Biografia
Andrea, fratello di Pietro,
primo apostolo di Cristo, nasce a Betsaida, importante città costiera al
confine con la Galilea, nel 6 a.C. È stato anche lui apostolo di Gesù e oggi
è santo per la Chiesa cattolica come anche per quella
ortodossa.
Origini e apostolato di
Sant'Andrea
La città di Betsaida, letteralmente “casa del
pescatore”, nel 4 a.C. passa sotto l'autorità di Erode Filippo,
figlio di Erode il Grande, assumendo confini più ampi e il secondo nome di
“Giulia” per onorare la figlia dell'allora imperatore Augusto.
Della famiglia di Sant'Andrea, oltre il
fratello Simon Pietro, conosciamo il padre Giovanni anche detto Giona,
come perviene in più passaggi dei vangeli che definiscono la
discendenza sia di Andrea che di Simon Pietro.
Quanto alla sua attività, come anche il padre e il
fratello, Andrea è è pescatore.
Lo stesso Gesù si
narra che lo definisca, durante l'apostolato, il “pescatore di uomini” o
“pescatore delle anime”.
È discepolo di Giovanni
Battista e quando riconosce in Gesù il
Messia ispira il fratello: insieme iniziano l'apostolato, lasciando tutto e
seguendo Gesù per tutta la sua vita.
Si narra, nei vangeli e nella storiografia, di lunghi viaggi
al seguito di Cristo, verso l'Asia Minore, l'attuale Romania, la Russia, fino a
Costantinopoli dove secondo la tradizione fonda la sede episcopale di Bisanzio,
unico vescovato in Oriente.
La morte per martirio
Sant'Andrea subisce martirio per crocifissione a
Patrasso, nell'attuale Grecia, e muore il 30 novembre dell'anno 60 a.C., mentre
a Roma regna l'imperatore Nerone.
La tradizione narra che Andrea viene legato, e non
inchiodato, e non su una croce latina (come Gesù Cristo) ma su una croce
decussata o a forma di X che infatti viene
ribattezzata poi croce di Sant'Andrea (la stessa che
conosciamo anche connessa agli attraversamenti ferroviari, per esempio).
Si narra inoltre che è lui a chiedere una croce
differente, poiché mai avrebbe osato mettersi alla stregua del maestro nel
martirio.
Le reliquie di Sant'Andrea
apostolo
Sono numerose le vicende legate alle reliquie
di Sant'Andrea che dall'alba della sua morte compiono lunghi viaggi
fra est e ovest, fra Grecia e Italia.
Dopo la morte le reliquie, infatti, vengono portate
nella città di Costantinopoli. Alcuni dicono che vengono vendute ai Romani,
altri che sono trasferite nell'odierna Turchia per ordine dell'imperatore
romano Costanzo II nel 357.
In ogni caso, le reliquie di Sant'Andrea restano a
Costantinopoli certamente fino agli inizio del 200, quando il Cardinale Pietro
Capuano le trasferisce nella città italiana di Amalfi.
Passa qualche secolo quando un'altra reliquia, questa
volta la testa, viene spostata a Roma e in particolare riposta in
una teca votiva in uno dei quattro pilastri della basilica di San Pietro. Una
parte di questa, come anche un dito, però, vengono cedute alla chiesa ortodossa
greca di Patrasso, nel 1964, in segno di apertura, da Papa Paolo VI.
Una mano e un braccio vengono ceduti da Papa Gregorio
I al vescovo di Luni a Venanzio.
Successivamente viene costruita una chiesa intitolata
a Sant'Andrea a Sarzana, nella provincia di La Spezia, in Liguria.
Questa cattedrale diventa la dimora più importante delle reliquie di
Sant'Andrea, portate direttamente da Costantinopoli. Sant'Andrea è patrono
della città, da allora.
Sempre in Italia ricordiamo un reliquiario a Città
di Castello, in Umbria, nella Pinacoteca del Comune: si conserva l'osso di
un braccio donato da Papa Celestino II, nativo tifernate, ad un monastero
locale dove risiedeva la sorella.
Ancora, a Pienza, in provincia di Siena,
in Toscana, si conserva oggi la mandibola. Oggi a Pienza, nella cattedrale, è
possibile ammirare anche il busto reliquiario della testa commissionato da Pio
II per la Basilica di San Pietro a Roma, donato dal Papa alla città vista la
sottrazione delle reliquie a favore della Grecia.
