Il Malessere Che attraversa i Paesi occidentali ha il
volto di politici improbabili. Inquietanti. Se Donald Trump, con la sua corte
di miss passate e presenti, è l’dolo di un’America profonda, protezionista, in
conflitto con la religione degli affari officiata a Wall Street, in Europa la
francese Marine Le Pen, l’ungherese Viktor Orbàn, l’austriaco Norbert Hofer e
tutta la rete di capi e ducetti pronti ad imitarli impersonano gli architetti
di nuovi muri, di lacerazioni antiche. Sembra quasi stiano tornando
preponderanti le forze irrazionali della politica e della Storia, su cui a
lungo un filosofo come Benedetto Croce ha riflettuto dopo i due conflitti
mondiali del secolo scorso. Che i fenomeni storici non si ripetano mai nelle
stesse modalità, è più che certo. Il paradosso contemporaneo ha radici antiche, tuttavia. Il conflitto tra
sovranisti e unionisti si alimenta di una nostalgia ingiustificata del passato
(quando c’era la lira…,quando c’erano le frontiere…, quando eravamo padroni in
casa nostra…). (..). Tutte le democrazie occidentali vivono infatti una crisi
della rappresentanza e un indebolimento delle strutture liberamente elette per
effetto congiunto del perdurare della stagnazione economica, della pressione
sociale provocata dall’immigrazione di massa, della prevalenza dei poteri
economico-finanziari transazionali sulle volontà espresse dalle “piccole
patrie”. Per Meglio Comprendere i sommovimenti in atto nella pancia
di un Paese, è interessante sottolineare la metamorfosi di un partito
affermatosi in Italia a cavallo dei due secoli. La Lega Nord nata
indipendentista e poi federalista con Bossi, oggi – dopo gli scandali del clan
dell’Umberto – è con Matteo Salvini una formazione ultranazionalista e sovranista
sul modello del Front National. Di fronte alla complessità e alla pluralità di
un mondo globale, la risposta è tanto semplice e vecchia quanto impraticabile.
Ma rischia di rendere abbastanza in termini elettorali. D’altra parte gli eredi delle culture
politiche europee che hanno garantito pace e benessere economico per 70 anni si
stanno rivelando privi di idee, progetti, visioni. Se sempre più spesso
conservatori e progressisti governano insieme – in Germania ormai da anni – con
Grandi Coalizioni, sono costretti a farlo perché le basi parlamentari si
assottigliano. E ancor più si assottigliano, agli occhi dei cittadini impauriti
dalla crisi, le differenze di programma. Finendo per rafforzare ciò che si
vorrebbe contrastare: il dilagare delle
forze antisistema. Sopravvivrà Dunque l’Europa al Brexit? Al referendum
sulla permanenza o meno nell’Unione della Gran Bretagna? Il 23 giugno il voto.
Intanto una Ue sempre più debole affronta gli Stati Uniti nel Trip, il trattato
euro-americano di collaborazione commerciale. Qualcosa di enorme. Se ne parla
poco o nulla da noi. Eppure a partire dal 30 maggio i parlamentari italiani
potranno prender visione, in tutta riservatezza, dei documenti preparatori.
(..) Inciderà, (..) in maniera pesante nella vita di tutti. In bene e in male.
A partire da quel che mangeremo quotidianamente. Finirà perciò per spaccare
l’opinione pubblica. Nuova linea netta di demarcazione tra sovranisti e
unionisti. Nel piatto come nelle urne. (..).
Luigi Vicinanza – Editoriale
www.lespresso.it - @vicinanzal – 2 giugno 2016 -
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