Un ascensore affollato, un
supermercato con mille scaffali, una platea di gente in ascolto. Scenari
fittizi, generati da un computer per combattere fobie e ansie e trattare
disabilità cognitive e motorie. Perché la realtà virtuale non serve solo a
giocare ai videogame ma può anche curare e farlo meglio delle terapie
tradizionali. l’Italia è all’avanguardia
nel campo grazie all’Istituto auxologico italiano, l’unico al mondo ad
avere in uno dei suoi centri (le
residenze sanitarie assistenziali Monsignor Bicchierai a Milano) due cave, letteralmente caverne, stanze
dotate della tecnologia che permette ai pazienti di immergersi in mondi
virtuali controllati dai terapeuti. Un investimento da un milione di euro,
finanziato per metà dal Ministero della Salute. “I muri e il pavimento di
questi ambienti sono in realtà degli schermi tappezzati di sensori a raggi
infrarossi che segnalano i movimenti del paziente” ci spiega lo psicologo
Giuseppe Riva, docente alla Cattolica di Milano e, insieme al cardiologo,
geriatra e fisiatra Marco Stramba-Badiale. responsabile della cyber terapia
all’Auxologico. “I computer proiettano sugli schermi le immagini che il medico
ritiene adatte e il soggetto non deve nemmeno indossare il visore della realtà
virtuale. Per avere l’impressione di essere immersi nel mondo che viene
simulato bastano gli occhialini 3D, come quelli che si usano al cinema”. I
primi a beneficiare della nuova tecnologia sono stati degli anziani affetti da
demenza, Alzheimer e Parkinson. Creando per loro esperienze controllate e
mirate- città virtuali in cui cercare un certo indirizzo senza perdersi: un
supermercato affollato dove fare la spesa non dimenticando nulla – i medici
sono stati in grado di rallentare significativamente il declino cognitivo dei
pazienti. Un secondo intervento è stato effettuato su soggetti obesi,
esponendoli gradualmente a diversi cibi (virtuali). A un anno dalla terapia chi
si era sottoposto al trattamento con realtà virtuale era riuscito a mantenere il peso perso in
percentuale cinque volte superiore rispetto a chi aveva solo fatto la dieta.
Ora Riva e Stramba-Badiale cominciano a trattare virtualmente anche stress,
ansie e fobie. “Se un soggetto è affetto da stress lo inseriamo nelle situazioni
che scatenano l’ansia” prosegue Riva. “E se il paziente ha difficoltà a parlare
in pubblico, nella cave possiamo creare una platea di persone in ascolto. Se
non sa mai dire d no lo mettiamo a confronto con colleghi, sempre virtuali, che
gli avanzano ripetute richieste. L’esposizione alla fonte di stress si ripete finché
la reazione è più controllata”. La realtà virtuale, è stato dimostrato, è più
efficace della psicoterapia cognitiva-comportamentale, soprattutto in caso di
stress cronico. Stesso principio vale per le fobie, le paure irrazionali. Il
paziente viene esposto in modo controllato e graduale agli stimoli che
scatenano la sua paura: una folla immensa,
uno sciame di insetti, un palazzo altissimo e così via. Da luglio le
sedute di realtà virtuale potranno essere
prenotate privatamente. Per ora sono disponibili solo per chi è già ricoverato
all’Auxologico.
Deborah Ameri – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 24
giugno 2016 -
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