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martedì 30 novembre 2021

Speciale: Menù del 30 Novembre 2021 e buon pranzo a tutti!


Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe.       Mark Twain

 

 

 

Crepes Malsuka: Brik con Uova e Tonno, ricetta Araba

Per 12 malsuka

 

Ingredienti:

 

200 gr di semola di grano duro, 3 uova, olio. Per l’interno: 100 gr di tonno, 8 uova, 1 cipolla,  un ciuffo di prezzemolo, capperi sotto sale, olio, sale e pepe.

 

Sbattere poco le uova in una ciotola, incorporare la semola. Lasciare riposare per un’ora. Cuocere in padella antiaderente, oliata, le malsuka, che devono risultare sottilissime. Servono per confezionare i Brik:

 

Preparare i Brik: pulire, lavare, asciugare la cipolla e il prezzemolo. Tritarli separatamente. Sbriciolare grossolanamente il tonno e disporne un po’, assieme a cipolla e prezzemolo, su ciascun malsuka. Unire qualche cappero sotto sale, unire al centro un uovo, salare e pepare. Chiudere i malsuka a pacchettino e friggerli in una padella con abbondante olio in ebollizione.

 

 



Terrina di Pere e formaggio di Capra al Pepe verde

Per 4 persone                                                                                      

 

Ingredienti:

 

gr 400 di formaggio di capra fresco, un dl di panna fresca, 10 gr di gelatina in fogli, pepe verde, due pere William, 3 cucchiai di marsala, sale.

 

Mettete in bagno in acqua fredda 10 gr di gelatina in fogli. In una ciotola mettete 400 gr di formaggio di capra fresco, unite un cucchiaio di pepe verde macinato e una presa di sale. Lavorate bene il tutto con un cucchiaio di legno. In un pentolino versate un dl di panna, fatela scaldare e unite i fogli di gelatina ammorbiditi e strizzati, lasciandoli sciogliere. Filtrate la panna in un colino e mettetela nella ciotola del formaggio, mescolate bene. Sbucciate una pera William soda, tagliatela a metà, eliminate torsolo e semini e riducetela a spicchi. Tuffateli in un pentolino con ½ lt di acqua e 3 cucchiai di marsala. Mettete sul fuoco e portando a ebollizione, cuocete per 15 minuti. Scolate gli spicchi e lasciateli raffreddare e asciugare su carta da cucina. Rivestite uno stampo da plumcake della capacità di 7 dl, con pellicola per alimenti, versatevi metà del composto di formaggio e fatelo rapprendere in frigorifero. Toglietelo, aggiungetevi uno strato di pere e terminate con il resto del formaggio. Rimettete lo stampo in frigorifero per almeno 4 ore. Sformate lo stampo su un piatto da portata, eliminate la pellicola, decorandola con una pera William tagliata a fettine sottili e un cucchiaino di pepe verde tritato grossolanamente. Servite con crostini di pane nero.

 

 

 

Dessert:

Frutta a volontà!

Lo Sapevate Che: Sant'Andrea Apostolo: La leggenda narra che le reliquie dell’Apostolo Andrea vennero portate in Scozia intorno all’VIII secolo d.C., ma diverse sono le ipotesi su come fossero arrivate fin lì


Biografia

Andrea, fratello di Pietro, primo apostolo di Cristo, nasce a Betsaida, importante città costiera al confine con la Galilea, nel 6 a.C. È stato anche lui apostolo di Gesù e oggi è santo per la Chiesa cattolica come anche per quella ortodossa.

Origini e apostolato di Sant'Andrea

La città di Betsaida, letteralmente “casa del pescatore”, nel 4 a.C. passa sotto l'autorità di Erode Filippo, figlio di Erode il Grande, assumendo confini più ampi e il secondo nome di “Giulia” per onorare la figlia dell'allora imperatore Augusto.

Della famiglia di Sant'Andrea, oltre il fratello Simon Pietro, conosciamo il padre Giovanni anche detto Giona, come perviene in più passaggi dei vangeli che definiscono la discendenza sia di Andrea che di Simon Pietro.

Quanto alla sua attività, come anche il padre e il fratello, Andrea è è pescatore.

