Accadde tutto in una notte, quella di giovedì 16
dicembre 1773. Sessanta componenti dei Sons of Liberty (in
italiano "figli della libertà", nome della società segreta che si
batteva per l'indipendenza delle colonie americane dall'Impero britannico),
travestiti da pellerossa, assaltarono tre navi della Compagnia delle
Indie Orientali cariche di tè, attraccate nel porto di Boston
(capitale del Massachusetts).
Impossessatisi dell'intero carico, svuotarono le oltre 300 ceste di tè in mare
(circa 5 tonnellate, per un valore di 10.000 dollari dell'epoca). Un raid
simbolico per protestare contro il British Parliament's Tea Act,
una legge ideata per favorire il monopolio della Compagnia delle Indie
Orientali attraverso l'eliminazione della tassazione sul tè. Ciò
rendeva più competitivi i prezzi della Compagnia rispetto a quelli dei
contrabbandieri americani-olandesi.
Il provvedimento fu solo l'ultimo atto di una politica fiscale avvertita come
penalizzante dai coloni americani, rispetto alla rappresentanza che veniva loro
riconosciuta nel parlamento inglese. In tal senso entrò nella memoria
collettiva la frase di John Hancock - uno dei leaders storici
della protesta - «no taxation without representation» (letteralmente:
"niente tasse senza rappresentanza").
Di fronte all'ennesima prepotenza i Sons of Liberty, guidati da Samuel
Adams (tra i padri fondatori degli Stati Uniti d'America), si
organizzarono in diversi incontri segreti per concordare azioni di
boicottaggio, che raggiunsero il culmine nel raid del 16 dicembre. La reazione
di Londra fu durissima e si tradusse nelle famigerate Leggi
intollerabili: stabilivano tra l'altro la messa al bando del porto di
Boston e una forte restrizione all'autonomia del Massachusetts.
La controreazione portò nel 1774 alla decisione del congresso continentale,
riunito a Filadelfia, di boicottare sistematicamente tutte le merci inglesi. I
successivi tentativi concilianti di Londra furono vani e nella primavera del
1775 scoppiò la lunga Guerra d'indipendenza americana, che si
concluse nel 1783 con il Trattato di Parigi.
Considerato nei decenni successivi come episodio marginale dell'impresa
rivoluzionaria (essendo in contrasto con il principio cardine della difesa
della proprietà), il Boston Tea Party fu rivalutato (e ricordato con questo
nome) a partire dal 1830, anno in cui venne pubblicata la biografia di George
Robert Twelves Hewes, uno degli ultimi protagonisti della celebre protesta
ancora in vita.
All'episodio della distruzione del tè è oggi dedicata una rievocazione
in costume d'epoca che si tiene nel giorno dell'anniversario.
Il nome è stato ripreso in parte dal “Tea Party”, movimento della destra
conservatrice e libertaria nato negli Usa nel 2009, che ha tra i suoi obiettivi
una forte riduzione della pressione fiscale e un'economia interamente sottratta
al controllo dello Stato.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/26041
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