“L'originalità consiste nel tornare alle origini.”Antoni Gaudì
Architetto del cielo e della terra
Uno degli architetti più originali e innovatori del Novecento, "il
primo fra i geni" secondo Joan Mirò. A più di 150 anni dalla sua nascita, mentre
Barcellona ha provveduto a celebrare l'anno gaudiano (organizzando decine di
esposizioni e iniziative culturali), è cominciato anche il processo di
beatificazione di Gaudí. E non si tratta, per una volta, della solita, scontata
e alquanto laica "beatificazione" in senso culturale, ma proprio nel
senso strettamente religioso del termine. Uomo profondamente devoto, Antonio
Gaudì venne soprannominato già dai contemporanei "l'architetto di
Dio" e la sua opera, secondo l'arcivescovo di Barcellona cardinale Ricard
María Carles, è comparabile al "Cantar espiritual" di san Giovanni
della Croce.
D'altronde i poveri della capitale
catalana non hanno certo aspettato il processo ecclesiastico per capire chi
fosse davvero Gaudì sul piano umano: per loro era già un santo, e il miracolo
più grande, anche se incompiuto, è stato proprio quel Tempio Espiatorio della
Sagrada Familia per cui è diventato famoso in tutto il mondo (e che rappresenta
il fulcro catalizzatore del turismo barcellonese). Straordinaria e stravagante
opera edificata grazie alle elemosine raccolte per decenni, la Sagrada Familia
è un'opera in cui in cui si avverte profondamente il distaccarsi dell'artista
dalla tradizione storica, in favore di una invenzione formale estremamente
libera e fantastica.
Questo visionario architetto era uomo
dal temperamento appassionato e dotato di una intelligenza fuori dal comune.
Nato il 25 giugno 1852 a Reus, Antonio Gaudì Cornet, oggi considerato uno dei
più grandi architetti degli ultimi due secoli, discendeva da una
famiglia di modeste origini sociali. Il padre, il nonno e il bisnonno furono
calderai (artigiani che costruivano caldaie e manufatti in rame o lamiera), ma
lui, portato per gli studi e la riflessione, frequentò prima la scuola degli
Scolapi di Reus e poi, nel 1870, la Scuola di Architettura di Barcellona.
Fra il 1876 e il 1878 Gaudì, ancora
studente, realizza lavori con gli architetti Villar, Sala e Martorell, così come con il
capomastro Fontserè. Il 4 gennaio 1878 finisce finalmente gli studi di
architettura e il 15 marzo ottiene il titolo di architetto, che gli consente di
aprire un ufficio nella barcellonese Via Call. Questo è l'anno in cui invia a
Parigi, dove si inaugura l'Esposizione Internazionale, il progetto della
"Cooperativa Mataronense".
Nel 1883 realizza un viaggio a Banyuls,
Elne e Carca1ssone ed assume l'incarico della realizzazione del progetto del
già citato tempio della Sagrada Familia. Fra il 1890 e il 1894 si trasferisce
in Andalusia, a Leon e Astorga, città queste in cui lascerà una profonda
impronta architettonica. Il 3 settembre 1901 ottiene il Premio dal Municipio di
Barcellona per la realizzazione della Casa Calvet.
Nel 1904 visita Palma di Maiorca, nella
quale tornerà nel 1914. Nel 1910 ottiene un enorme successo nell'Esposizione
del "Societè Generale des Beaux Arts" di Parigi. L'anno dopo,
purtroppo, nel visitare Malta si ammala gravemente contraendo una rara specie
di febbre.
Il 7 giugno 1926 Gaudì viene
tragicamente investito da un tram. Il suo miserevole aspetto ingannò i
soccorritori che pensarono si trattasse di un povero vagabondo. Lo
trasportarono all'ospedale della Santa Croce, un ospizio che la ricca borghesia
catalana aveva costruito per i mendicanti. Venne identificato, ma il 10 giugno
spirò: venne seppellito a Barcellona, proprio nel cuore della Sagrada Familia.
Considerato l'architetto emblematico del
modernismo novecentesco, Gaudì fu anche rappresentante di una corrente
culturale e spirituale che opponeva all'anarchismo e ai fervori socialisti dei
primi del '900, valori profondamente cristiani, quasi mistici. E mistico era
lui stesso, come dimostra bene una vita di povertà e solitudine spesa a
servizio della sua professione, ma con un fine più alto: costruire la città di
Dio nella città degli uomini.
Per quarantadue anni, dal 1884 fino al
giorno dell'improvvisa morte, Gaudì lavorò instancabilmente alla
"cattedrale dei poveri". Negli ultimi tempi non si allontanava più
dal gigantesco cantiere neppure per dormire. Nonostante avesse una piccola
casetta nel centro storico di Barcellona, si era ricavato un angolino nella
Sagrada Familia, dove studiava e lavorava, giorno e notte. Non si sposò mai e
non ebbe figli.
Tra le altre sue meravigliose opere
ricordiamo la Casa Vicens, il sobrio Collegio delle Teresiane, le audaci e
geniali della Casa Milà (la Pedrera) e la Casa Batlló, nonché il meraviglioso
Parco Güell.
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