Tutorial e video-istruzioni oggi
aiutano a riparare quasi tutto. Ma si può curare online anche la psiche? In
Nord Europa lo stanno facendo e giudicano i risultati incoraggianti. Siti e
blog di psicologi, seminari online, consulenze psicologiche e psicoterapiche
via Skype, esistono già da anni. Dal 2013 i servizi sanitari di Olanda, Svezia,
Danimarca, Norvegia. Gran Bretagna e Australia offrono anche, seppur con
restrizioni e controlli, alcuni percorsi terapeutici online: un traguardo per
il quale le associazioni nazionali degli psicoterapeuti e psicologi di questi
Paesi si erano battute a lungo. Adesso ci prova la Germania, dove dal prossimo
anno nell’offerta del sistema nazionale sanitario saranno ufficialmente
inserite in versione online tutte le psicoterapie cognitivo-comportamentali
oggi più diffuse. La domanda a quanto pare non manca: da un recente studio del
Karolinska Institut di Stoccolma, uno dei più grandi e prestigiosi policlinici
europei, è emerso che nel 2015 il 50 per cento dei pazienti assistiti in quella
clinica avrebbe optato per una terapia online se l’offerta fosse stata
sufficiente. Secondo un altro studio, condotto da Andreas Maercker, direttore
dell’istituto di psicologia dell’Università di Zurigo, i sintomi di depressione
si sarebbero fortemente ridotti nel 53 per cento dei pazienti in cura con una
psicoterapia online offerta da quella clinica universitaria. Tra i pazienti
trattati tradizionalmente, invece, i sintomi sarebbero diminuiti solo nel 40
per cento dei casi. Ma può la rete sostituire un professionista in carne e ossa
in un compito delicato come la psicoterapia? “In molti casi una terapia online
non solo è possibile. Ma indispensabile” dice Iris Hauth, presidente della
Società tedesca di Psichiatria e psicoterapia. “Per esempio quando tempo e
denaro rappresentano un problema. Un percorso terapeutico classico spesso non
viene seguito a causa dei costi elevati o dell’impossibilità della persona di
recarsi in uno studio. La creazione di interventi terapeutici online permette a
tutti di usufruire di servizi altrimenti inaccessibili e di svolgere la terapia
all’interno di un luogo familiare e confortevole come la propria casa”. Tra
l’altro i lunghi tempi di attesa hanno ripercussioni molto negative per i
pazienti in crisi: più a lungo una patologia resta non trattata, più aumenta il
rischio che si cronicizzi. E la qualità? L’esperta non ha dubbi. “La terapia
online è intensamente interattiva. Diversi studi hanno confermato che
l’utilizzo della web-cam addirittura riduce l’innalzamento delle difese da
parte del paziente”. Diverso il caso della terapia via mail. “La comunicazione
diventa asincrona e trasforma il dialogo in una serie di monologhi. Tuttavia il
distacco consentito dalla mail viene spesso percepito dal paziente come facilitazione
ad una apertura”. Quali disturbi si trattano online? “Soprattutto dipendenze da
sostanze stupefacenti, ansia e disturbi post traumatici e del comportamento
alimentare”.
Simone Porrovecchio – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 6
gennaio 2017 -
Nessun commento:
Posta un commento