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mercoledì 6 luglio 2016

Lo Sapevate Che: Siate realisti, chiedete l'impossibe: in passato ha funzionato...



Volere l’impossibile non è soltanto uno slogan del ’68, ma uno dei più potenti motori della nostra civiltà fin dalla sua culla, il pensiero greco, al quale in realtà s’ispirava la parola d’ordine del maggio francese. Bisogna volere l’impossibile, perché l’impossibile accada, diceva Eraclito. L’impossibile è accaduto spesso nel corso delle nostre vite o di quelle dei nostri genitori o nonni, anche se tendiamo a dimenticarlo. Le prime rivendicazioni del movimento operaio, sugli orari di lavoro, sui salari, lo sfruttamento dei minori, furono accolte con derisione dai padroni e dai giornali. Un sarcasmo assoluto anche in ambienti progressisti, ha circondato per molti anni le battaglie femministe. Se si leggono i manifesti anarchici dell’800, il massimo di estremismo politico dell’epoca, si può constatare facilmente che molte delle folli utopie di allora si sono realizzate, per esempio l’istruzione e la sanità pubbliche. Quello che è accaduto negli ultimi decenni, segnati da una colossale redistribuzione della ricchezza verso l’alto, è un rovesciamento del campo dell’utopia, da strumento di rivoluzione a strumento di restaurazione. Le oligarchie dominanti hanno capito molto meglio la forza dell’utopia, anche negativa, di quanto non lo abbiano capito i progressisti. Hanno agito dunque su due livelli, da un lato limitando il campo dei sogni altrui, dall’altro estendendo all’infinito quello dei propri. Per fare qualche esempio, ormai è considerato utopistico, da parte delle giovani generazioni, aspirare a obiettivi minimi come un posto di lavoro fisso e garantito da tutele. Al contrario il potere economico è vicino a realizzare imprese impensabili fino a pochi anni fa, come brevettare gli organismi viventi e privatizzare tutte le risorse naturali, a cominciare dall’acqua. Per cambiare le cose non basa protestare. E’ fonda invece mentale ricominciare a pensare l’impossbile. Proibibire per legge la povertà, come propone Riccardo Petrella, il padre del movimento per l’acqua bene comune, oggi può sembrare un’assoluta utopia, ma domani potrebbe essere diritto universale. Così come chiedere a Draghi di distribuire soldi della Bce direttamente ai cittadini meno abbienti, invece di continuare a pompare montagne di miliardi nel sistema bancario: è una follia da sognatori o non sarebbe magari la vera soluzione?
Curzio Maltese – Contromano – Il Venerdì di Repubblica – 1 luglio 2016

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