Provo per te un affetto senza fine, un
affetto impensabile. E' un angoscia avere in sé un affetto così immenso. Ingmar Bergman
Sguardo magico
Il grande regista
svedese Ingmar Bergman nasce il 14 luglio 1918 a Uppsala,
figlio del cappellano della corte reale. Facile dunque comprendere come il
piccolo Ingmar fosse educato secondo i concetti luterani di "peccato,
confessione, punizione, perdono e grazia", temi che in qualche modo
saranno ricorrenti anche nei suoi film.
Come se non bastasse,
non era infrequente che a scopo punitivo il bambino fosse rinchiuso
nell'armadio luogo in cui, rannicchiato, maturava il suo odio per il padre e la
sua rabbia contro il Dio-padrone falsamente introiettato in quel clima
culturale.
A diciannove anni si
iscrive all'Università di Stoccolma e si stabilisce nella capitale. Con alle
spalle una famiglia non troppo benestante, ma anche a causa di una naturale
inclinazione e a un forte disagio esistenziale che non gli permette di
integrarsi troppo con i coetanei, conduce una vita da artista scapestrato,
quella che un tempo di sarebbe definita "bohémien". Tuttavia,
non manca di approfondire gli studi specifici che gli stanno a cuore, in primo
luogo quelli teatrali o quelli legati all'arte delle sette note. Ben presto,
però, la passione per le arti si trasforma in qualcosa di radicale, che non può
più essere associato ad altre attività. La conseguenza di questa
"febbre" è che abbandona i "regolari" studi universitari
per dedicarsi alla sola attività teatrale, soprattutto mettendo in scena spettacoli
studenteschi.
A partire da quella
gavetta Ingmar Bergman costruisce in breve una solida
reputazione, grazie al suo talento non comune. Il suo nome comincia a circolare
negli ambienti giusti, fino a che non riesce ad accedere a palcoscenici ben più
prestigiosi di quelli scolastici. E' il momento in cui comincia a collaborare
con i più importanti teatri della città.
Nel 1942 scrive una
commedia satirica e oscena, imperniata sulla scabrosa relazione fra un
sacerdote e una spogliarellista. La pièce, com'era prevedibile, suscita grande
scandalo, con l'unico risvolto positivo di far ulteriormente conoscere il suo
nome, fino a farlo arrivare anche alle orecchie dei benpensanti.
Per le
rappresentazioni di cui è regista, l'autore-feticcio del momento è Strindberg, anche se la visuale bergmaniana si
allarga spesso anche ad altri scrittori.
Il 1944 è l'anno di
un'altra sua rappresentazione, scritta autonomamente e messa in scena: si
tratta di "Hets", un'allegoria contro il nazismo che sta
spadroneggiando nel Continente e nella vicina Norvegia. La messinscena di un
altro suo dramma, "La morte di Punch" (1942), attira invece su di lui
l'attenzione della Svensk Filmindustri, con cui inizia a collaborare nel 1943
come sceneggiatore. L'anno seguente il regista svedese Alf Sjöberg porta sullo
schermo la prima sceneggiatura di Bergman, "Spasimo".
Due anni dopo Ingmar
Bergman esordisce nella regia cinematografica, dimostrando attenzione per i
problemi esistenziali dei giovani e una imprevedibile vocazione neorealistica.
Dopo altre due sceneggiature (questa volta per il regista Molander), Bergman
termina il suo apprendistato in campo cinematografico. Si può dire che ormai
per lui la macchina da presa non abbia più segreti: comincia ad assimilare la
lezione dei più grandi maestri contemporanei e a prendere in considerazione
tematiche care al neorealismo (o di quello che verrà definito realismo
poetico), senza trascurare la realtà simbolica presa in sè o il ruolo della
donna nella società, sempre alla luce di quello che è il suo maestro inconscio,
il suo faro, la sua guida artistica e spirituale, Strindberg.
Le sue pellicole sono
caratterizzate dalla strenua cura nella narrazione, la stessa che avrebbe fatto
apprezzare a livello internazionale film come "Il settimo sigillo"
(1956) e "Il posto delle fragole" (1957), film che mettono anche in
evidenzia il suo approccio estremamente lirico nel trattare le storie e i
personaggi.
