Era il 12 luglio 1963 quando, con il decreto del Presidente della Repubblica n. 930, Norme per la tutela della denominazione di origine dei mosti e dei vini, venne istituita la Denominazione di origine controllata, con l’obiettivo di valorizzare un prodotto di qualità interamente italiano e rappresentativo di una specifica area territoriale.
“La Vernaccia, Regina bianca in una terra di
rossi, il primo ad aver ottenuto la DOC nel 6 maggio 1966, e l’unico vino
citato da Dante Alighieri nella Divina Commedia, nel Canto XXIV del
Purgatorio”. Così Andrea
Marrucci, sindaco di San Gimignano, che parla della Vernaccia
come un concentrato di “eccellenze italiane tra storia, tradizione, arte,
cultura, enogastronomia e, prima fra tutte, la viticultura. Un vino che può
vantare secoli di storia, dove le sue Torri e la Vernaccia rappresentano un
elemento distintivo, caratterizzante e identitario della terra sangimignanese”.
Fondamentale è stato l’impulso dei produttori che, sentendosi parte di una
comunità fatta di valori, progetti, sogni e ambizioni, hanno dato vita al
Consorzio del vino Vernaccia di San Gimignano, e più tardi, nel 1993, hanno ottenuto
il riconoscimento DOCG. E Marrucci conclude: “una Regina unica, nobile e
ribelle, che coniuga l’antichità della sua storia con la modernità, frutto del
lavoro dei 91 produttori, una comunità radicata che opera sotto l’autorevole
regia del Consorzio”.
Il Barolo, specialità enologica tipicamente
italiana, “il Re dei vini e il vino dei Re – dichiara il sindaco di Alba Carlo Bo – una eccellenza
del territorio, cuore pulsante delle aree vitinicole delle Langhe, motore
potente e prestigioso che fa viaggiare nel mondo le nostre specialità
enoturistiche. Vino DOC nel 1966, il Barolo ha ottenuto la denominazione
DOCG nel luglio 1980. Un prestigioso riconoscimento per Alba e le sue
eccellenze: nel 2014 – ricorda il sindaco – promosso dall’Unesco Patrimonio
mondiale dell’umanità, e nel 2017 Città Creativa per la Gastronoma. Il prossimo
anno – annuncia il primo cittadino – ospiteremo la Global Conference on Wine
Tourism, il più importante Forum mondiale dedicato al turismo enologico. Alba,
le colline e il nostro territorio – promette – saranno al centro
dell’attenzione di tutto il mondo”. Una grande occasione per la città, perché
la World Tourism Organization, l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa
della promozione del turismo sostenibile, ha scelto l’Italia per la sesta
edizione del prestigioso evento internazionale.
Altra eccellenza del Belpaese è il vino
Valdobbiadene. Con il sindaco Luciano
Fregonese, ne ripercorriamo la storia, iniziata nel 1876 a
Conegliano, con la fondazione della prima Scuola enologica italiana. Un
territorio votato alle bollicine già “dal 1946, con la fondazione della
Confraternita di Valdobbiadene e del Consorzio di tutela del Prosecco superiore
di Conegliano”. Ma per il sindaco, il fiore all’occhiello della sua terra è la
“Strada del Prosecco e dei vini dei Colli di Conegliano del Valdobbiadene, la
prima riconosciuta in Italia”. E per il vino la storia continua: marchio DOC
nel 1969, DOCG nel 2009 e, infine Patrimonio Unesco nel 2019. Quindi il sindaco
Fregonese conclude: “in questi lunghi anni le donne e gli uomini della nostra
terra hanno saputo valorizzare il ricco patrimonio attraverso la tutela del
paesaggio che ha contribuito a rendere Valdobbiadene e l’Italia unici al
mondo”.
Il sindaco Massimo Grillo presenta il Marsala come “un
vino dal colore ambrato e liquoroso, storia di mare e vascelli”. E’ uno dei
distretti vinicoli più importanti d’Europa, riconosciuto nel 1969 con il
marchio DOC, primo nella storia vinicola siciliana e “grande orgoglio per i
marsalesi, per i produttori e per il territorio”. Secondo la tradizione, ed è
anche la versione più accreditata, il vino è stato creato dal mercante inglese
John Woodhouse, che nel 1773, approdato nel porto di Marsala, dopo averlo
assaggiato, iniziò a produrlo, a conservarlo sapientemente in botti di rovere e
ad esportarlo”. Ma la tradizione del Marsala è legata anche a due figure
di fama internazionale, “alla volontà di investire sul territorio di Vincenzo
Florio, grande imprenditore dell’800, che con lungimiranza riuscì a far arrivare
il vino sulle tavole di tutto il mondo, e a Marco De Bartoli, vignaiolo da
sempre, e simbolo del territorio marsalese”. E il sindaco conclude: “dopo
decenni di attese e ritardi, nascerà il tanto atteso Museo del Vino, che sarà
in rete con i Musei vinicoli di tutto mondo”.
https://www.anci.it/12-luglio-1963-nasce-il-marchio-doc-per-i-vini-specialita-tipicamente-italiane/
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