“Chi è normale non ha molta fantasia.”
Edoardo Bennato
Chi non ha sognato mai?
Un genio assoluto, uno stravagante e per certi versi
incompreso menestrello, l'uomo che ha dato voce all'utopia e che ha prodotto
indimenticabili graffi alla coscienza collettiva e al quieto spirito
benpensante del nostro paese.
Se negli ultimi anni alti lai si sono levati dai suoi
ammiratori per denunciare il presunto decadimento dell'Edoardo nazionale (il
quale, oggettivamente, non ha più dato prove di quel mordente che, quando
vuole, è capace di sfoderare nei testi e nelle melodie che compone), è pur vero
che il suo passato di cantautore è da inserire nella bacheca degli episodi
memorabili della storia della musica italiana, avendo raggiunto livelli
artistici difficilmente eguagliabili nel campo della cosiddetta musica leggera.
Edoardo Bennato ha infatti creato un universo
poetico-sonoro del tutto unico ed originale, che lo colloca al di fuori dei molti
musicisti che hanno calcato le italiche scene. I suoi esordi sono corrosivi, a
partire da quell'album acido e "antimusicale" che è "I buoni e i
cattivi". Un vertice, (contenente la spregiudicata "In fila per
tre" oltre alla splendida "Un giorno credi"), nel suo denso
ribellismo mai velleitario ma già disincantato, forse mai più raggiunto dallo
stesso musicista partenopeo.
Nato il 23 luglio 1949 a Bagnoli, alla periferia di
Napoli, Edoardo Bennato non ha mai trascurato le sue radici.
Storica è diventata in questo senso la copertina dell'album "Io che non
sono l'imperatore", in cui è riportato un suo progetto alternativo per la
metropolitana di Napoli, messo a confronto con quello del Piano Regolatore
predisposto dal Comune. Edoardo infatti ha anche trascorsi di architetto (si è
laureato proprio con uno studio su quel progetto). Ma l'album si evidenzia
anche per la canzone "Affacciati affacciati", registrata durante un
concerto all'Università Bocconi di Milano e che si rivolge irrispettosamente
a Papa Paolo VI (è
probabilmente l'unico cantante che abbia osato fare una cosa simile, nel
contesto dell'Italia cattolica), e per "Signor censore" uno
sbeffeggiamento contro l'imbavagliamento della cultura e del libero modo di
pensare.
Quel bellissimo album è una delle tappe che, a partire
dal suo esordio del 1973, con "Non farti cadere le braccia" al 1980
di "Sono solo canzonette", ha visto una progressione di capolavori
impressionante. Tutto merito, se proprio vogliamo risalire alle origini, dei
genitori. Come i fratelli Eugenio (poi nella Nuova compagnia di canto popolare)
e Giorgio (nome d'arte Giorgio Zito), Edoardo è stato infatti incoraggiato
dalla madre a prendere lezioni di musica. Giovanissimo, gira il mondo finché
approda a Milano per studiare architettura.
Le influenze musicali straniere, in particolare il
blues, caratterizzeranno uno stile musicale assai diverso da quello
tradizionale del fratello Eugenio: fin dal primo album, Edoardo si definisce
ironicamente un "Rinnegato". Il successo di massa che arriva con la
rivisitazione allegorica delle favole Pinocchio (di Carlo Collodi)
e Peter
Pan (di James Matthew Barrie)
in due concept album, "Burattino senza fili" e il già ricordato
"Sono solo canzonette".
A partire dagli anni '80 la sua produzione si fa più
discontinua e commercialmente più incerta ma riesce comunque ad ottenere grandi
successi azzeccando singoli come "Ok Italia", "W la mamma "
o l'inno dei mondiali italiani di calcio del 1990 "Notti magiche",
cantato insieme a Gianna Nannini.
A fronte di questo suo volto smaccatamente commerciale, emerso in modo
sorprendente (almeno per i suoi fan), l'ansia di ricerca musicale si fa
inesausta. Incide un disco di rhythm'n'blues in napoletano con lo pseudonimo di
Joe Sarnataro, e addirittura un album acustico, dalle atmosfere
"classiche", nel quale rivisita i suoi successi con un quartetto
d'archi (prima i Solis String Quartet e poi il Quartetto Flegreo).
Nel 1998 pubblica "Sbandato", e nel 2000 e
2001 escono due raccolte. La prima, "Sembra ieri", contiene tre inediti,
"Si tratta dell'amore", "Sembra ieri" e "Taraunta
tatà"; l'altra è un doppio intitolato "Afferrare una stella",
che comprende fra le altre, le canzoni che fanno da colonna sonora a una serie
di spot TV di un noto operatore di telefonia mobile. Nel 2001 esce anche
"Il Principe e il Pirata", colonna sonora dell'omonimo film di Leonardo
Pieraccioni.
Alla fine del gennaio 2010 esce il singolo "E'
Lei" che anticipa preludio l'uscita di un suo nuovo attesissimo album di
inediti. Dopo la sua partecipazione come ospite al Festival di Sanremo
2010 - dove si esibisce con alcuni suoi
pezzi storici - annuncia l'uscita e il titolo del disco: "Le vie del Rock
sono infinite", prodotto da Federico Barbacci (già produttore di Ligabue e
Negrita).
Nel 2011 esce il suo nuovo singolo "La mia
città", dedicato alla sua Napoli.
https://biografieonline.it/biografia-edoardo-bennato
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