Un teatro di luci e di ombre
Rembrandt Harmenszoon van Rijn nasce il 15 luglio 1606
a Leida (Olanda), ottavo figlio di nove fratelli. Il padre, un agiato mugnaio,
era proprietario di un mulino sulle sponde del Reno e chiamato perciò "Van
Rijn" (del Reno).
Desideroso che il figlio facesse una carriera
importante, e che si elevasse dal ceto artigianale, lo iscrive, nel 1620, alla
facoltà di lettere della sua città.
Il giovane vi rimane pochi mesi, preferendo
frequentare lo studio del pittore Isaaksz van Swanenburg che gli fa conoscere
l'arte italiana e i suoi capolavori, studiati febbrilmente dall'allievo.
In aggiunta a ciò, bisogna sottolineare che negli anni
venti del Seicento la pittura di tutta Europa è squassata dall'arte
rivoluzionaria di Caravaggio che
ottiene sorprendenti effetti realistici grazie all'uso del tutto personale
delle luci. Una lezione che Rembrandt terrà ben presente.
Inoltre, esplosa l'Olanda sul piano economico (grazie
alla sudata indipendenza dagli spagnoli e all'unificazione dei Paesi Bassi), la
città del pittore diviene un'importante centro umanistico e artistico, anche
sotto l'impulso dell'università. Si sviluppa allora un'importante scuola
pittorica seconda solo a quella di Utrecht il cui artista di punta fu Luca da
Leida; un punto di riferimento importante per le prime esperienze pittoriche di
Rembrandt.
Dopo questo apprendistato, Rembrandt si
associa al coetaneo Jan Lievens, anch'egli pittore di grande levatura: la loro
fama gradualmente si diffonde fra gli ambienti della borghesia colta, la stessa
che ama frasi ritrarre dai due artisti in modo realistico e riconoscibile. Ma
la vera occasione, per la carriera del pittore olandese, avviene nel 1631, poco
dopo la morte del padre. Rembrandt infatti decide di lasciare Leida per
Amsterdam. In questa città, si conclude la formazione pittorica di Rembrandt,
in particolare grazie alle lezioni di Pieter Lastman, celebre artista del
luogo. Rembrandt, studia con attenzione i quadri di Lastman e ne impara la
precisione e l'uso di colore tipicamente italiano, riproponendo alcuni dei
soggetti storici del maestro. Grazie all'estrema abilità, ben presto però
l'allievo supera il maestro. Se ne accorgono anche gli intenditori, che nel
giro di poco tempo eleggono Rembrandt a loro beniamino. Inoltre, ha modo di
accedere agli ambienti colti dell'alta società e, grazie a queste
"entrature", di fidanzarsi con Saskia, nipote di un ricco mercante
d'arte; i due si sposeranno successivamente nel 1634. Ed è proprio in questo
periodo, dal 1634 al 1642, che Rembrandt inaugura i suoi capolavori, che vanno
dalla celeberrima "Lezione di anatomia del dottor Tulp" alla
"Passione di Cristo".
Rembrandt van Rijn,
da questo momento, si circonda anche di una folta schiera di discepoli, per i
quali decide di costruire "ex novo" una scuola. Ma a partire dagli
anni 40 del seicento, comincia anche il suo tracollo economico e familiare, a
causa, da un lato della poco oculata gestione delle finanze e dall'altro
dell'abbattersi di veri e propri drammi affettivi. Nel 1640 muore la madre e
poco dopo anche l'adorata moglie. Solo e sconsolato si ritira nella pittura
fino a quando conosce Geertge Dirck, governante del figlio Tito, con la quale
intraprende una intensa relazione. Quest'ultima, però, per la sua scandalosa
condotta subisce un processo che si risolve in una condanna in casa di
correzione. Non a caso, in questo periodo la produzione di Rembrandt rivela estrema
sofferenza: negli autoritratti appare un uomo invecchiato e privo di vitalità.
Finita questa storia d'amore, si invaghisce di
Hendrickje Stoffels, con la quale prima convive e tardi sposa. Insieme faranno
due figli.
Al 1654 risale uno dei suoi quadri più celebri: "Betsabea con la
lettera di David".
In seguito, nel 1657 Rembrandt perde
tutti i beni ed è costretto a trasferirsi in una modesta casa. Dopo il 1660,
però, riesce a imporsi di nuovo sulla scena europea: dipinge i "Sindaci
dei drappieri" e il "Giuramento dei Batavi", opere
caratterizzate da un'estrema padronanza dei colori e della pennellata.
Un raggio di luce torna a illuminare la vita
dell'artista quando il figlio Tito si sposa con una lontana parente di Saskia:
le vicende personali entrano nelle opere del pittore e conferiscono loro una
notevole umanità. Non a caso Rembrandt nella "Presentazione al
tempio" infonde al vecchio Simeone l'estrema dolcezza di chi, come lui, è
ormai diventato nonno.
Negli ultimi anni Rembrandt decise di dipingere solo
per sé, raggiungendo esiti altissimi. Si spegne il 4 ottobre 1669 ad Amsterdam
all'età di 63 anni.
Come ha scritto Silvia Biagi: "In lui si
riscontra un diverso sviluppo della luce caravaggesca ed una diversa concezione
del "vero". Il gusto teatrale, tipico di Rembrandt, si accompagna
però anche ad un attento studio della realtà umana, come nel "Ritratto di
vecchia" dell'Ermitage.
Si realizza, nelle opere dell'artista olandese, una perfetta coincidenza di
luce e materia, laddove nei punti fortemente illuminati Rembrandt carica la
pennellata, fino a raggiungere effetti di tridimensionalità, sfruttando la
rifrazione della luce sui segni delle sue stesse pennellate per creare effetti
multiformi e cangianti."
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