D'altronde i 556 deputati (tra di loro 21 donne)
sono stati votati il 25 giugno 1946 per formare quell'Assemblea Costituente (la
prima in Italia eletta a suffragio universale), il cui principale compito era
di redigere la nuova carta costituzionale. Il tutto a cento anni di distanza
dall'adozione dello Statuto Albertino, che era diventato il testo
fondamentale del Regno d’Italia nel 1861 ma che, dopo la sconfitta della
monarchia al referendum del ’46, non era più conciliabile con il
mutato assetto repubblicano.
All'apertura dei lavori, prende la parola Meuccio Ruini, presidente
della Commissione per la Costituzione, di cui fanno parte 75 membri
incaricati di stendere il progetto generale del prezioso documento. Nelle sue
parole emerge il momento difficile che attraversa la Nazione, colpita da una
grave crisi economica e sociale, di fronte alla quale le istituzioni sono
chiamate a dare un segnale di solidità e di lungimiranza per le future
generazioni.
Questo segnale, per Ruini, è nella libera Costituzione che l'Italia sta per
darsi, da lui definita «inno di speranza e di fede» e in grado
di porre un argine invalicabile agli errori e ai soprusi del recente passato.
Si arriva al fatidico momento del voto e la procedura adottata è a scrutinio
segreto. Un'ora dopo il Presidente dell'Assemblea Costituente, Umberto
Terracini, dà lettura dell'esito della votazione: presenti 515; maggioranza
258; voti favorevoli 453; voti contrari 62. La Costituzione è approvata!
Tra gli applausi dei presenti levatisi in piedi, si alza il coro unanime «Viva
la Repubblica!». Firmata cinque giorni dopo, in una cerimonia solenne a
Palazzo Giustiniani dal Capo dello Stato (carica provvisoria in attesa di
assumere il titolo di Presidente della Repubblica) Enrico De Nicola,
dal Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi e dallo stesso
Terracini, entrerà in vigore dal 1° gennaio del 1948.
La legge fondamentale dello Stato italiano è composta da 139 articoli (cinque
dei quali saranno abrogati con la legge costituzionale del 2001) divisi in
quattro sezioni: Principi fondamentali (articoli 1-12); Diritti
e doveri dei cittadini (articoli 13-54); Ordinamento della
Repubblica (articoli 55-139); Disposizioni transitorie e
finali (articoli I-XVIII).
È imperniata su una concezione antiautoritaria dello Stato, che si traduce
nell'assegnare un ruolo centrale al Parlamento rispetto al potere esecutivo.
Aspetto quest'ultimo che rimanda a un'altra peculiarità: è una costituzione
"rigida", con riferimento sia al fatto che è modificabile soltanto
con una maggioranza qualificata di ciascuna camera; sia all'eventualità che
leggi in contrasto con essa vengano poste al vaglio della Corte
Costituzionale.
La discussione parlamentare sul testo, passata attraverso 170 sedute, è stata
tutt'altro che agevole e su ogni singolo articolo si sono scontrate le diverse
sensibilità politiche. A partire dal 1° articolo su cui si sono trovati tutti
concordi che dovesse indicare il tipo di democrazia adottato: la versione
finale «L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro» è
nata come sintesi tra la «Repubblica democratica dei lavoratori» di
Palmiro Togliatti e della sinistra e la «Repubblica fondata sui diritti
della libertà e sui diritti del lavoro» dei repubblicani di Ugo La Malfa.
Del testo approvato nel 1947 si conservano tre originali, uno dei quali presso
l'archivio storico della Presidenza della Repubblica.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/29006
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