La scoperta nella scoperta
Amerigo Vespucci nasce il 18 marzo 1454
a Firenze, terzo figlio del notaio fiorentino Nastagio (o Anastasio) e della
nobildonna di Montevarchi Lisa (o Elisabetta) Mini. Trasferitosi, nel 1489, a
Siviglia, in Spagna, su incarico di Lorenzo di Pierfrancesco de' Medici,
banchiere (detto Lorenzo il Popolano), entra in contatto con Cristoforo
Colombo: pochi anni più tardi si aggrega ad
Alonso de Hojeda, che ha ricevuto l'incarico, per conto della Corona, di
esplorare le coste del continente americano in direzione sud.
Il primo viaggio cui Vespucci prende
parte avviene tra il 1497 e il 1498, in compagnia di Juan de la Cosa (celebre
cartografo e pilota cantabrico), sotto il comando di Juan Diaz de Solis. La
spedizione è voluta dal re Ferdinando II di Aragona, desideroso di scoprire la
distanza tra l'isola di Hispaniola e la terraferma, in maniera tale da poter
contare su una visione più precisa e ampia delle terre appena scoperte. Le navi
attraccano nell'attuale Colombia, nella penisola della Guajira (le descrizioni
che Vespucci fa dei nativi locali e delle loro amache richiama alla mente gli
indigeni Guajiros), dopodiché la spedizione si dirige verso la laguna di
Maracaibo, che ricorda - a Vespucci - Venezia: proprio per questo motivo, dà a
quella terra il nome di Venezuela. Amerigo e gli altri uomini ritornano in
Europa dopo aver costeggiato le coste del Centro America, e in particolare aver
navigato tra la Florida e l'isola di Cuba (della quale, appunto, viene in
quell'occasione dimostrata l'insularità).
Il secondo viaggio di Vespucci verso il
continente americano avviene tra il 1499 e il 1500, nel corso della spedizione
diretta da Alonso de Hojeda: anche questa volta, è presente Juan de la Cosa.
Toccata terra nei luoghi che attualmente corrispondono alla Guyana, tuttavia,
Vespucci si separa dal cantabrico, e prosegue in direzione sud, fino a giungere
circa a 6 gradi Sud, alla foce del Rio delle Amazzoni. Parlerà del suo arrivo
tra la bocca nord e la bocca sud (Parà) del fiume in una lettera inviata a
Lorenzo di Pierfrancesco de' Medici: l'esploratore italiano, dunque, diventa il
primo europeo a scoprire l'estuario del Rio delle Amazzoni (in particolare le
disimboccature nei cui pressi oggi sorgono le città di Belem e di Amapà), pochi
mesi prima che ci riesca anche Vicente Yanez Pinzon. Di tale viaggio, Amerigo
lascia in eredità numerose descrizioni relative alla fauna incontrata (a
stupirlo è soprattutto la bellezza dei pappagalli) e alle popolazioni locali.
Non solo: durante questo viaggio, egli individua le stelle che in seguito
verranno denominate "La Croce del Sud", che appunto segnalano la
direzione sud. La spedizione si conclude rientrando verso nord, passando nei
pressi del fiume Orinoco e dell'isola di Trinidad prima del ritorno in Europa.
Poco dopo, Vespucci prende parte a un
terzo viaggio, questa volta al servizio del Portogallo, in una spedizione
guidata da Gonzalo Coelho, che si ferma nelle isole di Capo Verde per alcuni
giorni, entrando in contatto con Pedro Alvares Cabral, che con le sue navi sta
tornando dall'India. Nell'arcipelago africano, Amerigo ha modo di conoscere
Gaspar da Gama, ebreo che gli descrive la vegetazione, la fauna e i popoli
indiani: il suo racconto, comparato a ciò che egli aveva osservato nei suoi
viaggi precedenti, lo convince ulteriormente che i luoghi che ha visitato non
sono asiatici. Insieme con Coelho, giunge nei pressi delle coste del Brasile, e
il primo giorno dell'anno 1502 raggiunge una baia stupenda, ribattezzata Rio de
Janeiro. Il viaggio continua verso sud in direzione del Rio de la Plata
(nominato, inizialmente, Rio Jordan) per poi proseguire fino a 52 gradi Sud di
latitudine, a poca distanza dallo stretto che scoprirà il portoghese Ferdinando
Magellano diciotto anni più tardi. Vespucci
non si spinge oltre il Rio Cananor, in Patagonia, e scopre le stelle
attualmente conosciute con il nome di Alfa Centauri e Beta Centauri, ai tempi
invisibili alle latitudini mediterranee (pur essendo in precedenza note agli
antichi Greci).
Vespucci compie un quarto viaggio, nel
biennio 1503-1504, sempre agli ordini dei Portoghesi, che lo porta all'isola
che in seguito verrà chiamata Fernando de Noronha, in mezzo all'oceano, e poi
verso le coste brasiliane. Si tratta, però, di una spedizione che non conduce a
scoperte particolarmente significative, durante il quale - tuttavia - Amerigo
compie osservazioni e ragionamenti che lo portano a inventare un nuovo metodo
per individuare, con la tecnica della distanza lunare, una longitudine.
Nominato dal re Ferdinando II di Aragona
"Piloto Mayior de Castilla" nel 1508, egli diventa responsabile
dell'organizzazione dei viaggi nelle terre nuove e della formazione di
cartografi e piloti, permettendo loro di imparare a utilizzare l'astrolabio e
il quadrante. Amerigo Vespucci muore a Siviglia il 22 febbraio 1512, lasciando
tutti i suoi beni alla moglie Maria Cerezo, dalla quale non ha avuto figli.
Vespucci attualmente è riconosciuto come
uno degli esploratori più importanti del Nuovo Mondo (e non a caso il
continente ha preso il suo nome). Tra i suoi tanti meriti, il principale fu
quello di aver capito che le nuove terre non facevano parte del continente
asiatico, ma di una nuova parte del globo.
Occorre sottolineare, in conclusione,
che dal punto di vista storiografico la figura di Vespucci è considerata da
alcuni piuttosto ambigua soprattutto a causa dell'autenticità delle sue lettere,
spesso contestata: si sostiene, in particolare, che l'esploratore abbia
esagerato la propria influenza negli avvenimenti e romanzato eccessivamente gli
eventi, o addirittura modificato le testimonianze dei viaggiatori suoi
contemporanei. Resta il fatto che la diffusione di tali lettere spinse Martin
Waldseemuller, cartografo, a rinominare il continente come il femminile del suo
nome in latino (cioè Americus Vespucius) nella "Cosmographiae
Introductio": l'importanza dell'esploratore fiorentino, insomma, non può
proprio essere ridimensionata.
https://biografieonline.it/biografia-amerigo-vespucci
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