Vi è poi una reliquia, un presunto osso del braccio
del santo, nella Chiesa madre di San Nicola a
Gesualdo, in provincia di Avellino, in Campania, donata dalla badessa Eleonora
del monastero del Goleto alla fine del Cinquecento.
È datato 2007 un ultimo spostamento delle reliquie con
un viaggio dell'urna da Amalfi alla cattedrale di San Giorgio a
Costantinopoli, sede del patriarcato.
Il Vangelo secondo Andrea
Sappiamo che sono giunti a noi, in forma integrale e
riconosciuta, quattro vangeli. Quattro narrazioni della vita di
Cristo riportata dal punto di vista di quattro apostoli:
Matteo
Marco
Luca
Giovanni
Esistono, però, come è noto, i cosiddetti vangeli
apocrifi ovvero scritture meno diffuse e meno note che sono stata
escluse dalla narrazione della Bibbia cristiana. Fra
gli scritti apocrifi figurano anche gli Atti di Andrea.
Questi scritti sono stati, come anche altri, rigettati
dalla Chiesa. In particolare è il 49esimo vescovo di Roma, Gelasio I, ad
escludere il Vangelo di Andrea con un decreto papale. Più
tardi gli atti vengono riordinati, editati e pubblicati dal teologo e filologo
tedesco Konstantin von Tischendorf in “Acta apostolorum
apocrypha” nel 1821.
Ancora nell'800, ma sul finire, gli atti di Andrea
apostolo compaiono in “Passio Andreae, Ex Actis Andreae Martyria Andreae; Acta
Andreae Et Matthiae; Acta Petri Et Andreae; Passio Bartholomaei; Acta Joannis;
Martyrium Mattaei”, opera storica di Max Bonnet, ancora oggi
stampata e in vendita.
Quando si celebra Sant'Andrea
Il giorno di culto, come da prassi, è
quello della morte ovvero il 30 novembre. Questo giorno viene
celebrato nella Chiesa in Occidente come in Oriente ed è un giorno di grande
festa in Scozia.
Il Santuario principale di Sant'Andrea è quello di
Patrasso, in Grecia.
Gli attributi, nel culto e nell'iconografia, legati al
santo sono:
- la croce decussata
- i pesci
- la rete da pesca
È per questo motivo protettore di pescatori, pescivendoli e
anche fabbricanti di corde.
Inoltre, il culto, in quanto martire, lo lega, nella
preghiera, a paralitici e affetti da dolori ossei cronici
e gravi infezioni cutanee.
Saint Andrews in Scozia
C'è un legame molto forte fra la vicenda umana e il
culto di Sant'Andrea e la Scozia. Possiamo riferirci, ad esempio,
alle reliquie che si narra traslate in maniera “soprannaturale” da
Costantinopoli alla città scozzese di Sant'Andrea. Possiamo riferirci anche
alla croce decussata, ribattezzata appunto di Sant'Andrea, che campeggia
nella bandiera scozzese (e anche in quella del Regno Unito).
Si può narrare, ancora, della “benedizione” di
Sant'Andrea che giunge agli scozzesi sotto forma di una nuvola incrociata al re
Ungo e ai suoi, nelle battaglie con gli inglesi, nel tardo VIII secolo.
Ma il reale riconoscimento al Santo è da individuare
nel Sinodo di Whitby del VII secolo, atto con cui la Chiesa
celtica, guidata da San Colombano, sancisce l'importanza di Sant'Andrea,
mettendolo al di sopra dello stesso fratello, Simon Pietro.
Lo stesso viene ribadito con la dichiarazione
di Arbroath del 1320, atto di indipendenza scozzese nel quale si legge
il riferimento a Sant'Andrea come “primo ad essere divenuto apostolo”.
In tutta la Scozia esistono decine di chiese e
congregazioni dedicate al Santo come anche a Roma, di rimando, la
Chiesa di Sant'Andrea degli Scozzesi, nel rione Trevi.
Oltre la Scozia: più ad Est
In Romania, Sant'Andrea è riconosciuto come il primo
ambasciatore del cristianesimo. Si celebra il suo culto in una caverna,
dove pare abbia alloggiato; e nel villaggio di Copuzu, nel comune di Balaciu,
dove pare abbiano avuto sede molte campagne di cristianizzazione legate
strettamente a tutti gli apostoli e anche a Sant'Andrea.
Più a est, in Ucraina, si narra dell'evangelizzazione
operata da Sant'Andrea, nel sud del Paese, lungo il Mar Nero e lungo il fiume
Nipro, fino alla città di Kiev.
