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giovedì 10 giugno 2021

Lo Sapevate Che: Antoni Gaudi: Gran parte del fascino immortale della città di Barcellona si deve all’opera dell’architetto di Dio, soprannome attribuitogli dagli abitanti della capitale catalana


L'originalità consiste nel tornare alle origini.”Antoni Gaudì

 

Architetto del cielo e della terra

Uno degli architetti più originali e innovatori del Novecento, "il primo fra i geni" secondo Joan Mirò. A più di 150 anni dalla sua nascita, mentre Barcellona ha provveduto a celebrare l'anno gaudiano (organizzando decine di esposizioni e iniziative culturali), è cominciato anche il processo di beatificazione di Gaudí. E non si tratta, per una volta, della solita, scontata e alquanto laica "beatificazione" in senso culturale, ma proprio nel senso strettamente religioso del termine. Uomo profondamente devoto, Antonio Gaudì venne soprannominato già dai contemporanei "l'architetto di Dio" e la sua opera, secondo l'arcivescovo di Barcellona cardinale Ricard María Carles, è comparabile al "Cantar espiritual" di san Giovanni della Croce.

D'altronde i poveri della capitale catalana non hanno certo aspettato il processo ecclesiastico per capire chi fosse davvero Gaudì sul piano umano: per loro era già un santo, e il miracolo più grande, anche se incompiuto, è stato proprio quel Tempio Espiatorio della Sagrada Familia per cui è diventato famoso in tutto il mondo (e che rappresenta il fulcro catalizzatore del turismo barcellonese). Straordinaria e stravagante opera edificata grazie alle elemosine raccolte per decenni, la Sagrada Familia è un'opera in cui in cui si avverte profondamente il distaccarsi dell'artista dalla tradizione storica, in favore di una invenzione formale estremamente libera e fantastica.

Questo visionario architetto era uomo dal temperamento appassionato e dotato di una intelligenza fuori dal comune. Nato il 25 giugno 1852 a Reus, Antonio Gaudì Cornet, oggi considerato uno dei più grandi architetti degli ultimi due secoli, discendeva da una famiglia di modeste origini sociali. Il padre, il nonno e il bisnonno furono calderai (artigiani che costruivano caldaie e manufatti in rame o lamiera), ma lui, portato per gli studi e la riflessione, frequentò prima la scuola degli Scolapi di Reus e poi, nel 1870, la Scuola di Architettura di Barcellona.

Fra il 1876 e il 1878 Gaudì, ancora studente, realizza lavori con gli architetti Villar, Sala e Martorell, così come con il capomastro Fontserè. Il 4 gennaio 1878 finisce finalmente gli studi di architettura e il 15 marzo ottiene il titolo di architetto, che gli consente di aprire un ufficio nella barcellonese Via Call. Questo è l'anno in cui invia a Parigi, dove si inaugura l'Esposizione Internazionale, il progetto della "Cooperativa Mataronense".

Nel 1883 realizza un viaggio a Banyuls, Elne e Carca1ssone ed assume l'incarico della realizzazione del progetto del già citato tempio della Sagrada Familia. Fra il 1890 e il 1894 si trasferisce in Andalusia, a Leon e Astorga, città queste in cui lascerà una profonda impronta architettonica. Il 3 settembre 1901 ottiene il Premio dal Municipio di Barcellona per la realizzazione della Casa Calvet.

Nel 1904 visita Palma di Maiorca, nella quale tornerà nel 1914. Nel 1910 ottiene un enorme successo nell'Esposizione del "Societè Generale des Beaux Arts" di Parigi. L'anno dopo, purtroppo, nel visitare Malta si ammala gravemente contraendo una rara specie di febbre.

Il 7 giugno 1926 Gaudì viene tragicamente investito da un tram. Il suo miserevole aspetto ingannò i soccorritori che pensarono si trattasse di un povero vagabondo. Lo trasportarono all'ospedale della Santa Croce, un ospizio che la ricca borghesia catalana aveva costruito per i mendicanti. Venne identificato, ma il 10 giugno spirò: venne seppellito a Barcellona, proprio nel cuore della Sagrada Familia.

Considerato l'architetto emblematico del modernismo novecentesco, Gaudì fu anche rappresentante di una corrente culturale e spirituale che opponeva all'anarchismo e ai fervori socialisti dei primi del '900, valori profondamente cristiani, quasi mistici. E mistico era lui stesso, come dimostra bene una vita di povertà e solitudine spesa a servizio della sua professione, ma con un fine più alto: costruire la città di Dio nella città degli uomini.

Per quarantadue anni, dal 1884 fino al giorno dell'improvvisa morte, Gaudì lavorò instancabilmente alla "cattedrale dei poveri". Negli ultimi tempi non si allontanava più dal gigantesco cantiere neppure per dormire. Nonostante avesse una piccola casetta nel centro storico di Barcellona, si era ricavato un angolino nella Sagrada Familia, dove studiava e lavorava, giorno e notte. Non si sposò mai e non ebbe figli.

Tra le altre sue meravigliose opere ricordiamo la Casa Vicens, il sobrio Collegio delle Teresiane, le audaci e geniali della Casa Milà (la Pedrera) e la Casa Batlló, nonché il meraviglioso Parco Güell.

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