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venerdì 1 luglio 2016

Lo Sapevate Che: OGM rischiosi? La ricerca sperimenta la "cisgenesi"...



Ogm sì o no? Per il momento il dibattito è sospeso. La nuova frontiera della ricerca italiana in campo agrario è la cisgenesi. Un incrocio di ultima generazione tra specie vegetali che mima in laboratorio ciò che accade in natura. Per farla semplice: un’ibridazione 2.0. “Il concetto fondamentale è che il trasferimento di Dna avviene tra due piante della stessa specie o tra specie sessualmente compatibili. In pratica rendiamo più veloci e molto più mirate le tecniche tradizionali di innesto che i contadini che usano da millenni” spiega Alessandra Gentile, docente di Arboricoltura all’Università di Catania e commissario Crea, il centro di ricerca in agricoltura del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali che coordina la sperimentazione nel settore. “La cisgenesi” continua la ricercatrice “ha il vantaggio di trasferire solo i caratteri genetici desiderati, utili ad aumentare la resistenza delle piante ai patogeni o ad arricchire le specie di sostanze nutritive. E’ vero che si tratta di una manipolazione genetica, ma è molto più rispettosa della natura rispetto agli Ogm, in cui il trasferimento genico può avvenire tra specie assai distanti tra loro, ad esempio da animali o batteri o virus a piante coltivate”. Se le piante diventano più resistenti alle malattie servono meno trattamenti chimici. Sotto questo aspetto la cisgenesi sposa la filosofa del biologico, che ripudia l’uso di pesticidi di sintesi. Ma per l’Europa questa nuova tecnica rientra tra quelle transgeniche e da no il dibattito è acceso. L’occasione è la discussione della legge sulla regolamentazione del mondo bio: “In commissione Agricoltura stiamo facendo audizioni sul rapporto fra cisgenica e biologico” spiega il deputato Pd Massimo Floro, primo firmatario della proposta di legge. 2c’è chi ritiene che queste tecniche possano stravolgere il settore. Ma bisogna dire anche che la direttiva europea sugli Ogm è vecchia di 15 anni e nel frattempo la scienza è arrivata a risultati imprevedibili”. L’Italia sta facendo pressione in Europa per una nuova normativa che regoli la cisgenesi, ritenuta efficace anche per valorizzare la biodiversità agricola. Di fatto i ricercatori italiani hanno sequenziato i genomi di moltissime specie del nostro Paese. Negli ultimi anni l’approccio cisgenico è stato usato per creare, ad esempio, una mela che resiste alla ticchiolatura. Altri studi sono riusciti a migliorare la qualità delle proteine nel grano duro e ad aumentare la resistenza della vite. Il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ha fatto stanziare nella legge di Stabilità 21 milioni di euro per finanziare il più importante progetto di ricerca pubblica sulle biotecnologie sostenibili. In attesa che Bruxelles faccia chiarezza c’è chi, come Coldiretti, resta prudente. “Sebbene Masini, responsabile Ambiente dell’associazione “preferiamo le pratiche di ibridazione tradizionali”. Anche Federbio per il momento non si sbilancia : “Non possiamo esprimerci” dice il presidente Paolo Carnemolla “finché non ci sarà una classificazione ufficiale da parte dell’Ue”.
Monica Rubino – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 17 giugno 2016 -

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