Dopo trentasei anni di dittatura
franchista e di clima repressivo contro ogni forma di opposizione, nel
1975 la Spagna si trova sempre più isolata dalla comunità internazionale e nel
pieno di una grave crisi energetica. Alla morte del generale Franco, il
re Juan Carlos I di Borbone si trova a governare una fase
politica complessa, che sarà ricordata come Transizione spagnola.
Urgono profonde riforme istituzionali in senso democratico, ma la conferma del
franchista Arias Navarro, come primo ministro, risulta un deterrente per
qualsiasi tentativo di dialogo tra le varie forze rappresentate in parlamento.
La situazione cambia con l'esonero di Navarro al quale subentra Adolfo
Suàrez (esponente dell’Unione di Centro Democratico), che d’accordo
con gli altri partiti promuove il referendum sulla legge di riforma
politica.
Il risultato positivo della consultazione ha come effetto immediato l’indizione
delle prime elezioni democratiche e come conseguenza successiva l'avvio della
discussione sulla Costituzione. Sette i deputati della sottocommissione
incaricata dal Congreso de los Diputados di redigere il testo,
successivamente approvato dalla Commissione Costitucionale del Senado e
dall'assemblea in seduta plenaria.
Sottoposta a un referendum popolare confermativo, la Costituzione viene
promulgata dal Re il 26 dicembre 1978 e tre giorni dopo entra ufficialmente in
vigore in seguito alla pubblicazione nel BOE (Bollettino Ufficiale Spagnolo).
La Costituzione spagnola, tuttora fonte del diritto suprema nell'ordinamento
giuridico spagnolo, in linea con le costituzioni moderne si presenta
strutturata in due parti: la parte dogmatica e la parte
organica.
L'introduzione è affidata al Preambolo, curato dal sociologo e
giurista Enrique Tierno Galván. Tra gli impegni della Nazione qui
riportati: «consolidare uno Stato di Diritto che assicuri la supremazia
della legge come espressione della volontà popolare»; «proteggere
tutti gli spagnoli e i popoli di Spagna nell'esercizio dei diritti umani, la
loro cultura e le loro tradizioni, lingue e istituzioni»; «promuovere
il progresso della cultura e dell'economia per assicurare a tutti una degna
qualità di vita».
Nella parte dogmatica sono elencati i principali diritti costituzionali dei
cittadini spagnoli, seguiti dai tratti identitari dello Stato. In particolare,
si riconosce il diritto all'autonomia delle nazionalità e
delle regioni che integrano la nazione spagnola; l'ambiguità del testo tuttavia
darà vita a interpretazioni contrastanti rallentando la concessione
dell'autonomia e il trasferimento delle competenze.
Nella parte organica si delinea la struttura dello Stato, ispirata al modello
tripartito di divisione dei poteri di Montesquieu (Potere esecutivo, Potere
legislativo e Potere giudiziario) e permeata da un'ideologia liberale.
L'assetto statale è quello di una monarchia costituzionale, con un
Re dai poteri limitati e indicati dalla Costituzione. La sovranità popolare si
esprime attraverso i rappresentanti eletti in Parlamento,
quest'ultimo suddiviso in Congreso de los Diputados (la camera bassa) e Senado
(camera alta).
Una copia della Costituzione del ’78 è esposta nella sede del Congreso de los
Diputados.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/57004
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