Lo stesso Gesù si narra che lo definisca, durante l'apostolato, il “pescatore di uomini” o “pescatore delle anime”.

È discepolo di Giovanni Battista e quando riconosce in Gesù il Messia ispira il fratello: insieme iniziano l'apostolato, lasciando tutto e seguendo Gesù per tutta la sua vita.

Si narra, nei vangeli e nella storiografia, di lunghi viaggi al seguito di Cristo, verso l'Asia Minore, l'attuale Romania, la Russia, fino a Costantinopoli dove secondo la tradizione fonda la sede episcopale di Bisanzio, unico vescovato in Oriente.

La morte per martirio

Sant'Andrea subisce martirio per crocifissione a Patrasso, nell'attuale Grecia, e muore il 30 novembre dell'anno 60 a.C., mentre a Roma regna l'imperatore Nerone.

La tradizione narra che Andrea viene legato, e non inchiodato, e non su una croce latina (come Gesù Cristo) ma su una croce decussata o a forma di X che infatti viene ribattezzata poi croce di Sant'Andrea (la stessa che conosciamo anche connessa agli attraversamenti ferroviari, per esempio).

Si narra inoltre che è lui a chiedere una croce differente, poiché mai avrebbe osato mettersi alla stregua del maestro nel martirio.

Le reliquie di Sant'Andrea apostolo

Sono numerose le vicende legate alle reliquie di Sant'Andrea che dall'alba della sua morte compiono lunghi viaggi fra est e ovest, fra Grecia e Italia.

Dopo la morte le reliquie, infatti, vengono portate nella città di Costantinopoli. Alcuni dicono che vengono vendute ai Romani, altri che sono trasferite nell'odierna Turchia per ordine dell'imperatore romano Costanzo II nel 357.

In ogni caso, le reliquie di Sant'Andrea restano a Costantinopoli certamente fino agli inizio del 200, quando il Cardinale Pietro Capuano le trasferisce nella città italiana di Amalfi.

Passa qualche secolo quando un'altra reliquia, questa volta la testa, viene spostata a Roma e in particolare riposta in una teca votiva in uno dei quattro pilastri della basilica di San Pietro. Una parte di questa, come anche un dito, però, vengono cedute alla chiesa ortodossa greca di Patrasso, nel 1964, in segno di apertura, da Papa Paolo VI.

Una mano e un braccio vengono ceduti da Papa Gregorio I al vescovo di Luni a Venanzio.

Successivamente viene costruita una chiesa intitolata a Sant'Andrea a Sarzana, nella provincia di La Spezia, in Liguria. Questa cattedrale diventa la dimora più importante delle reliquie di Sant'Andrea, portate direttamente da Costantinopoli. Sant'Andrea è patrono della città, da allora.

Sempre in Italia ricordiamo un reliquiario a Città di Castello, in Umbria, nella Pinacoteca del Comune: si conserva l'osso di un braccio donato da Papa Celestino II, nativo tifernate, ad un monastero locale dove risiedeva la sorella.

Ancora, a Pienza, in provincia di Siena, in Toscana, si conserva oggi la mandibola. Oggi a Pienza, nella cattedrale, è possibile ammirare anche il busto reliquiario della testa commissionato da Pio II per la Basilica di San Pietro a Roma, donato dal Papa alla città vista la sottrazione delle reliquie a favore della Grecia.

Vi è poi una reliquia, un presunto osso del braccio del santo, nella Chiesa madre di San Nicola a Gesualdo, in provincia di Avellino, in Campania, donata dalla badessa Eleonora del monastero del Goleto alla fine del Cinquecento.

È datato 2007 un ultimo spostamento delle reliquie con un viaggio dell'urna da Amalfi alla cattedrale di San Giorgio a Costantinopoli, sede del patriarcato.

Il Vangelo secondo Andrea

Sappiamo che sono giunti a noi, in forma integrale e riconosciuta, quattro vangeli. Quattro narrazioni della vita di Cristo riportata dal punto di vista di quattro apostoli:

Matteo

Marco

Luca

Giovanni

Esistono, però, come è noto, i cosiddetti vangeli apocrifi ovvero scritture meno diffuse e meno note che sono stata escluse dalla narrazione della Bibbia cristiana. Fra gli scritti apocrifi figurano anche gli Atti di Andrea.