Gli anni '70 portano
a Ingmar Bergman, già noto al pubblico europeo, la fama mondiale
grazie a regie cinematografiche divenute emblema di un certo cinema d'autore.
Sono titoli ormai entrati a pieno diritto nella storia del cinema come
"Sussurri e grida", "Il flauto magico", "Sinfonia
d'autunno" o "Scene da un matrimonio".
Nel corso degli anni
'80 Bergman si è perlopiù ritirato dall'attività cinematografica e televisiva,
continuando però a realizzare messinscene teatrali. "Fanny e
Alexander", una sua rara pellicola girata nel 1982, è stata per il regista
una sorta di riepilogo di tutto il suo lavoro.
Successivamente si è
concentrato soprattutto sulla scrittura, pubblicando lavori autobiografici
("La lanterna magica" nel 1987 e "Immagini" nel 1990) e
sceneggiando "Con le migliori intenzioni", il film diretto da Bille
August del 1992.
Tra i vari
riconoscimenti ricevuti vi sono l'Orso d'oro al Festival di Berlino nel 1958
con "Il posto delle fragole", un Oscar nel 1960 per "La fontana
della vergine", un Oscar per il Migliore film straniero nel 1961 con il
film "Come in uno specchio", ben quattro Oscar per "Fanny e
Alexander" e molti altri, fino al Premio Federico Fellini per l'eccellenza cinematografica,
ricevuto nel 2005.
Nella sua biografia,
intitolata "Lanterna magica", il regista scrive:
"La verità è che
io vivo sempre nella mia infanzia, giro negli appartamenti in penombra,
passeggio per le silenziose via di Uppsala, mi fermo davanti alla Sommarhuset
ad ascoltare l'enorme betulla a due tronchi. Mi
sposto con la velocità di secondi. In verità, abito sempre nel mio sogno e di
tanto in tanto faccio una visita alla realtà"
Padre di nove figli,
alla morte della quinta moglie Ingrid si ritira sull'isola di Faaro, nel Mar
Baltico. Qui, nella sua casa, muore il 30 luglio 2007.
Filmografia di Ingmar Bergman
- La terra
del desiderio (1948) Hamnstad
- Prigione
(1949) Fängelse
- Sete
(1949) Törst
- Un estate
d'amore (1951) Sommarlek
- Donne in
attesa (1952) Kvinnors väntan
- Una
lezione d'amore (1953) En lektion i kärlek
- Monica e
il desiderio (1953) Sommaren med Monika
- Una
vampata d'amore (1953) Gycklarnas afton
- Sogni di
Donna (1955) Kvinnodröm
- Sorrisi di
una notte d'estate (1955) Sommarnattens leende
- Il settimo
sigillo (1956) Det sjunde inseglet
- Il posto
delle fragole (1957) Smult ronstället
- Alle
soglie della vita (1958) Nära livet
- Il volto
(1958) Ansiktet
- L'occhio
del diavolo (1959) Djävulens öga
- Come in
uno specchio (1960) Säsom i en spegel
- La fontana
della vergine (1960) Jungfrukäl lan
- Luci
d'inverno (1963) Nattvardsgästerna
- Il
silenzio (1963) Tystnaden
- A
proposito di tutte queste... signore (1964) För att inte tala om alla
dessa kvinnor
- Persona (1966) Persona
- L'ora del
lupo (1968) Vargtimmen
- La
vergogna (1968) Skammen
- Passione
(1969) En passion
- Il rito
(1969) Riten
- L'adultera
(1971) Beronginen
- Scene da
un matrimonio (1973) Scene ur ett äktenskap
- Sussurri e
grida (1973) Viskiningar och rop
- Il flauto
magico (1974) Troll flöjten
- L'immagine
allo specchio (1976) Ansikte mot ansikte
- L'uovo del
serpente (1977) Das Schlangenei
- Sinfonia
d'autunno (1978) Höstsonaten
- Un mondo
di marionette (1980) Aus der Leben der Marionetten
- Fanny e
Alexander (1982) Fanny och Alexander
- Dopo la
prova (1984) Efter repetitionen
- Il Segno
(1986) De två saliga
- Vanità e
Affanni (1997) Larmar och gör sig till
https://biografieonline.it/biografia-ingmar-bergman
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