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martedì 3 novembre 2015

Lo Sapevate Che: L'Evasione fiscale è un mistero italiano: tutti sanno che c'è, nessuno la combatte...



La polemica sui tremila euro in contanti, comunque la si pensi, non è riuscita a scalfire il grande mistero della questione fiscale in Italia e cioè del perché un Paese che per tre quarti tartassa lavoratori e pensionati più della Svezia e per un quarto di benestanti è una specie di Lussemburgo non sia mai scoppiata una rivolta popolare contro l’evasione. I dati sono noti ma vale la pena di ricordarne qualcuno. In Italia l’evasione ha raggiunto i 180 miliardi all’anno, circa il 9 per cento del Pil e il 30 del prelievo annuo, una cifra in proporzione doppia o più che doppia rispetto a tutte le altre grandi economie europee, Germania, Francia, Gran Bretagna e Spagna. L’unica altra nazione che ha livelli paragonabili ai nostri è la Grecia, che com’è noto non se la passa bene e dove la rivolta invece c’è stata è ha prodotto una rivoluzione nel panorama politico. Con 180 miliardi in più all’anno lo Stato italiano potrebbe recuperare tutti i tagli alla sanità, investire più di ogni altro in Europa in istruzione e ricerca (mentre ora è l’ultimo), debellare la disoccupazione giovanile e la povertà, abbattere il debito pubblico e abbassare di un 20 per cento le tasse sul lavoro. In realtà basterebbe recuperarne la metà, rientrando nella media europea, per creare un Paese assai più ricco, felice e giusto. L’evasione è un Robin Hood alla rovescia, com’è stato detto, e l’Italia è una foresta dove glu operai denunciano più reddito degli imprenditori, gli insegnanti pagano più dei gioiellieri e un quarto di proprietari di aerei privati meno dei pensionati di prima fascia. Ormai basta navigare qualche ora al giorno su Internet per rivelare a chiunque il proprio stile di vita. Gli strumenti per combattere l’evasione, incrociando le banche dati, sono sul tavolo da anni ma i governi non li adoperano. Perché gli evasori, 12 milioni, votano con molta attenzione ai propri interessi. Molta più di quanta non dimostrino i tartassati. Berlusconi aveva costruito sui condoni la base elettorale del ventennio. Oggi esiste un commissario contro la corruzione, Raffaele Cantone, ma non uno sull’evasione. Le pene sono lievi e poco applicate: l’Italia ha 150 evasori in galera, contro i 4.000 della Francia o i 9.000 della Germania. Lo Stato è feroce, anche attraverso Equitalia, nel perseguitare  i debitori di piccole somme e multe arretrate, ma tanto delicato con i truffatori milionari o miliardari. Esiste un solo modo per combattere l’ingiustizia ed è ribellarsi e costringere la politica italiana a mettere ai primi posti di ogni programma la lotta all’evasione. Tartassati di tutta Italia unitevi.
Curzio Maltese – Contromano – Il Venerdì di Repubblica – 30 ottobre 2015 -

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