Questi scritti sono stati, come anche altri, rigettati dalla Chiesa. In particolare è il 49esimo vescovo di Roma, Gelasio I, ad escludere il Vangelo di Andrea con un decreto papale. Più tardi gli atti vengono riordinati, editati e pubblicati dal teologo e filologo tedesco Konstantin von Tischendorf in “Acta apostolorum apocrypha” nel 1821.

Ancora nell'800, ma sul finire, gli atti di Andrea apostolo compaiono in “Passio Andreae, Ex Actis Andreae Martyria Andreae; Acta Andreae Et Matthiae; Acta Petri Et Andreae; Passio Bartholomaei; Acta Joannis; Martyrium Mattaei”, opera storica di Max Bonnet, ancora oggi stampata e in vendita.

Quando si celebra Sant'Andrea

Il giorno di culto, come da prassi, è quello della morte ovvero il 30 novembre. Questo giorno viene celebrato nella Chiesa in Occidente come in Oriente ed è un giorno di grande festa in Scozia.

Il Santuario principale di Sant'Andrea è quello di Patrasso, in Grecia.

Gli attributi, nel culto e nell'iconografia, legati al santo sono:

  • la croce decussata
  • i pesci
  • la rete da pesca

È per questo motivo protettore di pescatoripescivendoli e anche fabbricanti di corde.

Inoltre, il culto, in quanto martire, lo lega, nella preghiera, a paralitici e affetti da dolori ossei cronici e gravi infezioni cutanee.

Saint Andrews in Scozia

C'è un legame molto forte fra la vicenda umana e il culto di Sant'Andrea e la Scozia. Possiamo riferirci, ad esempio, alle reliquie che si narra traslate in maniera “soprannaturale” da Costantinopoli alla città scozzese di Sant'Andrea. Possiamo riferirci anche alla croce decussata, ribattezzata appunto di Sant'Andrea, che campeggia nella bandiera scozzese (e anche in quella del Regno Unito).

Si può narrare, ancora, della “benedizione” di Sant'Andrea che giunge agli scozzesi sotto forma di una nuvola incrociata al re Ungo e ai suoi, nelle battaglie con gli inglesi, nel tardo VIII secolo.

Ma il reale riconoscimento al Santo è da individuare nel Sinodo di Whitby del VII secolo, atto con cui la Chiesa celtica, guidata da San Colombano, sancisce l'importanza di Sant'Andrea, mettendolo al di sopra dello stesso fratello, Simon Pietro.

Lo stesso viene ribadito con la dichiarazione di Arbroath del 1320, atto di indipendenza scozzese nel quale si legge il riferimento a Sant'Andrea come “primo ad essere divenuto apostolo”.

In tutta la Scozia esistono decine di chiese e congregazioni dedicate al Santo come anche a Roma, di rimando, la Chiesa di Sant'Andrea degli Scozzesi, nel rione Trevi.

Oltre la Scozia: più ad Est

In Romania, Sant'Andrea è riconosciuto come il primo ambasciatore del cristianesimo. Si celebra il suo culto in una caverna, dove pare abbia alloggiato; e nel villaggio di Copuzu, nel comune di Balaciu, dove pare abbiano avuto sede molte campagne di cristianizzazione legate strettamente a tutti gli apostoli e anche a Sant'Andrea.

Più a est, in Ucraina, si narra dell'evangelizzazione operata da Sant'Andrea, nel sud del Paese, lungo il Mar Nero e lungo il fiume Nipro, fino alla città di Kiev.

Sul tirreno e sul mediterraneo

Il culto di Sant'Andrea è molto sentito in Corsica con la fine dell'autunno, in una celebrazione in cui la popolazione festeggia condivisione e solidarietà, bussando di casa in casa, travestita, in cerca di cibo in cambio di una preghiera al Santo.

Ci sono tracce del culto di Sant'Andrea anche a Malta dove le notizie relative alla piccola cappella dedicata al santo, nella città di Luga, risalgono alla fine del 400. Qui campeggia una pala d'altare che raffigura Maria coi santi Andrea e Paolo, dipinta dal pittore maltese Filippo Dingli. Inoltre ancora nella città di Luga, città di pescatori e quindi particolarmente legata al culto del “pescatore delle anime”, si possono ammirare una statua lignea del santo, ad opera di Giuseppe Scolarone del 1779, e la raffigurazione del martirio di Sant'Andrea, nell'altare principale, dipinto da Mattia Pretine nel 1687.

