Se si pensa che attualmente è praticato per il 97% da donne, desta enorme
sorpresa scoprire che sia stato un uomo a praticarlo per primo. In pantaloncini
e gilet, Campbell iniziò a incitare gli altri ragazzi seduti sulle gradinate al
grido di «Rah Rah Rah» e infine compitando «Minn-e-So-Tah».
Lo spettacolo piacque a tal punto che decisero di ripeterla per tutto il
campionato, denominando il gruppo di speciali
supporter cheerleader (da cheer, in italiano:
"evviva", "applauso"). L'ingresso delle ragazze fu
registrato a partire dal 1923 e inizialmente fu accolto con diffidenza
dall'ambiente sportivo fortemente “maschilista”.
Il loro successo iniziò con la comparsa delle prime coreografie eseguite con i
tradizionali pon pon – da cui la traduzione italiana di
"ragazze pon pon", mal digerita dalle dirette interessate –
realizzati negli anni Trenta con la carta, sostituita poi nel 1965 dal vinile.
Da semplice spettacolo di contorno agli incontri sportivi, il cheerleading
acquistò col tempo una propria autonomia, con la nascita alla fine degli anni
Quaranta delle prime associazioni. La dignità di sport vero e proprio arrivò
più tardi con l'inizio dei primi campionati che esordirono in TV nel 1978.
In Italia ha avuto una sistemazione in epoca più recente, nel 2008 e nel 2009
con la costituzione di due federazioni separate, rispettivamente la FISAC e la
FICAD; la maggior parte delle associazioni di entrambe le federazioni dal 2013
dà vita alla FICEC, riconosciuta ad agosto dello stesso anno come
membro effettivo della European Cheer Union (ECU).
http://www.mondi.it/almanacco/voce/14082
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