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lunedì 4 luglio 2016

Lo Sapevate che: Maschio alla pari cercasi, perchè Cindy se ne andrà...



Un anno e mezzo. Un tempo lunghissimo. Per mio figlio minore seienne, un quarto dell’intera esistenza. Per me, un aiuto che si è fatto colonna, un faro nella nebbia del caos familiare, il conforto di una conversazione adulta, la sera, prima di dormire, uno sguardo accogliente e divertito, il piacere dimenticato e sublime di vivere con una donna in casa. Cindy viene dal Meryland e all’inizio, quando palava, non capivo niente ed ero annichilita dalla frustrazione. Dopo qualche giorno di convivenza ed equivoci, mi raccontò che aveva questo problema da quando era piccola, tanto che i suoi genitori decisero di portarla da un medico. “Quale problema, scusa?”, chiesi io che, eccezionalmente, ero riuscita a decifrare il sostantivo “problem” in quel profluvio di parole oscure. “La velocità. Strano che tu non te ne sia accorta. Io parlo velocissimo. (..). Cindy è la nostra ragazza alla pari. Ha lasciato i suoi cavalli, una fattoria, una famiglia numerosa, la passione per la vita all’aria aperta e per gli animali tutti, dai bacherozzi agli orsi, per provare un’altra vita. Ha trovato un amore italiano, ha cambiato vestiti e taglio di capelli, ha imparato ad apprezzare i nostri sapori, si è iscritta di nuovo all’università, ha insegnato ai miei figli mille giochi, nuove consuetudini e un lessico familiare, oltre che una lingua. E’ diventata grande, oltre che parte di noi, sotto il nostro retto. E ora che, come è giusto, è pronta a spiccare il volo, a lanciarsi in nuove avventure, a proseguire il suo cammino altrove, anche se non troppo lontana da noi, io mi sento persa e orfana. A settembre la sua stanza sarà vuota ma noi avremo ancora bisogno di lei, di qualcuno che prenda il suo insostituibile posto. “Ragazzi, ho avuto un’idea geniale”. “Aiuto”. “Sarebbe?” “Non so se voglio saperla”. “Perché non si sta mai tranquilli in questa casa?”. Così, incurante della tipica diffidenza dei quattro quinti maschili della famiglia, ho articolato il mio lampo di genio. “Poiché il vuoto che lascerà Cindy sarà incolmabile e poiché qualsiasi fanciulla, dopo di lei, non sarà all’altezza di occupare la sua stanza e il mio cuore, ho pensato di non infliggere a costei, e a me, il fardello di un confronto perdente in partenza”. “Uffa”. “Quindi?”. “Questa sarebbe la tua idea geniale?”. “Aspettate! Lasciatemi spiegare!”. “Veloce però” Si sa, i maschi hanno una capacità di attenzione limitata, così ho sintetizzato. “Un maschio” “Eh?”. “Stai scherzando, vero?”: “Nessun uomo può entrare in questa, a parte noi tre e papà”. “Mi sento male”. “Invece sarà bellissimo! Vi insegnerà un sacco di giochi fantastici, parlerà la vostra stessa lingua primordiale, sarà divertente, sarà fatto della vostra stessa pasta, inevitabilmente diversa da quella di Cindy e sarà più semplice per me gestire la nostalgia”. Ho ignorato le loro maschie e inconsistenti obiezioni e ho iniziato la ricerca. Mi sono iscritta a un sito apposito, deputato a favorire l’incrocio tra famiglie ospitanti e candidati alla pari. E’ un luogo d’incontro, una vetrina, molto simile a quelle per cuori solitari, anche se, in linea di massima, né l’amore né, sperabilmente, il sesso, sono contemplati. Ho ristretto la mia ricerca ai maschi anglofoni tra i 20 e i 27 anni. E il gioco è cominciato. “£o profili corrispondono alle tue esigenze, diceva un messaggio. “Venti candidati hanno guardato il tuo profilo”, diceva un altro. “Hai sei candidature. Affrettati a rispondere!”, esortava il terzo. Lo confesso: sto sviluppando una dipendenza. Da Kurt, 21 anni, scozzese, da Ross, 24 anni, di Toronto, da Sean, 20 anni e un cane, da Tim , 25 anni e un nonno pilota d’aerei. Passo ore inchiodata su quei tizi, che potrebbero essere i miei figli. Devo uscire dal tunnel. Tanto lo so che Cindy è insostituibile.
elasti@repubblica.it – Donna di Repubblica – 25 giugno 2016 -

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