“Lo zaino pesa 30 chili. La temperatura
è 38 gradi. Adesso suda!” questo dicono gli scienziati militari del Natick
Research Lab a Sam, che non è una povera recluta cavia, ma uno Sweating agile manikin: un sofisticato
pupazzo che, sudando, permette di osservare la disidratazione tipica degli
scenari desertici. La ricerca militare si occupa anche di questo:
“Nell’esercito si verificano circa tremila colpi di calore all’anno: gli sforzi
obbligano i muscoli a chiedere più sangue, anche quello che sarebbe destina
alla sudorazione. Così il corpo disidratato non riesce più a raffreddarsi e il
soldato sviene” ci spiega Mary Roach, divulgatrice scientifica americana,
autrice di Grunt The Curious Science of Hummans at War (Soldato semplice. La
curiosa scienza dell’uomo in guerra. W.W. Norton (..)) “Il libro è nato per
caso. Mi trovavo in India per un articolo sul peperoncino più piccante del
mondo, il “peperoncino serpente”, e ho saputo che l’esercito indiano l’aveva
usato per fabbricare una granata stordente. Ho chiesto di visitare i laboratori
del ministero della Difesa e lì ho visto altre ricerche sorprendenti, per
esempio studi sulla fisiologia di guru che sostengono di non aver bisogno di
cibo per vivere”. Insomma, la ricerca militare può essere sorprendente. E non
solo in India. “Negli Stati Uniti l’aeronautica usa un cannone lungo 18 metri
che spara polli del supermercato contro gli aerei per studiarne la resistenza.
Ogni anno negli Usa si verificano infatti tremila collisioni con uccelli e 50
milioni di dollari di danni”. Con le larve di mosca invece si curano le ferite.
“Già nella prima guerra mondiale si notò la rarità della cancrena e la facilità
di rimarginazione nelle ferite invase da larve, che rimuovono i tessuti morti
facilitando la ricrescita di quelli vivi. Nel 2004 questo sistema è stato
approvato dalla Food and Drug Administration. Oggi è prezioso quando le
infezioni non rispondono a terapie più convenzionali: un esempio sono le ulcere
ai piedi dei diabetici” spiega Mary Roach. Si studia anche come tenere svegli a
lungo i soldati senza sostanze chimiche. Negli occhi abbiamo dei ricettori
specifici per la luce blu che arriva dal sole: quando sono stimolati, fermano
la produzione di melatonina, e restiamo svegli. “Il Naval Submarine Medical
Research Laboratory ha prodotto occhiali che emettono luce blu intorno agli
occhi, e fanno credere al cervello che ci sia luce solare anche di notte”.
Utili per i soldati, ma qualche volta anche per noi.
Giuliano Aluffi – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 22
luglio 2016
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