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giovedì 5 gennaio 2017

Lo Sapevate Che: Una giovane single al mercatodei matrimoni...



L’Anno Scorso Il Marchio giapponese di cosmetici SK-II ha realizzato uno spot a Shanghai: vi si vedono alcune donne nubili residenti in città, fra i 30 e i 40 anni, tutte con una buona istruzione e di successo. Ma poiché tutte rientrano nella categoria delle “donne-avanzi” (non sposate, ndr), sono fonte di preoccupazione per la famiglia. Lo spot è composto di parecchie riprese in cui le donne e i loro genitori discutono e piangono. Naturalmente, alla fine, fra loro e i familiari si giunge a un’intesa sulla questione dell’amore e del matrimonio, ed ecco che le fotografie delle donne-avanzi fanno la loro comparsa al mercato dei matrimoni del Parco del Popolo. Questa pubblicità ha dato origine a una grande diatriba. Una parte delle mie amiche si è precipitata a dire che precipitava a dire che apprezzava, un’altra invece si è mostrata perplessa: una volta che le due generazioni hanno raggiunto un accordo e si sono riconciliate sulla questione dei matrimoni? Non riesco a ricordare da quanto tempo esista l’angolo del mercato dei matrimoni al Parco del Popolo. Mi sembra che quando ero una ragazzina in quel punto ci fosse l’angolo dell’inglese, il luogo in cui persone di età diverse conversavano in inglese e dove capitava di incontrare anche professori di lingua che chiarivano i dubbi degli appassionati; erano gli Anni ’90 e la Cina ribolliva di una smania incontenibile per la cultura occidentale. In seguito l’insegnamento dell’inglese è diventato comune, e quel posto si è trasformato nel mercato dei matrimoni. Probabilmente all’inizio si riunivano là ragazzi e ragazze, più tardi e diventato il punto di incontro di genitori angosciati. Si scambiano informazioni su figli e figlie ed esaminano le reciproche situazioni familiari. Una volta ci ho portato degli amici stranieri, perché questo spettacolo getta una luce diretta sulla nozione cinese del matrimonio e della differenza di genere che non necessita di molte spiegazioni. L’ultima volta che sono andata al mercato dei matrimoni è stato in primavera: avevo un appuntamento di lavoro al bar del parco ed ero arrivata in anticipo, quindi ho preso coraggio e sono andata a vedere come era cambiato quell’angolo. E a una donna single in età critica come me, che pure percepisce l’aspetto leggermente comico del mercato dei matrimoni, è successo di farsi sfiorare da alcune riflessioni accessorie, tipo: cos’è in fondo il matrimonio? Le centinaia di genitori che si mettono in fila all’ombra degli alberi, agli occhi di un estraneo potrebbero sembrare un sit-in di protesta. Ma ognuno di loro tiene in mano del materiale stampato, e tutti hanno l’aria di essersi preparati a una lunga battaglia. Il materiale informatico è così dettagliato da mettere in imbarazzo chi lo legge: oltre alle notizie sulla salute e sulla situazione professionale dei figli ci sono informazioni sulle proprietà, sul salario, sui criteri di scelta del partner. Una completa oggettificazione. E’ difficile credere come oggi, in un’epoca in cui le comunicazioni sono così sviluppate, il mercato dei matrimoni continui ad esistere, mentre magari i ragazzi e le ragazze di quei fogli si incontrano su Tinder. Io comunque non mi oppongo a questa procedura, anzi mi piace l’atmosfera cittadina del posto e il senso della vita che esprime, tra necessità e arguzia. Quanto al motivo per qui le protagoniste dello spot abbiano finito per andare al mercato dei matrimoni, è solo perché davanti a noi giovani donne non c’è un’immagine femminile che rappresenti il nostro paese, né c’è un modello che possa fornire un punto di riferimento; la strada lungo la quale procediamo a tentoni genera sempre paure e indietreggiamenti, quindi ci arrendiamo agli standard esistenti. Invece di fare dell’ironia sul mercato dei matrimoni, sarebbe meglio armarsi di un po' di coraggio e dare forma a nuovi modelli.
Jianing Zhou – Opinioni – Donna di Repubblica – 3 Dicembre 2016 - 

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