La differenza la fanno le lacrime,
lacrime autentiche che stanno dalla parte sbagliata di tutto. Dalla parte
sbaglata della frontiera, delle generazioni, e anche della vita. Quel giorno,
il 19 novembre 2015 – ricorda l’autore della foto, il macedone Gjorgji
Lichovski, a cui lo scatto ha meritato IL Premio Luchetta 2016 – mandai numerose
immagini alla mia agenzia. Ma le redazioni del mondo intero scelsero tutte la
stessa- Si è sempre il povere di qualcun altro,
il perdente di qualcun altro, il profugo di qualcun altro. Questa è la
storia che padre e figlio raccontano. Siamo a Idomeni, località alla frontiera
greco-macedone divenuta il simbolo del rifiuto europeo di accogliere ulteriori
migranti. Sette mesi fa quel varco non era ancora chiuso, ma non a tutti era
consentito il passaggio. La sbarra si alzava per chi proveniva dalla Siria,
dall’Iraq e dall’Afghanistan. C’erano lì anche iraniani, pachistani,
marocchini, ma il loro transito era interdetto. Aspettavano invano da giorni.
Padre e figlio erano tra quelli. Lichovski seguiva la scena dall’altra parte
del confine, dal villaggio macedone di Gevgelija. Bloccato a quel capolinea
della speranza, mentre vedeva gli altri autorizzati a proseguire il loro
viaggio vero il Nordeuropa, l’uomo aveva rimediato qualcosa da dare da mangiare
al ragazzino. A un tratto non ce l’ha fatta più. Ci hanno insegnato che nel
nostro mondo è tutto rovesciato, che l’inarrestabile progresso tecnologico fa
sì che siano le nuove generazioni ad insegnare ai genitori: l’uso degli
smartphone, l’esistenza di WhataApp e tutti i trucchi delle diavolerie
digitali. Ma che mondo è quello in cui i ruoli sono ribaltati al punto che sono
i figli a dover asciugare le lacrime dei padri? (..). Quando ebbe il primo
contratto professionale da fotoreporter era il 1989. Due anni dopo sarebbe inisiata
la disgregazione della Iugoslavia e per un decennio, dalla Macedonia al Kosovo,
Gjiogij Lichovski avrebbe fotografato guerre al limitare dell’Europa. Poi
quella storia finì e il reporter poté dedicarsi al suo sogno: fotografare lo
sport Europei e Mondiali di calcio, di basket, di pallavolo. “Lì trovai
finalmente me stesso” dice. “Facevo foto di persone giovani, sane e felici. Non
c’è violenza, è tutto ben organizzato, ben controllato, e di quelle immagini
c’è sempre richiesta nei media”. Poi la storia lo ha riacchiappato. Ha ripreso
a risalire i Balcani con i volti emaciati, sofferenti angosciati dei profughi.
Gjorgji Lichovski racconta ancora che l’indomani della pubblicazione ricevette
chiamate da giornalisti di mezza Europa. Erano sulle tracce dei due della foto,
per raccontarne la storia. Ma lui era di qua dalla frontiera e non poteva
aiutarli. Cercò con lo sguardo il padre e il figlio e non li trovò più. Venne
solo a sapere che il gruppo che era rimasto bloccato era stato riportato ad
Atene, e nulla più. La cerimonia di consegna del Premio Marco Luchetta 2016 si
svolgerà al Politeama Rossetti di Trieste la sera del 30 giugno. Tra i premiati
il giornalista di Repubblca Pietro Del Re e l’espresso.it. L’ex direttore di
Repubblica Ezio Mauro riceverà il Premio FriulAdria Testimoni della Storia.
Pietro Veronese – Esteri – Il Venerdì di Repubblica – 24
giugno 2016 -
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