Vite vissute ad arte
Giorgio Vasari, pittore e architetto, esponente di una
pittura eclettica che segna il passaggio alla stagione manieristica, nasce il
30 luglio 1511 ad Arezzo, da Antonio Vasari e Maddalena Tacci. Più che per la
sua produzione artistica Vasari è ricordato come scrittore e storico per aver
raccolto e descritto con grande cura le biografie degli artisti del suo tempo.
Inizia il suo percorso artistico nella bottega del
francese Guglielmo Marcillat, pittore ed autore dei cartoni delle vetrate del
Duomo di Arezzo. Nel 1524 si reca a Firenze, dove frequenta la bottega di
Andrea del Sarto e l'accademia di disegno di Baccio Bandinelli. Ritorna ad
Arezzo dopo tre anni, nel 1527, dove incontra il Rosso Fiorentino.
Insieme a Francesco Salviati, nel 1529 Giorgio Vasari
lavora nella bottega di Raffaello da Brescia: poi si dedica anche all'arte
orafa presso Vittore Ghiberti. Poco dopo, chiamato e protetto dal cardinale
Ippolito de' Medici, Vasari parte per Roma, dove con l'amico Salviati,
condivide lo studio dei grandi testi figurativi della maniera moderna.
Negli anni dal 1536 al 1539 viaggia tra Roma, Firenze,
Arezzo e Venezia, dipingendo varie opere, tra cui ricordiamo il ritratto del
Duca Alessandro de' Medici, una Natività per l'eremo di Camaldoli, l'Allegoria
dell'Immacolata Concezione per la chiesa di S.Apostoli a Firenze.
Rientra poi ad Arezzo e intraprende la decorazione
pittorica della sua casa. Dal 1542 al 1544 divide la sua attività fra Roma e
Firenze; la sua produzione di pale di altare si fa sempre più intensa, e va
sempre più definendosi il suo linguaggio figurativo.
Nel 1550 esce la prima edizione dell'opera a cui è più
legata la fama del Vasari: le "Vite de' più eccellenti architetti,
pittori e scultori italiani da Cimabue insino
a' tempi nostri", in cui Vasari riordina tutto il materiale e le notizie
raccolte dal 1540 sulla vita e sulle opere degli artisti.
E' in questo periodo che Giorgio Vasari conosce Michelangelo,
il quale gli consiglia "lo studio delle cose di architettura". Dopo
qualche anno Vasari si sposta di nuovo a Roma, per lavorare presso il Papa
Giulio III, che gli affida, insieme all'Ammannati, la decorazione della
cappella con la tomba del cardinale Antonio del Monte, a San Pietro in
Montorio.
Qui rimane fino al 1553, mantenendo un rapporto
stretto con Michelangelo e
lavorando al servizio di Papa Giulio III.
Nel 1554 torna di nuovo ad Arezzo, chiamato a
progettare il coro del Duomo. Si trasferisce con la famiglia a Firenze, su
invito del duca Cosimo I de' Medici, che finalmente lo assume stabilmente al
suo servizio.
Inizia un periodo di più costante dimora fiorentina,
durante il quale Vasari rivede una posizione egemone nell'ambito artistico
della città.
Nel 1555 Cosimo I gli affida i lavori di
ristrutturazione e di decorazione di Palazzo Vecchio, che vuole trasformare in
residenza principesca. Successivamente gli viene affidata la fabbrica di Palazzo
degli Uffizi. L'opera verrà compiuta nel 1580, solo
dopo la sua morte.
Del 1563 è l'inizio degli affreschi della volta del
Salone di Cinquecento di Palazzo Vecchio, la cui decorazione complessiva sarà
la più grandiosa. Terminerà nel 1565, anno in cui gli verrà affidato l'incarico
del cosiddetto Corridoio vasariano, che congiunge gli Uffizi a Palazzo Vecchio
attraverso l'antico Ponte Vecchio.
Sospesi i lavori nel 1556, intraprende un viaggio in
Italia, al fine di raccogliere ulteriori informazioni per la seconda stesura
delle "Vite", che ultimerà dodici anni più tardi, nel 1568.
La nuova edizione, accresciuta, è considerata la prima
storia critica della pittura italica oltre che fonte documentaria ancora oggi
indispensabile per oggettività e onestà di giudizi, nonchè di chiarezza
espositiva. Mentre la prima edizione risulta più compatta, più vivace ed
entusiastica nel succedersi delle tre "età" (da Cimabue a Buonarroti),
la seconda edizione è più ampia, interessata da un ripensamento critico e da
una maggiore problematicità nella parte dedicata ai contemporanei. Attraverso
una serie di vivaci biografie, Vasari sottolinea come gli artisti della sua
regione, la Toscana, sono riusciti gradualmente a rinverdire la straordinaria
stagione dell'arte classica.
Nel 1570 torna a Roma chiamato da Pio V, dove in soli
otto mesi dipinge tre cappelle in Vaticano:
la Cappella di San Michele, San Pietro Martire e Santo
Stefano; contemporaneamente avvia la
decorazione della Sala Regia.
Alla morte del pontefice Vasari torna a Firenze dove,
dopo una lavorazione quasi decennale, conclude la decorazione del Salone dei
Cinquecento. Gli viene successivamente affidato l'incarico di affrescare la
volta della cupola Brunelleschiana
di Santa Maria del Fiore, con un Giudizio Finale.
Dopo pochi mesi è richiamato a Roma da papa
Gregorio XIII per proseguire la decorazione
della Sala Regia.
Nel 1573, a Roma, mentre lavora all'ultimo incarico,
prepara i disegni per la Cupola del Duomo fiorentino. In aprile rientra a
Firenze, dove viene inaugurato lo studiolo di Francesco
I, di cui aveva iniziato la decorativa.
Iniziano i lavori per le logge aretine, su suo disegno.
Giorgio Vasari muore a Firenze il 27 giugno 1574. La
sua casa di Arezzo è oggi un museo a lui dedicato.
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