L’Anno Scorso Il
Marchio giapponese
di cosmetici SK-II ha realizzato uno spot a Shanghai: vi si vedono alcune donne
nubili residenti in città, fra i 30 e i 40 anni, tutte con una buona istruzione
e di successo. Ma poiché tutte rientrano nella categoria delle “donne-avanzi”
(non sposate, ndr), sono fonte di preoccupazione per la famiglia. Lo spot è
composto di parecchie riprese in cui le donne e i loro genitori discutono e
piangono. Naturalmente, alla fine, fra loro e i familiari si giunge a un’intesa
sulla questione dell’amore e del matrimonio, ed ecco che le fotografie delle
donne-avanzi fanno la loro comparsa al mercato dei matrimoni del Parco del
Popolo. Questa pubblicità ha dato origine a una grande diatriba. Una parte
delle mie amiche si è precipitata a dire che precipitava a dire che apprezzava,
un’altra invece si è mostrata perplessa: una volta che le due generazioni hanno
raggiunto un accordo e si sono riconciliate sulla questione dei matrimoni? Non
riesco a ricordare da quanto tempo esista l’angolo del mercato dei matrimoni al
Parco del Popolo. Mi sembra che quando ero una ragazzina in quel punto ci fosse
l’angolo dell’inglese, il luogo in cui persone di età diverse conversavano in
inglese e dove capitava di incontrare anche professori di lingua che chiarivano
i dubbi degli appassionati; erano gli Anni ’90 e la Cina ribolliva di una
smania incontenibile per la cultura occidentale. In seguito l’insegnamento dell’inglese
è diventato comune, e quel posto si è trasformato nel mercato dei matrimoni.
Probabilmente all’inizio si riunivano là ragazzi e ragazze, più tardi e
diventato il punto di incontro di genitori angosciati. Si scambiano
informazioni su figli e figlie ed esaminano le reciproche situazioni familiari.
Una volta ci ho portato degli amici stranieri, perché questo spettacolo getta
una luce diretta sulla nozione cinese del matrimonio e della differenza di
genere che non necessita di molte spiegazioni. L’ultima volta che sono andata
al mercato dei matrimoni è stato in primavera: avevo un appuntamento di lavoro
al bar del parco ed ero arrivata in anticipo, quindi ho preso coraggio e sono
andata a vedere come era cambiato quell’angolo. E a una donna single in età critica
come me, che pure percepisce l’aspetto leggermente comico del mercato dei
matrimoni, è successo di farsi sfiorare da alcune riflessioni accessorie, tipo:
cos’è in fondo il matrimonio? Le centinaia di genitori che si mettono in fila
all’ombra degli alberi, agli occhi di un estraneo potrebbero sembrare un sit-in
di protesta. Ma ognuno di loro tiene in mano del materiale stampato, e tutti
hanno l’aria di essersi preparati a una lunga battaglia. Il materiale
informatico è così dettagliato da mettere in imbarazzo chi lo legge: oltre alle
notizie sulla salute e sulla situazione professionale dei figli ci sono
informazioni sulle proprietà, sul salario, sui criteri di scelta del partner.
Una completa oggettificazione. E’ difficile credere come oggi, in un’epoca in
cui le comunicazioni sono così sviluppate, il mercato dei matrimoni continui ad
esistere, mentre magari i ragazzi e le ragazze di quei fogli si incontrano su
Tinder. Io comunque non mi oppongo a questa procedura, anzi mi piace
l’atmosfera cittadina del posto e il senso della vita che esprime, tra
necessità e arguzia. Quanto al motivo per qui le protagoniste dello spot
abbiano finito per andare al mercato dei matrimoni, è solo perché davanti a noi
giovani donne non c’è un’immagine femminile che rappresenti il nostro paese, né
c’è un modello che possa fornire un punto di riferimento; la strada lungo la
quale procediamo a tentoni genera sempre paure e indietreggiamenti, quindi ci
arrendiamo agli standard esistenti. Invece di fare dell’ironia sul mercato dei
matrimoni, sarebbe meglio armarsi di un po' di coraggio e dare forma a nuovi
modelli.
Jianing Zhou – Opinioni – Donna di Repubblica – 3 Dicembre
2016 -
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