“Da ragazzo
cercavo nell'infedeltà la gratificazione.” Claudio Amendola
Centurione dell'impero televisivo
Claudio Amendola nasce a Roma il 16
febbraio del 1963, ed è un attore, conduttore televisivo, produttore e
doppiatore italiano, considerato agli inizi della sua carriera come una delle
giovani promesse più talentuose del cinema nazionale. Figlio d'arte, suo padre
è l'attore e grande doppiatore Ferruccio
Amendola, per anni "la voce" italiana
di Sylvester
Stallone. Sua madre, Rita Savagnone, è anche lei
attrice e doppiatrice.
Cresciuto in strada, il giovane Claudio
Amendola decide da subito di bruciare le tappe, sia nella vita che nel mondo
del cinema. All'età di diciannove anni infatti, nel 1982, sposa la sua prima
moglie, Marina Grande, e contemporaneamente inizia la sua carriera da attore,
dopo aver fatto una serie di lavori umili, come il commesso e il manovale. Lo
sceneggiato televisivo in cui compare si intitola "Storia d'amore e
d'amicizia", diretto da Franco Rossi, ed Amendola vi prende parte al
fianco di Ferruccio, suo padre, uno dei personaggi principali. L'anno dopo, a
conferma della sua precocità, il giovane attore romano ha la sua prima figlia,
Alessia, attualmente attrice e doppiatrice, e fa il suo debutto al cinema, nel
film "Lontano da dove", di Stefania Casini e Francesca Marciano.
A soli vent'anni in pratica, Claudio
Amendola si rende conto del proprio talento, secondo alcuni ancora da sgrezzare
parecchio, secondo altri naturale e per questo autentico. Carlo Vanzina, il regista, lo vuole subito per le sue commedie e
nel 1983 lo chiama a interpretare una parte in "Vacanze di Natale", il primo film della serie fortunata che durerà
per un ventennio e oltre. L'anno dopo, Claudio Amendola viene richiamato sempre
dal regista comico, per prendere parte al film "Amarsi un po'".
Stessa cosa nel 1985, in "Vacanze in America".
L'anno dopo, il giovane Amendola cambia
genere e comincia la sua lunga peregrinazione nei differenti registri
stilistici, più o meno accettato dalla critica cinematografica, più o meno
apprezzato dal pubblico. Il 1986 è l'anno dell'eros, con il film "La veneziana"
di Mauro Bolognini, dove interpreta un gondoliere mendace e affascinante. Ma è
l'incontro con Marco Risi, l'anno seguente, a cambiargli la vita. Il regista, a
sorpresa com'è il caso di dire, gli offre la possibilità di affrontare un ruolo
drammatico nel film "Soldati - 365 all'alba". Claudio Amendola interpreta una recluta
vittima di "nonnismo da caserma", continuamente perseguitata dalle
vessazioni di un tenente, interpretato magistralmente dall'attore Massimo
Dapporto. È, questo, l'inizio dell'Amendola in divisa, visto che il giovane
attore romano inizia con il film di Risi a
vestire i panni di personaggi in cui il confine tra bene e male non è sempre
dato. "I giorni del Commissario Ambrosio", di Sergio Corrucci e del
1988, lo confermano. Qui Claudio Amendola è al fianco nientemeno che del
grande Ugo Tognazzi, come suo collaboratore.
Intanto, le sirene della tv, con le sue
piccole serie e film per famiglie, tentano l'attore romano. "L'ombra del
Vesuvio", del 1987, "Little Roma", del 1988 e "Pronto
Soccorso" 1 e 2 (1989 e 1990), solo per citarne alcuni, vedono Amendola
imporsi anche al grande pubblico, come eroe del piccolo schermo, talvolta
ambiguo, spesso dalla parte dei buoni, come nel noto "Felipe ha gli occhi
azzurri", del 1992. Nel frattempo però, Claudio Amendola è tornato alle
dipendenze di Marco Risi e ha realizzato due tra le pellicole cult di
questi anni, nelle quali il suo ruolo è ben delineato e poco ha a che fare con
la giustizia ordinaria. L'attore romano infatti, nelle vesti di carcerato,
interpreta un ruolo drammatico nel discusso e famoso film "Mery per sempre"
del 1989, mentre l'anno dopo, è un tifoso turbolento nell'altrettanto noto
"Ultrà", di Ricky Tognazzi, datato 1990.
È forse, questo, il momento più
importante della carriera di Amendola attore, almeno quello più esaltante, in
cui anche la stampa lo dipinge come un giovane bello e dannato, ma sempre
rigorosamente "made in Rome". L'anno prima del fortunato
"Ultrà", l'attore ha avuto anche la sua seconda figlia, Giulia, nata
nel 1989.
A conferma della sua buona stella,
arriva anche la chiamata del grande Ettore Scola, per interpretare una parte nel film d'autore "Il
viaggio di Capitan Fracassa", sempre nel
1990, insieme con attori come Massimo Troisi e Ornella Muti. Due anni dopo, il regista Carlo Mazzacurati gli cuce
i panni di un ragazzo ambiguo, che seduce il dentista Silvio Orlando nel film, anch'esso d'autore, "Un'altra
vita", del 1992. E qui, Claudio Amendola ottiene il suo primo, grande
riconoscimento, con la vittoria del David di Donatello come miglior attore non protagonista. L'anno
dopo allora, Ricky Tognazzi lo richiama a sé, dandogli una parte per il film
di denuncia "La scorta", del 1993. Mentre nel 1994 è uno dei ladri
scapestrati del film di Vanzina "I mitici - colpo gobbo a Milano",
con Monica Bellucci e Ricki Memphis.