Sant'Andrea in Italia: 100 città e grandi celebrazioni al Sud

Sant'Andrea, in Italia, è patrono di oltre 100 città, in un viaggio in lungo e in largo per lo stivale, da Cartosio nell'alessandrino, in Piemonte, a Andrano in terra salentina, da Pozzuolo del Friuli nell'udinese fino a Milo, alle pendici dell'Etna, a Catania.

Due le città che hanno avuto maggior protagonismo nel tempo: la prima è Gesualdo, in provincia di Avellino, in Campania. Qui infatti, come visto, nella chiesa madre di San Nicola, è conservata una reliquia del santo. Ogni anno, il 30 novembre, viene accesso un grande falò, sin dall'800. Questo atto ricorda quando fu dato alle fiamme un tiglio della piazza principale con il cui legno si è realizzata la statua del santo.

Restando sempre in Campania, la seconda città molto rappresentativa per il culto di Sant'Andrea è Amalfi. Qui si svolgono più feste legate al santo: il 28 gennaio la festa della reliquia; le celebrazioni di Pasqua e Pasquetta; il 7 e 8 maggio per ricordare la traslazione delle reliquie; il 26 e 27 giugno per celebrare il miracolo; il 29 e 30 novembre la più importante festa patronale.

Quella più particolare è la celebrazione di fine giugno. Il 26 giugno viene esposta la statua fino a sera: il giorno dopo avviene la processione per le vie del paese con musica e fuochi d'artificio sul mare. Stessa cosa, ma in maniera più ridotta, avviene per le celebrazioni autunnali del 29 e 30 novembre.

Un Santo miroblita

La posizione storica di Sant'Andrea ne determina una grande centralità rispetto alla fondazione della Chiesa Cattolica e rispetto anche al grande processo di evangelizzazione da est a ovest che avviene durante la vita di Cristo e a seguire.

Sant'Andrea però è molto celebrato anche perché è santo miroblita. Rientra cioè nel novero di quei prodigiosi uomini di spiritualità il cui corpo, prima o dopo la morte, emana fragranze o stilla oli dai poteri curativi. Questo potentissimo atto di santità appartiene a diverse storie della cultura cristiana che definisce come tale dono appartenga, prodigiosamente, non solo al corpo ma anche, dopo la morte, alle reliquie. Da qui, anche nella storia dei resti venerati di Sant'Andrea, i tanti viaggi fra Roma e Costantinopoli e non solo.

Tale miracolo è legato a molte personalità e santità che hanno attraversato anche la storia italiana:

  • San Mena, eremita egiziano vissuto fra il terzo e il quarto secolo, di cui si ha traccia anche nel nostro Paese
  • San Nicola di Myra le cui reliquie sono a Bari
  • San Fantino, vissuto in Calabria ai tempi di Costantino
  • San Felice di Nola
  • Santa Franca di Piacenza
  • San Sabino che fu vescovo di Canosa
  • San Venerio, eremita nell'Isola del Tino del golfo di Genova

Sul tema, infine, è noto il miracolo di Santa Filomena. Si narra che una donna, in adorazione del sacro corpo di Santa Filomena, nella chiesa di Mugnano del Cardinale, in provincia di Avellino, in Campania, si unge le mani dell'olio della lampada posta in prossimità del corpo della Santa e le passa sugli occhi del figlio, cieco, ridandogli la vista immediatamente. Ogni anno questo evento viene celebrato con l'unzione dei devoti di Santa Filomena da parte del vescovo o del cardinale in quella stessa chiesa, oggi santuario.

https://biografieonline.it/biografia-sant-andrea-apostolo

 

Lo Sapevate Che: Mark Twain: Per Ernest Hemingway il suo capolavoro, Le avventure di Huckleberry Finn, segnò l'inizio della letteratura americana; prima «non c'era niente».


Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe.       Mark Twain

 

L'avventura americana

Samuel Langhorne Clemens, noto con lo pseudonimo di Mark Twain, nasce nella città di Florida, nello stato del Missouri, il 30 novembre 1835. La madre è calvinista, il padre è dedito alla vita avventurosa. Cresce nella città di Hannibal: nel 1847 muore il fratello; Samuel ha solo dodici anni ed è costretto ad abbandonare gli studi per guadagnarsi da vivere e sostenere la famiglia. Lavora come tipografo presso il giornale del fratello scomparso.

Il mestiere lo porta ad alimentare l'interesse per la letteratura; inizia così a scrivere alcune novelle le quali verranno pubblicate proprio dai giornali presso i quali era impiegato.

In questi anni ottiene il brevetto di pilota per i battelli a vapore che percorrono il fiume Mississippi.

Gli anni dal 1857 al 1861 sono caratterizzati proprio da una vita condotta sul Mississippi, che lascerà tracce profonde nello spirito del narratore, e che diventerà un tema ricorrente nelle sue opere.

Il suo primo libro è una raccolta di novelle intitolata "Il ranocchio saltatore" (1865).

Desideroso di cercar fortuna, Mark Twain si trasferisce in California e diviene un cercatore d'oro, minatore, giornalista nonchè reporter a San Francisco. Visita le Hawaii e viaggia in Africa, Francia e Italia.

Da queste esperienze nasce il suo secondo libro "Gli innocenti all'estero".

Dopo il successo dei suoi primi lavori nel 1870 Mark Twain sposa Olivia Langdon e si trasferisce a Hartford, nello stato del Connecticut, dove rimarrà sino al 1891.

Dopo il 1894, con l'intensificarsi della sua attività di conferenziere, i suoi viaggi si moltiplicano.

Sebbene fosse di carattere pessimista, Mark Twain è noto e conosciuto come scrittore dall'irresistibile umorismo. Il suo lato negativo con il passare degli anni andrà accentuandosi, anche a causa dei gravi lutti che colpiscono la sua famiglia: nel 1893 muore la figlia Susan; nel 1904 la moglie; nel 1909 la figlia Jane.

Mark Twain si spegne il 21 aprile 1910 a Redding (Connecticut), in seguito ad un attacco di angina pectoris.

Tutta l'opera di Mark Twain, ispirata alle vicende e ai luoghi in cui visse e che visitò, è da considerarsi autobiografica. La sua opera viene comunemente divisa in quattro gruppi: le impressioni di viaggio ("Gli innocenti all'estero"); i ricordi d'infanzia e della prima giovinezza ("Le avventure di Tom Sawyer", 1876, "Le avventure di Huckleberry Finn", 1884); vita sul Mississippi; le narrazioni satiriche ambientate nel Medioevo e nel Rinascimento ("Un americano alla corte di Re Artù").

Mark Twain, al massimo della sua notorietà, fu con tutta probabilità la maggiore celebrità americana del suo tempo.

https://biografieonline.it/biografia-mark-twain

 

Lo Sapevate Che: Winston Churchill: Modello universale di statista e stratega bellico, nonché uomo di profonda cultura, è annoverato tra i grandi uomini della storia occidentale.


Non mollate mai.Winston Churchill

 

Storiche arguzie d'oltremanica

Sir Leonard Winston Churchill Spencer, uno dei più importanti uomini di Stato della storia inglese, nasce a Woodstock, nell'Oxfordshire, il 30 novembre 1874.

I genitori provengono da due ambienti molto diversi tra loro: Lord Randolph Churchill, il padre, appartiene alla migliore aristocrazia britannica, mentre la madre, Jenny Jerome, è figlia del proprietario del New York Times; il sangue americano che scorre nelle vene di Winston ne farà sempre un fervente sostenitore dell'amicizia dei popoli anglosassoni e dei particolari vincoli che legano tra loro Gran Bretagna e Stati Uniti.

