema ha ispirato il libro inchiesta del giornalista americano Frank Bures The Geography of Madness (..) : perché alcune malattie mentali appaiono solo in certe culture? In Cina c’è anche la frigo fobia, la paura del freddo, che probabilmente ha le sue radici nell’imperativo della cosmologia taoista di bilanciare freddo e caldo; in Giappone ci sono gli hikikomori, persone che si ritirano dalla vita sociale fino a non uscire più di casa; in India la sindrome gilhari, la percezione che una lucertola stia strisciando sotto la pelle del collo. “Il Dsm, manuale statistico dei disturbi mentali, le definisce sindromi culturalmente determinate” spiega Bures  “e le confina in un’appendice finale.  Il fatto che provengano da altre culture le rende meno reali per la psichiatria occidentale. Tuttavia, anche l’anoressia o la sindrome premestruale sono proprie di una sola cultura: quella occidentale. Il punto è: si tratta di prodotti culturali unici  o di forme locali di una tendenza patologica universale? Probabilmente, quando l’uomo avverte un malessere è portato ad attribuirgli una causa in linea con le proprie credenze”. Esistono esempi sconcertanti del potere che tali credenze possono esercitare sulla mente: si è vsto che tra i cinesi con il cancro ai polmoni, quelli nati nell’anno del Metallo (cui lo zodiaco cinese associa vulnerabilità polmonare) muoiono in media cinque anni prima dei cinesi con lo stesso tipo di cancro, ma nati in un anno diverso. E’ noto, poi, il picco di arresti cardiaci tra cinesi e giapponesi il quattro di ogni mese: in queste culture il numero quattro è considerato sfortunato. Pare quindi che persino la morte, talvolta, possa rivelarsi “culturalmente determinata”.
Giulia Villoresi – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 15 luglio 2016 -

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