Fondato e diretto da Silvio Spaventa Filippi, che era partito da
un’idea della pedagogista e scrittrice Paola Lombroso, il Corrierino (variante
familiare usata dai suoi giovanissimi lettori) introdusse nel contesto italiano
i personaggi dei fumetti americani, presentati all'interno di tavole
illustrate, ognuna suddivisa solitamente in quattro strisce di due vignette
ciascuna.
Ma in questo primo numero trovò spazio anche uno dei personaggi più popolari
lanciati dal settimanale: Bilbolbul, un bambino africano
protagonista di storie surreali. A disegnarlo fu Attilio Mussino che
insieme ad Antonio Rubino (ideatore di Quadratino,
altro personaggio storico) rappresentarono le colonne portanti del Corrierino
fino agli inizi degli anni Cinquanta.
In questa prima fase le "nuvolette parlanti" (il termine inglese
è balloon) erano rigorosamente vietate, perché ritenute
diseducative. Al loro posto c'erano i sottotitoli composti da filastrocche in
rima baciata, dal tono moraleggiante. Siamo certamente lontani dall'idea
moderna di fumetto.
Le tavole illustrative erano permeate di valori pedagogici,
patriottici e risorgimentali, in perfetta sintonia con la mentalità di allora
che non ammetteva l'esistenza di libri per ragazzi concepiti esclusivamente per
il loro intrattenimento. Tutto doveva avere un fine educativo, e ciò spiega
perché la maggior parte dei contenuti fosse costituita da racconti, poesie e
brevi testi teatrali.
Il successo del primo numero fu straordinario, al punto che venne stampato in
80.000 copie. Ciò lo rese subito un riferimento per bambini e adolescenti. Nel
1917 fu la volta di un altro protagonista storico di quegli anni: il Signor
Bonaventura nato dalla matita di Sergio Tofano.
Dieci anni dopo, presero piede le nuvolette - che sul
Corrierino si affermarono solamente a partire dagli anni Sessanta - grazie a
nuove pubblicazioni che segnarono l'evoluzione moderna del fumetto made in
Italy: dal primo numero di Topolino (edito nel 1932 da
Giuseppe Nerbini) ai settimanali L’Avventuroso (che portò
dagli Usa Mandrake e Flash Gordon) e Intrepido (che inaugurò
il genere romantico e sentimentale).
Dopo il grande avvento, nel Dopoguerra, delle riviste dedicate a un singolo
personaggio – il più amato fu Tex Willer di Sergio Bonelli, uscito
nel 1948 – si arrivò agli anni Sessanta che portarono alla ribalta i
"cattivi", gli antieroi per eccellenza come Diabolik delle
sorelle Giussani (1962), accanto a fumetti d’autore come l'insuperabile Corto
Maltese, che Ugo Pratt lanciò in "Una ballata del
mare salato".
Pratt e Benito Jacovitti (padre del famoso cowboy Cocco Bill)
furono gli artefici della stagione d'oro del Corrierino, vissuta dalla seconda
metà degli anni Sessanta alla prima metà dei Settanta, suggellata dagli esordi
di Lupo Alberto (pubblicato da Silver sul Corriere dei
Ragazzi, nato come costola del Corriere dei Piccoli da cui si distaccò nel
1972) e di La Pimpa (creata nel 1975 da Altan e considerata il
più fortunato fumetto italiano per bambini in età prescolare).
Gli anni '80 coincisero con il periodo di crisi del settore, fortemente
condizionato dall'avvento dei manga giapponesi in TV, che col
passare del tempo presero il sopravvento anche nelle riviste di fumetti, la
prima delle quali fu Zero (1990), interamente dedicata ai manga.
Nel 2008 venne celebrato un secolo di storia del fumetto, partendo dalla prima
uscita del Corriere dei Piccoli che, sebbene avesse smesso le pubblicazioni da
gennaio del 1996, venne celebrato come il periodico dedicato all'infanzia più
longevo d'Italia.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/9206
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