Il David di Donatello e una parte di stampa estera spingono la sua
stella in alto e il figlio di Ferruccio comincia a lavorare anche oltre i
confini italiani, lontano dalla sua amata Roma. All'estero gira "La regina
Margot" di Patrice Chéreau e "La terrazza di Miguel" di Simona
Benzakein, rispettivamente nel 1994 e nel 1995. In questo stesso anno, recita
anche in "L'ussaro sul tetto" di Jean-Paul Rappaneau, e l'anno dopo
in "Nostromo" di Alistar Redi.
In Italia però, Claudio Amendola è
l'attore dei ruoli rabbiosi, impegnati, tratti dalla cronaca nera, come in "Pasolini, un delitto italiano", del 1995, e girato dal futuro
regista del celebre "La meglio gioventù", Marco Tullio Giordana. Stesso dicasi per
"La mia generazione", del 1996, di Wilma Labate, incentrato sul
terrorismo, oppure in "Le mani forti", pellicola poco fortunata del
1997 e prima opera di Franco Bernini, con al centro una vicenda legata ai
servizi segreti deviati. E proprio durante questi due anni e su questi due set
cinematografici, Amendola si innamora dell'attrice Francesca Neri, divorziando dalla sua prima moglie. Solo tre anni
dopo dallo sboccio del loro amore, nel 1999, Claudio ha da lei il suo terzo
figlio, Rocco.
Dopo alcuni film per la tv, come
"Squadra mobile scomparsi", "Jesus" e "L'impero",
l'attore romano ritorna alla commedia, che non bazzicava dai tempi del primo
Vanzina, giovanissimo. "Un paradiso di bugie" di Stefania Casini, del
1997, non è un successone e il cinema italiano si riprende l'Amendola che vuole
la gente, quello sovversivo, un po' criminale o comunque d'azione di film come
"Altri uomini", del 1997, in cui è un boss della mala, o
l'ergastolano di "Santo Stefano", del 1998. Anche il sovversivo che
interpreta in "La carbonara", nel 2000, è un film che gli dà buone
recensioni, al pari del protagonista de "Il partigiano Johnny",
sempre del 2000, e tratto
dal celebre romanzo di Fenoglio. Ma non è tutto. Il bravo Claudio, ormai maturo, è
uno strampalato spogliarellista in "Fratella e sorello", di Sergio
Citti, e un politico di estrema destra nell'apprezzato film di Paolo Virzì,
"Caterina va in città", entrambi del 2003.
La tv a questo punto, quella delle
trasmissioni televisive, comincia a tentarlo. Così Amendola diventa anche uno
showman, intrattenendo il pubblico italiano del sabato sera con il programma
"Amore mio (diciamo così)", con Roberta Lanfranchi e Matilde Brandi. Al termine di questa avventura sul piccolo schermo,
viene chiamato dal regista Carlo Verdone per
una parte nella commedia "L'amore è eterno finché dura". L'anno dopo
invece, a cinque anni dalla morte di suo padre Ferruccio Amendola,
Claudio sfida il pubblico del cult lanciandosi nel film "Il ritorno del
Monnezza", diretto da Carlo Vanzina,
con Enzo Salvi ed Elisabetta Rocchetti e nelle sale
cinematografiche nel corso del 2005.
È un "ritorno a casa", in un
certo senso, visto che la voce del leggendario Tomas Milian è proprio quella del padre
di Claudio, Ferruccio. Nello stesso anno poi, Claudio Amendola produce anche il
suo primo film, "Melissa P.", dall'omonimo romanzo.
Dal 2006 si butta a capofitto nel mondo
delle fiction moderne, interpretando il capofamiglia di una celebre serie in
onda sulle reti Mediaset e di grande successo. Nei "Cesaroni"
infatti, l'attore romano è Giulio Cesaroni, il protagonista delle vicende che
ruotano attorno ad una famiglia romana alle prese con i problemi di tutti i
giorni. A queste esperienza, che lo porta per ben cinque volte nelle case degli
italiani, alterna ispirate partecipazioni a programmi televisivi di successo,
come "Scherzi a parte", lavorando insieme con la showgirl Valeria Marini e
la ex miss Italia Cristina Chiabotto,
nella prima edizione che lo vede tra i conduttori, e con Teo Mammuccari e Belen Rodriguez nell'edizione 2009.
Nell'estate sempre del 2009, l'attore
gira anche "Tutti per Bruno", serie televisiva che lo vede vestire i
panni di un ispettore, Bruno Miranda, coinvolto in alcune indagini misteriose.
L'11 dicembre del 2010 infine, dopo anni
di felice convivenza, Claudio Amendola sposa a New York City la sua
compagna, Francesca Neri.
Nel 2014 esordisce alla regia con il
film "La mossa del pinguino".
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