Trascorsa l'infanzia in Irlanda, studia presso la celebre scuola di Harrow e nel 1893 è ammesso alla scuola di Sandhurst, nonostante la sua scarsa inclinazione allo studio. Il giovane cadetto insegue sogni di gloria. Nominato sottotenente nel IV battaglione ussari, parte come osservatore al seguito dell'esercito spagnolo incaricato di reprimere la rivolta di Cuba. Poi è inviato in India e partecipa a una campagna contro le tribù afgane alla frontiera nord-occidentale: questa spedizione gli ispirerà il suo primo libro. In seguito fa poi parte di una missione come ufficiale e corrispondente di guerra del Morning Post nel Sudan dove assiste alla carica a cavallo dei dervisci nella battaglia di Omdurman che farà da spunto al suo secondo servizio giornalistico. Tentato dall'attività politica, Churchill si ritira dalla vita militare e si presenta come candidato alle elezioni a Oldham. Non è eletto, ma nuove occasioni gli si offriranno in Africa del Sud. La guerra del Transvaal è appena scoppiata e Churchill si reca in quei luoghi e vi assiste in qualità di corrispondente di guerra.

È fatto prigioniero dai Boeri ma presto riesce a evadere e può in questo modo inviare al suo giornale il racconto delle proprie esperienze. Così l'Inghilterra conosce l'avventuroso discendente di Malborough. Furbescamente, Churchill approfitta immediatamente della notorietà acquisita per lanciarsi nella campagna elettorale (sono le elezioni "kaki" del 1900): è eletto deputato conservatore di Oldham. Sicuro di sè, affascinante e arrogante, non resta a lungo conservatore: nel 1904 si avvicina ai liberali e si lega d'amicizia con i rappresentanti radicali del partito, in particolare con Lloyd George; nel 1906 viene eletto deputato liberale di Manchester. Gli viene in seguito assegnato il posto di segretario di Stato presso il gabinetto di Campbell-Bannerman, iniziando così la sua carriera ministeriale.

Nel 1908 viene nominato ministro del Commercio nel governo liberale di Herbert Henry Asquith. Con questa carica e poi come ministro dell'Interno (1910-11) si impegna in una serie di riforme collaborando con David Lloyd George. Come primo lord dell'Ammiragliato (1911-1915) Churchill avvia un processo di profonda modernizzazione della Marina militare.

Il ruolo di Churchill nella prima guerra mondiale è contraddittorio e rischia di compromettere la sua carriera politica. I problemi con la Marina militare e il suo appoggio alla disastrosa campagna di Gallipoli lo costringono a dimettersi dall'Ammiragliato. Dopo aver trascorso un periodo al comando di un battaglione in Francia, entra a far parte del gabinetto di coalizione di Lloyd George e tra il 1917 e il 1922 ricopre numerosi incarichi di rilievo, fra cui quello di ministro dei Rifornimenti e di ministro della Guerra.

Dopo la caduta di Lloyd George e il collasso del Partito liberale nel 1922, Churchill rimane escluso dal parlamento per tre anni. Entrato nuovamente a farvi parte, è nominato cancelliere dello Scacchiere nel governo conservatore di Stanley Baldwin (1924-1929). Tra le misure da lui adottate in questo periodo vi sono la reintroduzione della parità aurea e la decisa opposizione ai sindacati in occasione dello sciopero generale del 1926.

Negli anni della Grande Depressione (1929-1939) a Churchill vengono preclusi incarichi di governo. Baldwin e successivamente Neville Chamberlain, figura di rilievo nella vita politica del paese dal 1931 al 1940, non approvano la sua opposizione all'autogoverno dell'India e il sostegno da lui espresso nei confronti di Edoardo VIII in occasione della crisi del 1936, conclusasi con l'abdicazione del re. La sua insistenza sulla necessità del riarmo e l'aperta condanna del patto di Monaco, firmato nel 1938, erano guardate con sospetto. Quando però, nel settembre del 1939, l'Inghilterra dichiara guerra alla Germania, il punto di vista di Churchill viene rivalutato e l'opinione pubblica si esprime apertamente a favore del suo ritorno all'Ammiragliato.

Churchill succede a Chamberlain come primo ministro nel 1940. Nei difficili giorni di guerra che seguono la rotta di Dunkerque, la battaglia d'Inghilterra e la guerra lampo, la sua combattività e i suoi discorsi incitano gli inglesi a continuare la lotta. Collaborando con il presidente americano Franklin Delano Roosevelt, Churchill riesce a ottenere aiuti militari e il sostegno degli Stati Uniti.

