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lunedì 11 luglio 2016

Lo Sapevate Che: Il sole non è un nemico lo garantische un'amica per la pelle...



La pelle – questo  vellutato mantello di cellule, via d’accesso per dolore e piacere e prezioso indicatore del nostro stato psicofisico – viene spesso sottovalutata. Quando ci esponiamo al sole troppo (o troppo poco), quando mangiamo (senza frutta e verdura), quando la trattiamo – pi o meno inconsapevolmente – da semplice involucro. Si tratta, in realtà, di un organo: il più grande (distesa, la pelle coprirebbe in media due metri quadrati) e uno dei più misteriosi. Per restituirle la dignità che merita, la dermatologa Pucci Romano, presidente di Skineco (associazione internazionale di EcoDermatologia), ha scritto un vademecum per chiunque voglia saperne di più. Un’amica per la pelle (Giunti) parla di anatomia e fisiologia della pelle, di fattori ambientali e di genetica,di malattie dermatologiche ma anche di numerose patologie interne, che la pelle puntualmente segnala. Fino, ça va sans dire, all’arte della manutenzione, la dermocosmetologia. con i miti del caso da sfatare (non è vero che lavarsi i capelli tutti i giorni fa male, se lo shampoo è quello giusto), informazioni da appuntare (Uni En Iso 10993-1:2010 è la sigla che assicura la dermocompatibilità di un tessuto), dati di cui tener conto (quando si smette di fumare la pelle ringiovanisce di dodici anni in nove mesi, specie se si fumava da tanto tempo e più di dieci sigarette al giorno). Ci sono po i dogmi da rispettare. Uno fra tutti: le offese arrecate dal sole durano per sempre. “Ma questo non significa che si debba evitare l’esposizione “ spiega Fucci Romano. “ Il sole stimola la produzione di vitamina D, essenziale per l’organismo. In Svezia, le donne che prendono il sole vivono quasi due anni di pià, e non è un caso che in Europaci sia una concentrazione di nascite tra marzo e aprile: l’esposizione alla luce, che a maggio e giugno dura di più, favorisce il concepimento. Ora tutti pensano che sia necessario proteggersi sempre e comunque, ma i filtri solari hanno un problema: sono poco dermocompatibili (altrimenti non funzionerebbero davvero). Pr questo non bisogna eccedere nell’usarli: un fototipo alto, ovvero una pelle scura o olivastra, formata la melanina (cioè quando compare il segno del costume), potrebbe anche smettere di proteggersi. La cosa veramente importante è esporsi nelle ore giuste. E, naturalmente, abituarsi a un’alimentazione antiossidante (cioè ricca di vitamine). E l’attenzione alla pelle non è solo questione di estetica: in quest’organo “visibile” il confine tra inestetismo e malattia è spesso molto sottile. Un tempo, non a caso, la pelle era la prima alleata della clinica, perché dava al medico la possibilità di tentare una diagnosi immediata; oggi è un po’ La Cenerentola della medicina, e bisognerebbe invece restituirle l’attenzione che merita”.
Giulia Villoresi – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 1 luglio 2016

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