Nato a Trieste e morto a Motta di Livenza (in
provincia di Treviso) nel 1928, il vero norme era Aron Hector Schmitz (figlio
di un commerciante tedesco), italianizzato in Ettore Samigli. Scelse fin dal
primo romanzo, Una vita, lo pseudonimo Italo Svevo per
interpretare l'anima cosmopolita della sua città, crocevia di traffici e di
scambi culturali tra i paesi della Mitteleuropa.
Le disavventure economiche della famiglia lo
spinsero ad accettare a malincuore un lavoro in banca, scrivendo recensioni
teatrali ed articoli per il quotidiano triestino L'Indipendente.
Dopo "Una vita", completò con "Senilità" (1898) e La
coscienza di zeno (1923) una trilogia a sfondo autobiografico, i cui
protagonisti sono "vinti", sopraffatti dalla loro inettitudine a
vivere e incapaci di inserirsi nel mondo che li circonda.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/3568001
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