Dalle sue stesse parole apprendiamo: "Da questi primi inizi" - scrive Churchill dopo avere descritto gli sforzi del presidente Roosevelt per aiutare l'Inghilterra con la legge sugli affitti e prestiti, ai primi del 1940, e per aggirare gli isolazionisti del Congresso - "nacque il vasto disegno di una difesa combinata dell'Oceano Atlantico da parte delle due potenze di lingua inglese". L'anno di nascita della Nato è ufficialmente il 1949, ma l'Alleanza informale risale al luglio 1940, quando Roosevelt manda in Inghilterra, quasi segretamente, una missione militare ad altissimo livello.

Quando nel 1941 l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti entrano in guerra, Churchill stabilisce rapporti molto stretti con i leader di quella che definisce la "grande alleanza". Spostandosi incessantemente da un paese all'altro fornisce un contributo importante al coordinamento della strategia militare nel corso del conflitto e alla sconfitta di Hitler.

Le conferenze con Roosevelt e Stalin, in particolare il vertice di Jalta del 1945, serviranno a ridisegnare la carta dell'Europa postbellica.

Nel 1945 Churchill è ammirato in tutto il mondo, anche se ormai il ruolo militare della Gran Bretagna è diventato secondario. Ciononostante, a causa della sua scarsa attenzione alla richiesta popolare di riforme sociali nel dopoguerra, viene sconfitto dal Partito laburista nelle elezioni del 1945.

Terminato il conflitto Churchill vuole comunque raccontare la seconda guerra mondiale a modo suo, scrivendo migliaia di pagine. Studiando questo monumento storico e letterario (il cui autore verrà premiato nel 1953 con il Nobel) possiamo seguire, giorno per giorno, il nascere e l'evolversi dell'atlantismo anglo-americano come fatto, oltre che morale, anche politico.

In seguito Churchill avrebbe criticato gli interventi sullo stato sociale attuati dal suo successore Clement Attlee. Nel discorso di Fulton (Missouri) del 1946, detto "della cortina di ferro", mette inoltre in guardia dai pericoli legati all'espansione sovietica.

Viene nuovamente eletto primo ministro e rimane in carica dal 1951 al 1955 (nel 1953 è decorato cavaliere dell'ordine della Giarrettiera, diventando "Sir"), ma l'età avanzata e i problemi di salute lo inducono a ritirarsi a vita privata.

Ormai privato della stimolante attività politica, sotto il peso dell'età e della malattia, trascorre gli ultimi dieci anni della sua esistenza nella casa di campagna di Chartwell, nel Kent, e nella Francia meridionale.

Winston Churchill si spegne a Londra il 24 gennaio 1965. Le sue esequie, alla presenza della regina, sono trionfali.

Dal suo matrimonio con Clementine Hozier, avvenuto nel 1908, sono nati un figlio, giornalista e scrittore, Randolph Churchill (1911-1968) e tre figlie.

Le opere scritte da Winston Churchill sono considerevoli e varie. Da ricordare: My African Journey (1908), The World Crisis, 1911-1918 (La crisi mondiale 6 voll., 1923-31), il suo diario politico (Step by Step 1936-1939, 1939), War speeches (6 voll., 1941-46), A History of the English-speaking Peoples (Storia dei popoli di lingua inglese 4 voll., 1956-58) e la Seconda guerra mondiale (1948-54).

https://biografieonline.it/biografia-winston-churchill

Lo Sapevate Che: Fernando Pessoa: Poeta, scrittore e aforista, nacque a Lisbona e morì nella stessa città il 30 novembre del 1935. Con il cileno Pablo Neruda, è considerato il poeta più rappresentativo del XX secolo


Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d'offendere, un cuore eccessivamente spontaneo che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale che accompagna col piede la melodia delle canzoni che il mio pensiero canta, tristi canzoni, come le strade strette quando piove.” Fernando Pessoa

 

Poesia d'avanguardia

Fernando António Nogueira Pessoa, nasce a Lisbona il giorno 13 giugno 1888 da Madalena Pinheiro Nogueira e Joaquim de Seabra Pessoa, critico musicale d'un quotidiano cittadino. Il padre muore nel 1893. La madre si unisce in seconde nozze nel 1895 con il comandante Joào Miguel Rosa, console portoghese a Durban: Fernando trascorre così la giovinezza in Sudafrica.

