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lunedì 10 ottobre 2016

Lo Sapevate che: Vi sentite sempre stanchi? Forse siete in letargo...



Da qualche mese sono sempre stanco e privo di energie. Alzarmi dal letto è diventata un’impresa. Per il mio medico è solo stress, e ormai i parenti mi chiamano “il malato immaginario” . A questo paziente preoccupato il professor Naviaux oggi potrebbe dare una risposta: “Lei sta andando in letargo”. Robert Naviaux, medico e docente di genetica alla University of California di San Diego, ha infatti trovato una sorprendente soluzione al mistero di una malattia di cui non si conosce con certezza la causa, la cui diagnosi è stata finora soggettiva e la cura un miraggio: stiamo parlando della sindrome da stanchezza cronica. Una malattia difficile da diagnosticare perché ha in comune con molte altre parte dei sintomi: spossatezza che non migliora con il riposo e peggiora con l’attività fisica, disturbi del sonno, mal di testa, difficoltà a concentrarsi, debolezza, dolori muscolari e articolari. Se almeno quattro di questi disturbi durano per più di sei mesi, è probabile che si sia affetti da stanchezza cronica. Non esistono numeri ufficili sulla diffusione di questa sindrome, solo stime: che vanno da 40 casi ogni 100mila persone a valori 10 volte maggiori. Negli Stati Uniti si pensa ci sia un milione di malati, in Gran Bretagna 250 mila e altrettanti in Italia. Nel diciannovesimo secolo la si chiamava nevrastenia. Negli anni Sessanta la si definì stanchezza post-infettiva, perché può presentarsi dopo un’infezione virale. Col tempo si è capito che possono esserci altri fattori scatenanti, come uno stress fisico o psicologico: per esempio l’incidenza tra i reduci della Guerra del Golfo è stata superiore alla media. Finora però, come si diceva, i malati di stanchezza cronica sono stati spesso considerati ipocondriaci, per l’assenza di un test diagnostico risolutivo. Oggi invece Naviaux è riuscito a comporre l’identikit di questo morbo fantasma, comparando il sangue di persone che ne sono affette con quello di soggetti sani. “Ho isolato 612 metaboliti, ossia le sostanze intermedie prodotte dal nostro organismo quando spezza le molecole ingerite col cibo per produrre energia, e ho scoperto che i malati di stanchezza cronica hanno dei cambiamenti specifici in un insieme ristretto di metaboliti” racconta lo scienziato. “Bastano otto metaboliti per gli uomini e tredici metaboliti per le donne per identificare la malattia. Perciò potremo molto presto diagnosticarla con un semplice esame del sangue”. L’impatto della sindrome sul metabolismo ha ricordato a Naviaux una cosa che aveva osservato in passato, e che in apparenza non aveva nulla in comune con le malatie dell’uomo: “Riguarda un animaletto lungo un millimetro, quasi invisibile a occhio nudo ma molto importante per la scienza perché la semplicità del suo organismo facilita gli esperimenti”. E’ il Caenorhabditis elegans, piccolo verme che vive tra le foglie che marciscono al suolo. “Quando si trova in un ambiente povero di nutrimento, o troppo freddo, il Caenorhabditis elegans, entra in uno stato di metabolismo rallentato detto Dauer (durevolezza, in tedesco, perché allunga la vita)” spiega Naviaux. “ E’ una specie di letargo. (..). Urgono quindi rimedi nuovi. “Capire il modo in cui il Caenorhabditis elegans entra ed esce dal suo speciale letargo ci potrà suggerire nuovi trattamenti per la sindrome”  spiega Naviax. E il suo test diagnostico, disponibile tra un anno, renderà più rapida la ricerca di una cura. “Qualche indizio promettente, benché ancora tutto da approfondire, già l’abbiamo sottolinea Gordon. “Nei suoi studi sull’autismo, Naviaux ha trovato un paio di anni fa un farmaco capace di attenuare la reazione difensiva che manda il metabolismo in letargo. Si tratta della suramina, che da quasi un secolo viene usata per un altro scopo, ossia combattere i parassiti nell’intestino”.  Potrebbe quindi aiutare i malati   fatica cronica? “Forse, ma ancora non si può dire con sicurezza”.
Giuliano Aluffi – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 7 Ottobre 2016 -

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