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lunedì 27 giugno 2016

Lo Sapevate Che: Furbetti Recidivi...



Stangata Fiscale sui furbetti di Panama. L’Agenzia delle Entrate ha chiuso le prime verifiche sugli italiani che risultano titolari delle società offshore svelate dall’inchiesta giornalistica Panama Papers. E ora decine di ricchi beneficiari cominciano a ricevere lettere formali che, in pratica, li accusano di evasione fiscale. Il problema più grave e meno prevedibile riguarda i soggetti sospettati di aver barato con la cosiddetta voluntary disclosure. Si tratta della speciale sanatoria, varata l’anno scorso, che permetteva di regolarizzare i capitali esteri versando le tasse arretrate ed evitando così le multe. A differenza dello scudo fiscale applicato nel 2002-2003  e ripetuto nel 2009-2010 dal governo Berlusconi con l’allora ministro Giulio Tremonti, cje consentiva di mantenere l’anonimato versando solo il 5 per cento, la voluntary disclosure  è una vera e propria auto-denuncia totale: l’interessato ha l’obbligo di farsi identificare e deve dichiarare tutte le ricchezze occultate oltre confine. Altrimenti perde qualsiasi beneficio e rischia una batosta fiscale e penale. Da settimane la direzione dell’Agenzia sta incrociando queste diclosure con la mole dei dati pubblicati dal consorzio giornalistico internazionale Icij, rappresentato in Italia da “l’Espresso”, E tra i casi finora esaminati, “circa il 20 per cento” risultano irregolari: gli aspiranti al condono hanno dichiarato solo una parte dei loro patrimoni esteri. Senza dire nulla sui tesori nascosti nelle offshore create a Panama (..). A questo punto l’Agenzia delle Entrate ha cominciato a comunicare a decine di ricchi italiani che la loro coluntary disclosure è sospesa. Per chiudere la pratica, il fisco dovrà ottenere i documenti originali sulle offshore dalle autorità di Panama. Che per la prima volta si sono impegnate a collaborare: lo Stato centroamericano ha ormai firmato il trattato fiscale, che attende solo la ratifica finale italiana (già approvata dalla Camera). (..). In altre “decine di casi”, l’Agenzia delle Entrate sta indagando sui più tradizionali italiani con l’offshore: quelli che non hanno mai dichiarato niente, né prima né dopo la disclosure. Anche loro rischiano multe disastrose e processi per evasione o per il nuovo reato di auto-riciclaggio. Ma almeno non si sono autodenunciati. Il consorzio Icij, in quella che è stata definita come la più grande fuga di notizie nella storia della finanza, ha pubblicato i nomi dei beneficiari di oltre 120 mila società-cassaforte create dallo studio Mossack Fonseca, che ha la sede centrale a Panama e filiali in tutto il mondo. Una fabbrica di offshore che per quasi mezzo secolo ha nascosto enormi ricchezze di imprenditori, politici, dittatori, stelle dello sport e spettacolo, oltre a narcotrafficanti e boss mafiosi. “L’Espresso” ha identificato 280 beneficiari italiani e altre 500 società con azionisti anonimi (con titoli al portatore) che però sono domiciliati nel nostro Paese.  Ora gli ispettori del fisco e i magistrati di varie procure stanno indagando per smascherare anche gli italiani con le offshore anonime. Le  inchieste su Panama sono solo all’inizio
Paolo Biondani – Panama Papers – L’Espresso – 23 giugno 2016 -

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