Nel continente nero Fernando Pessoa compie tutti gli studi fino all'esame d'ammissione all'Università di Città del Capo. Torna a Lisbona nel 1905 per iscriversi al corso di Filosofia della facoltà di Lettere: dopo una disastrosa avventura editoriale, trova lavoro come corrispondente di francese e inglese per varie aziende commerciali, impiego che manterrá senza obblighi di orario per tutta la vita. Intorno al 1913 inizia a collaborare a varie riviste, come "A Aguia" e "Portugal Futurista", avendo al suo attivo letture significative, dedicate soprattutto ai romantici inglesi e a Baudelaire; intraprende quindi un'attività letteraria iniziata quand'era ancora studente presso l'università di Città del Capo, che consiste in prose e poesie scritte in lingua inglese.

Intorno al 1914 appaiono gli eteronimi Alberto Caeiro, Ricardo Reis e Álvaro de Campos. Gli eteronimi sono autori fittizi (o pseudoautori), che posseggono ognuno una loro personalità: il loro "creatore" viene chiamato ortonimo. In Pessoa è del periodo dell'infanzia la comparsa del primo personaggio di fantasia, il Chevalier de Pas, attraverso il quale scrive lettere a se stesso, come è affermato nella lettera dell'eteronomia a Casais Monteiro.

Nel 1915 con Mário de Sá-Carneiro, Almada Negreiros, Armando Córtes-Rodriguez, Luis de Montalvor, Alfredo Pedro Guisado e altri, Pessoa dà vita alla rivista d'avanguardia "Orpheu", che riprende esperienze futuriste, pauliste e cubiste; la rivista avrà vita breve, tuttavia susciterà ampie polemiche nell'ambiente letterario portoghese, aprendo di fatto prospettive inedite fino ad allora all'evoluzione della poesia portoghese.

Segue poi un periodo in cui Fernando Pessoa appare attratto da interessi esoterici e teosofici che hanno riscontri profondamente influenti nell'opera ortonima. Al 1920 risale l'unica avventura sentimentale della vita del poeta. Lei si chiama Ophelia Queiroz, impiegata in una delle ditte di import-export per le quali Fernando Pessoa lavora. Dopo una pausa di alcuni anni, il rapporto tra i due si interrompe definitivamente nel 1929.

In un'intervista rilasciata a un giornale della capitale nel 1926, successivamente al colpo di stato militare che mette fine alla repubblica parlamentare e apre la via al regime salazariano, Fernando Pessoa comincia a esporre le sue teorie del "Quinto Impero", consistenti nell'attualizzazione delle profezie di Bandarra (il ciabattino di Trancoso) scritte nella prima metà del secolo XV; secondo queste profezie il re Don Sebástian, dato per morto nel 1578 nella battaglia di Alcazarquivir, sarebbe tornato anima e corpo per instaurare un regno di giustizia e di pace. Si tratta del "Quinto Impero", alla cui realizzazione il Portogallo è predestinato. Questo Impero avrebbe avuto carattere esclusivamente culturale e non militare o politico come gli imperi classici del passato.

"Mensagem" (Messaggio) è il titolo dell'unica raccolta di versi in lingua portoghese curata personalmente dal poeta: pubblicata nel 1934 ottiene un premio governativo di 5 mila escudos. L'opera comprende scritti di teologia, occultismo, filosofia, politica, economia nonchè altre discipline.

A seguito di una crisi epatica, causata presumibilmente dall'abuso di alcool, Fernando Pessoa muore in un ospedale di Lisbona il giorno 30 novembre 1935.

Mentre in vita la poesia di Pessoa esercitò poca influenza, sarà poi ampiamente imitata dai poeti delle generazioni successive. In Italia molto si deve al lavoro di traduzione di Antonio Tabucchi, traduttore, critico e grande studioso dell'opera di Pessoa.

Molti sono anche gli artisti che in campo musicale si sono ispirati all'opera di Pessoa: tra questi citiamo il cantautore brasiliano Caetano Veloso e gli italiani Roberto Vecchioni e Mariano Deidda.

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