Se Gioacchino Belli aveva elevato a dignità
letteraria il romanesco popolare della prima metà dell'Ottocento, lui optò per
il dialetto borghese, più vicino all'italiano ed espressione
appunto della classe borghese. Politici, gerarchi fascisti, letterati e tutti
gli altri protagonisti della cronaca di quei tempi finirono nel mirino della
sua sferzante ironia, espressa sotto forma di favola moraleggiante alla maniera
di Esopo.
Celebre la teoria dei due polli,
contenuta nella poesia "La Statistica", con cui svela l'ingannevole
utilizzo delle statistiche, per fini politici, e che tutt'oggi conserva la
propria validità. In pratica: se una persona mangia due polli e un'altra
nessuno, secondo la media risulta che entrambi ne hanno mangiato uno.
Scomparve nella sua amata città il 21 dicembre
del 1950, venti giorni dopo aver ricevuto la nomina a senatore a vita dal
presidente Einaudi. Molte delle sue poesie hanno ispirato artisti famosi, tra
cui Baglioni e Jovanotti, e finanche un pontefice, Giovanni Paolo I,
che lesse "La fede" nel corso di un'udienza.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/1621001
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