Ci sono i pescatori di Titanic, che riportano a galla e mettono nel
paniere ogni soprammobile e ogni minuzia trovati nelle profondità e poi li usano come esca per
tentare di catturare uno scafo ancora più grande. Non lo sapete ma ce ne sono,
ce ne sono, a branchi, se si gira al largo dalle baleniere giapponesi. C’è chi
gira il mulinello convinto che alla fine troverà appesi all’amo magari una
pensione, un lavoro, un ruolo.
Il segreto è la pazienza e, diciamolo, anche un po’ di
ingenuità. Ma dall’acqua non salta mai fuori qualcosa di nuovo, qualcosa per la
quale sia valsa la pena di aspettare lì nell’umido (oppure in mezzo alla carta
e al metallo).
Il mare è così, il cielo anche. Per spirito di carità non
parliamo della terra e dell’aria. Ci resta lo zapping, che arieggiando i nostri
neuroni può prepararli a una nuova semina, stanno decidendo adesso di che cosa.
Massimo Bucchi – Sottovuoto – Il Venerdì di Repubblica – 3
giugno 2016 -
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