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mercoledì 27 luglio 2016

Lo Sapevate Che: Peperoncino e polli, armi non convenzionali dalla ricerca militare...



“Lo zaino pesa 30 chili. La temperatura è 38 gradi. Adesso suda!” questo dicono gli scienziati militari del Natick Research Lab a Sam, che non è una povera recluta cavia, ma uno Sweating agile manikin: un sofisticato pupazzo che, sudando, permette di osservare la disidratazione tipica degli scenari desertici. La ricerca militare si occupa anche di questo: “Nell’esercito si verificano circa tremila colpi di calore all’anno: gli sforzi obbligano i muscoli a chiedere più sangue, anche quello che sarebbe destina alla sudorazione. Così il corpo disidratato non riesce più a raffreddarsi e il soldato sviene” ci spiega Mary Roach, divulgatrice scientifica americana, autrice di Grunt The Curious Science of Hummans at War (Soldato semplice. La curiosa scienza dell’uomo in guerra. W.W. Norton (..)) “Il libro è nato per caso. Mi trovavo in India per un articolo sul peperoncino più piccante del mondo, il “peperoncino serpente”, e ho saputo che l’esercito indiano l’aveva usato per fabbricare una granata stordente. Ho chiesto di visitare i laboratori del ministero della Difesa e lì ho visto altre ricerche sorprendenti, per esempio studi sulla fisiologia di guru che sostengono di non aver bisogno di cibo per vivere”. Insomma, la ricerca militare può essere sorprendente. E non solo in India. “Negli Stati Uniti l’aeronautica usa un cannone lungo 18 metri che spara polli del supermercato contro gli aerei per studiarne la resistenza. Ogni anno negli Usa si verificano infatti tremila collisioni con uccelli e 50 milioni di dollari di danni”. Con le larve di mosca invece si curano le ferite. “Già nella prima guerra mondiale si notò la rarità della cancrena e la facilità di rimarginazione nelle ferite invase da larve, che rimuovono i tessuti morti facilitando la ricrescita di quelli vivi. Nel 2004 questo sistema è stato approvato dalla Food and Drug Administration. Oggi è prezioso quando le infezioni non rispondono a terapie più convenzionali: un esempio sono le ulcere ai piedi dei diabetici” spiega Mary Roach. Si studia anche come tenere svegli a lungo i soldati senza sostanze chimiche. Negli occhi abbiamo dei ricettori specifici per la luce blu che arriva dal sole: quando sono stimolati, fermano la produzione di melatonina, e restiamo svegli. “Il Naval Submarine Medical Research Laboratory ha prodotto occhiali che emettono luce blu intorno agli occhi, e fanno credere al cervello che ci sia luce solare anche di notte”. Utili per i soldati, ma qualche volta anche per noi.
Giuliano Aluffi – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 22 luglio 2016

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