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lunedì 11 luglio 2016

Lo Sapevate Che: Sfida...



Con la Brexit, l’Europa si trova davanti a una sfida decisiva, nel senso che dalla risposta  a essa ne va non soltanto della sua configurazione, ma della sua stessa esistenza. Non è la prima volta che accade. E neanche la peggiore. L’Europa moderna è stata essa stessa la risposta a una serie di sfide mortali che hanno minacciato di travolgerla.  E che invece, assunte nella serietà di una scelta tra la vita e la morte – è il significato del termine greco “crisi” – ne hanno rafforzato le istituzioni. Dalle guerre di religione nel Seicento, quando Hobbes teorizzò la sovranità degli Stati europei, alle guerre napoleoniche, quando i francesi, sconfitti, diffusero in tutta l’Europa continentale il codice che ancora costituisce l’ossatura delle nostre legislazioni. Allo scontro finale con il fascismo, che ha rafforzato le democrazie occidentali, provocando alla dine, anche la caduta del Muro di Berlino, in tutte queste circostanze la sfida ha prodotto una risposta all’altezza del rischio. Di più, l’Europa ha adoperato la crisi come spinta per un passaggio in avanti. Si è stretta intorno ai propri valori ultimi, senza lasciare che le forze distruttive avessero il sopravvento. Ciò è stato possibile in un solo modo. Considerando le istituzioni più importanti e durature degli uomini che di volta in volta le rappresentano. Anche allorché un leader incauto scommette di legarle al proprio destino personale, incurante del pericolo che fa correre al suo Paese e alla comunità più ampia di cui esso fa parte. Quando ciò accade, quasi sempre provocando la fine politica di quel leader, l’unica strada aperta è quella di non ridimensionare l’entità della sfida in atto, accettando di affrontarla a viso aperto, senza più illudersi che le cose possano aggiustarsi da sole con il tempo. (..). L’Europa ha avuto e continuerà ad avere un rapporto vitale con il proprio fuori, come ha fatto con l’America e come dovrà fare con la Russia. Ma il “fuori”, una volta tale, deve servire anche a ridefinire a consolidare il “dentro”, il suo nucleo centrale. Che per noi non può che essere il triangolo tra Germania, Francia e Italia, col necessario apporto della Spagna. L’Europa è nata nel rapporto e nella tensione tra latinità e germanesimo. E’ su questa cultura, nel senso più ampio del termine, che occorre puntare. Per troppo tempo le istituzioni europee si sono piegate agli interessi e anche al linguaggio anglosassone, mimandone in modo spesso ridicolo formulazioni e procedure. E’ arrivato il momento di uscire da questa subalternità culturale che ha svenduto il patrimonio inestimabile della cultura europea, a favore di logiche orientate a interessi che ormai non sono più i nostri. Ripeto: la relazione, il transito, lo scambio con l’esterno è vitale per tutti. Ma per potersi rapportare agli altri, bisogna intanto imparare a essere se stessi.
Roberto Esposito – Alfabeto politico – www.lespresso.it – L’Espresso – 7 luglio 2016 -

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