Sul tirreno e sul
mediterraneo
Il culto di Sant'Andrea è molto sentito in Corsica con
la fine dell'autunno, in una celebrazione in cui la popolazione festeggia
condivisione e solidarietà, bussando di casa in casa, travestita, in cerca di
cibo in cambio di una preghiera al Santo.
Ci sono tracce del culto di Sant'Andrea anche a Malta dove
le notizie relative alla piccola cappella dedicata al santo, nella città di
Luga, risalgono alla fine del 400. Qui campeggia una pala d'altare che
raffigura Maria coi santi Andrea e Paolo, dipinta dal pittore maltese Filippo
Dingli. Inoltre ancora nella città di Luga, città di pescatori e quindi
particolarmente legata al culto del “pescatore delle anime”, si
possono ammirare una statua lignea del santo, ad opera di
Giuseppe Scolarone del 1779, e la raffigurazione del martirio di Sant'Andrea,
nell'altare principale, dipinto da Mattia Pretine nel 1687.
Sant'Andrea in Italia: 100
città e grandi celebrazioni al Sud
Sant'Andrea, in Italia, è patrono di oltre 100
città, in un viaggio in lungo e in largo per lo stivale, da Cartosio
nell'alessandrino, in Piemonte, a Andrano in terra salentina, da Pozzuolo del
Friuli nell'udinese fino a Milo, alle pendici dell'Etna, a Catania.
Due le città che hanno avuto maggior protagonismo nel tempo:
la prima è Gesualdo, in provincia di Avellino, in Campania. Qui
infatti, come visto, nella chiesa madre di San Nicola, è conservata una
reliquia del santo. Ogni anno, il 30 novembre, viene accesso un grande falò,
sin dall'800. Questo atto ricorda quando fu dato alle fiamme un tiglio della
piazza principale con il cui legno si è realizzata la statua del santo.
Restando sempre in Campania, la seconda città molto
rappresentativa per il culto di Sant'Andrea è Amalfi. Qui si
svolgono più feste legate al santo: il 28 gennaio la festa
della reliquia; le celebrazioni di Pasqua e Pasquetta; il 7 e 8 maggio per
ricordare la traslazione delle reliquie; il 26 e 27 giugno per celebrare il
miracolo; il 29 e 30 novembre la più importante festa patronale.
Quella più particolare è la celebrazione di fine
giugno. Il 26 giugno viene esposta la statua fino a sera: il giorno dopo
avviene la processione per le vie del paese con musica e fuochi d'artificio sul
mare. Stessa cosa, ma in maniera più ridotta, avviene per le celebrazioni
autunnali del 29 e 30 novembre.
Un Santo miroblita
La posizione storica di Sant'Andrea ne
determina una grande centralità rispetto alla fondazione della Chiesa Cattolica
e rispetto anche al grande processo di evangelizzazione da est a ovest che avviene
durante la vita di Cristo e a seguire.
Sant'Andrea però è molto celebrato anche perché
è santo miroblita. Rientra cioè nel novero di quei prodigiosi
uomini di spiritualità il cui corpo, prima o dopo la morte, emana
fragranze o stilla oli dai poteri curativi. Questo
potentissimo atto di santità appartiene a diverse storie della cultura
cristiana che definisce come tale dono appartenga, prodigiosamente, non solo al
corpo ma anche, dopo la morte, alle reliquie. Da qui, anche nella storia dei
resti venerati di Sant'Andrea, i tanti viaggi fra Roma e Costantinopoli e non
solo.
Tale miracolo è legato a molte personalità e santità
che hanno attraversato anche la storia italiana:
- San Mena, eremita egiziano vissuto fra il terzo e
il quarto secolo, di cui si ha traccia anche nel nostro Paese
- San Nicola di Myra le cui reliquie sono a Bari
- San Fantino, vissuto in Calabria ai tempi di
Costantino
- San Felice di Nola
- Santa Franca di Piacenza
- San Sabino che fu vescovo di Canosa
- San Venerio, eremita nell'Isola del Tino del
golfo di Genova
Sul tema, infine, è noto il miracolo di Santa
Filomena. Si narra che una donna, in adorazione del sacro corpo di Santa
Filomena, nella chiesa di Mugnano del Cardinale, in provincia di Avellino, in
Campania, si unge le mani dell'olio della lampada posta in prossimità del corpo
della Santa e le passa sugli occhi del figlio, cieco, ridandogli la vista
immediatamente. Ogni anno questo evento viene celebrato con l'unzione dei
devoti di Santa Filomena da parte del vescovo o del cardinale in quella stessa
chiesa, oggi santuario.
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