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mercoledì 13 luglio 2016

Lo Sapevate Che: Modesta proposta per battere l'antipolitica:copiare i fondi pensione norvegesi....



I media che ci affliggono quasi ogni giorno con pettegolezzi su personaggi irrilevanti non ci hanno mai parlato di Yngve Slyngstad, nome impronunciabile e sconosciuto dietro il quale si cela un cinquantenne dall’aria gioviale: uno degli uomini più potenti della Terra. Slyngstad è l’amministratore del fondo pensioni della Norvegia, il più importante fondo sovrano del Pianeta. Stiamo parlando di quasi 900 miliardi di dollari, più dei fondi sovrani di Qatar, Emirati o Abu Dhabi, con i quali condivide l’origine: petrolio. Questa montagna di soldi, in grado di scatenare l’ira di Dio sui mercati mondiali, per fortuna dipende da un comitato etico e scientifico, composto da esperti in vari campi, ma anche associazioni e filosofi, e dè dunque chiamato a seguire criteri di investimento molto rigidi. Non può comprare per esempio azioni di aziende coinvolte nel mercato delle armi, in produzioni inquinanti o dannose per la salute, come i fabbricanti di sigarette. Per questa ragione, dopo lo scandalo del Dieselgate, ha annunciato di voler fare causa alla Volkswagen, di cui è il quarto azionista. Ma ora il capo ha proposto di spingersi oltre al Financial Times ha rivelato di voler proporre al consigli d’amministrazione di non acquistare titoli di aziende doce i manager guadagnano troppo. La Norvegia è uno di quei Paesi più ricchi del mondo, ma anche uno dei meno diseguali. Quando gli inglesi dicono che dopo la Brexit l’unica via di uscita è “il modello norvegese” sarebbe bello che lo copiassero davvero, non soltanto negli accordi commerciali con l’Unione. E’ una buona notizia, quella dei fondi norvegesi, ma dovrebbe far riflettere i difensori dell’establishment, schierati contro la cosiddetta antipolitica, su quanto la politica abbia ormai abdicato ai propri compiti. Dovrebbero essere i governi e i parlamenti e non un fondo norvegese o papa Francesco a preoccuparsi di moralizzare e porre dei freni all’impazzimento del turbo capitalismo che rischia di portarci tutti alla catastrofe. Non si tratta di fare la rivoluzione, ma di correggere una spaventosa crescita dell’ingiustizia sociale che ingrossa ogni anno, anzi ormai ogni mese, le file dei poveri, degli esclusi. E pretende alla fine pure di colpevolizzarli perché scelgono disperatamente qualcuno fuori dal sistema che possa rappresentare la loro sofferenza e i diritti calpestati. Invece di spargere retorica a piene mani, perché non si propone qui e subito una legge per stabilire un tetto ai guadagni dei manager  e privati?
Curzio Maltese – Contromano – Il Venerdì di Repubblica -  9 luglio 2016 -

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