Si Risponde – e cioè ci si dimostra responsabili – alle tragedie storiche, come
quella che stiamo vivendo, con l’intelligenza dell’analisi, il realismo
politico, l’efficacia delle strategie, non con le retoriche su Barbarie e
Civiltà, Umano e Disumano. Le lacrime servono servire a tener sgombro la
sguardo, non a renderlo ancora di più confuso. La situazione è già di per sé
complessa fin quasi all’irrisolvibile. Ci è stata dichiarata guerra. E’ un
fatto. Le cause affondano in un groviglio di ragioni, tra cui le colpe e gli
errori dell’Occidente sono palesi.(..). Cosa significa affermare che essa
consisterà in una Guerra Totale, senza pietà? Una domanda in generale,
anzitutto: Guerra Totale significa che per difendere i nostri “valori” siamo
disposti a pagare il prezzo più alto. Non si fanno le guerre per “valori
relativi”, per questi ci sono gli scambi e i mercati. Da tre generazioni
l’Occidente, almeno quello europeo, ha tacitamente creduto che la vera guerra
fosse il suo “altrove”. Saprebbe ora affrontarla? Una vera guerra coinvolge, ha
sempre coinvolto in una forma o nell’altra, tutti, militari e civili. Hanno
questo valore, per noi, i nostri “valori”? o crediamo che una guerra possa
essere combattuta e vinta esclusivamente con
i droni e “dall’alto”? E’ legge di gravità: prima o poi o si precipita o
si atterra. (..). Si Può Combattere insieme il Califfato e gli alleati
di Putin? E’ pensabile avere al proprio fianco in questa lotta Iran q i
petrodollari che finanziano il Califfato, come prima finanziavano Al Qaeda? Non
si tratta affatto di aprire altri fronti, ma di spiegare la priorità e sulla
loro base quali alleanze si intende con fermezza costruire. Né significa
chiudere i conti con la Russia su Ucraina e altri conflitti, ma certamente
“sospenderli” e farla finita, nel frattempo, con ridicoli embarghi. Infine,
condurre una vera guerra significa avere una strategia di pace, e cioè sapere,
o almeno credere di sapere, poiché nulla nella storia si realizza come i miseri
mortali avevano progettato, di quali assetti istituzionali e politici, concluso
il con il conflitto, si intende sostenere la realizzazione. (..) Una vera
politica di sostegno economico e commerciale per i Paesi medio-orientali e del
Maghreb, riconoscere il carattere strutturale dei fenomeni migratori e smettere
di affrontarli (si fa per dire) come terremoti, comprendere che l’epocale
problema del nostro rapporto con l’Islam, in ogni sua componente, è del tutto
interno all’Europa stessa e non può venire ridotto a tattiche di integrazione,
peraltro fallite, come dimostra ad
abundatiam la cittadinanza di alcuni degli autori delle stragi di Londra e
Parigi – tutto questo dovrebbe rappresentare un prezzo assai modesto per la
difesa dei nostri “valori”, e comunque accompagnare ogni iniziativa di vera
guerra. Eppure lo abbiamo deciso ancora meno di quest’ultima. Regna il pallido
pensiero di Amleto e Dio ci salvi dai Fortebraccio.
Massimo Cacciari – Parole nel vuoto www.lespresso.it – L’Espresso – 26 Novembre
2015
Nessun commento:
Posta un commento